“Una vita da Social”, la Polizia di Stato incontra i giovani

ROMA – “Attenzione, sul web chiunque può essere chiunque” ripete con decisione Emiliano Farascioni, operatore della Polizia Postale di Roma, introducendo quello che è il leitmotiv della campagna informativa itinerante della Polizia di Stato denominata “Una vita da Social” per sensibilizzare i giovanissimi internauti a un uso più responsabile del web.

Un progetto che vanta circa 60 tappe in diverse città italiane con l’impiego di un truck, vero ufficio mobile della Polizia di Stato. In questo tir gigante, equipaggiato al meglio con tanto di divanetti e cuscini per ospitare le scolaresche, corredato da uno schermo sul quale sono proiettati i video e slide informative, avvengono gli incontri tra gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni e i ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori. Il 18 aprile è stata la volta di Civitavecchia che ha riscosso un grande successo, mentre la tappa di oggi è in Piazza Garibaldi a Tivoli. 

L’attività di prevenzione della Polizia di Stato passa anche attraverso queste occasioni perché “c’è sempre più bisogno di prevenire informando i giovani, perché in materia di web i reati e i pericoli della rete occupano sempre più spazio nella nostra quotidianità e per formare la società del futuro bisogna partire da queste basi”, afferma il Sostituto Commissario della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, Roberto Giuli. E in queste tappe, il pubblico dei giovani è piuttosto eterogeneo e si passa dai bambini di 8 anni ai ragazzi di 18, con un linguaggio che di volta in volta deve essere adeguato a seconda del target cui ci si rivolge. Ecco allora che ai più piccoli gli operatori della Polizia cercano di far comprendere il fenomeno dell’identità virtuale in contrapposizione, ma anche in interconnessione, con quella reale. Uno degli esempi più citati è riferito alla diversa attenzione da parte dei bambini quando possono ricevere richieste da adulti, nella vita reale, e quella prestata all’interno della propria cameretta davanti a un pc quando dietro il profilo di un presunto bambino si potrebbe celare un adulto intento ad adescarlo. Il linguaggio si adegua quando ai ragazzi in età pre-adolescenziale si cerca di far passare il messaggio del consapevole utilizzo di internet, con maggior attenzione nella pubblicazione di foto altrui e nell’utilizzo dei dati personali con un occhio quindi alla legge sulla privacy. 

“E’ una grande occasione questa che abbiamo, l’incontro con quella che sarà la generazione del futuro ci responsabilizza e ci inorgoglisce per l’attività sociale che svolgiamo tutti i giorni, non solo perseguendo i reati ma anche e soprattutto nel cercare di prevenirli, sostiene Giulia Martucci, Commissario Capo del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma. E quindi si punta anche sulla web reputation, ossia una maggior cura nel selezionare i contenuti che si vogliono pubblicare in rete e che quindi in qualche modo rappresentano il titolare del profilo, ciò in considerazione del fatto che in futuro questi stesi contenuti potrebbero essere letti ed analizzati da datori di lavoro per assegnare nuovi incarichi professionali. Infine, ma non per questo il meno importante, anzi, il fenomeno del cyberbillismo, la versione 2.0 del già noto bullismo. L’invito è quello di non essere omertosi davanti ad episodi di questo tipo, invocando piuttosto una solidarietà sociale che deve essere sempre presente nelle coscienze di tutti, soprattutto nei più giovani chiamati a denunciare a professori, a genitori e alla Polizia stessa, gli atti di cyberbullismo, non isolando ma aiutando la vittima di questo fenomeno purtroppo ancora presente in molte realtà scolastiche.

Insieme al personale della Polizia Postale, anche gli operatori del reparto Artificieri, Reparto a cavallo, Scientifica, Cinofili, Polizia Stradale e Reparto Nautico tutti appartenenti alla Polizia di Stato impegnati in diverse dimostrazioni per la straripante felicità dei più piccoli. 

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