Filcams Cgil Turismo, le associazioni datoriali sospendono l’aumento salariale

ROMA – Federalberghi, Fipe, Fiavet, Faita, hanno formalizzato la loro decisione di sospendere dal mese di aprile l’erogazione dell’ultima tranche di aumento salariale prevista dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Turismo Confturismo, Confcommercio.

Si tratta di una decisione unilaterale che le organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, non condividono e che hanno ampiamente contestato chiedendo il rispetto degli accordi sottoscritti.
“Durante gli ultimi mesi di trattativa avevamo dato disponibilità a valutare l’ipotesi di uno slittamento dell’ultima quota di aumento” affermano i sindacati “purché si potesse giungere ad un’intesa complessivamente soddisfacente per tutte le parti sia sul piano normativo che salariale entro la scadenza naturale del contratto.”
Questo scenario si è però nelle ultime settimane allontanato di molto, a causa dell’impossibilità della controparte di fare sintesi al proprio interno.
La Federazione dei Pubblici Esercizi (Fipe)  infatti si è all’improvviso sfilata dal confronto (dopo esserne stata sempre parte attiva) ritenendo i temi su cui si stava dibattendo insufficienti  a fronteggiare una crisi che nei primi mesi del 2013 ha provocato la chiusura di moltissime imprese.
Le Federazioni Sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil non hanno nessuna intenzione di ignorare il contesto difficile in cui stiamo portando avanti da novembre 2012, con fatica e responsabilità ,questo difficile negoziato che colpisce il settore, così come tutto il Paese.
La responsabilità deve essere però un  patrimonio di tutti e non solo delle Organizzazioni Sindacali.
“Non sono accettabili” proseguono “fughe in avanti o strumentalizzazioni volte a ritardare la conclusione delle trattative.”
Filcams, Fisascat e Uiltucs si dichiarano pronte a riprendere subito il negoziato che deve portare in tempi brevi al rinnovo del contratto nel rispetto degli affidamenti fino ad oggi condivisi e di quanto già previsto dagli accordi sottoscritti.
Qualora ciò non si dovesse verificare, verranno messe in campo tutte le iniziative vertenziali e di mobilitazione necessarie  a tutela dei redditi e dei diritti di quasi un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori coinvolti da questa vertenza.

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