Alitalia. “Per i licenziati del 2008 si apre il baratro della povertà”

I sindacati: “Aeroporto Leonardo Da Vinci un far west”

ROMA – Non è affatto finita la vertenza Alitalia. Anzi, la protesta  che si trascina dal 2008 e che ha lasciato a terra migliaia di lavoratori è più viva che mai. Giovedì 12 novembre i lavoratori saranno ancora in Via Fornovo sotto il ministero del Lavoro dalle 10 del mattino per rivendicare i diritti finora ignorati dalle istituzioni.

Non basta che il velo di silenzio sulla condizione del lavoro e non lavoro in aeroporto sia stato tolto anche grazie alle nostre iniziative”, scrivono in una nota congiunta il sindacato Usb, la Cub, la Filt Cgil e il Comitato rioccupazione Stabile Trasporto Aereo. “Occorre proseguire anche per tanti ex lavoratori ormai senza sostegno al reddito che continuano a non avere alcuna prospettiva per il proprio futuro.Sono terminati gli ammortizzatori sociali per i licenziati dal Gruppo Alitalia in A. S. nel 2008,- si legge ancora nella nota – a tutt’oggi gli impegni assunti dalle istituzioni in termini di ricollocazione e/o formazione sono stati completamente disattesi. Per circa 2700 persone si è aperto il baratro della povertà”.

“Per i lavoratori più giovani, licenziati da Alitalia CAI e Groundcare alla fine del 2014 e molti altri ancora, potrebbero subire una sospensione del sostegno al reddito dovuto all’assenza dei decreti attuativi per la trasformazione del FSTA in fondo di solidarietà.”

Le responsabilità del legislatore come quella delle aziende non devono ricadere sui lavoratori, sottolineano i sindacati. E poi: “Per non parlare dei molti lavoratori (stagionali dal 2005) che sono in attesa di una stabilizzazione (il contratto la prevede dopo 44 mesi), ma stanno per essere lasciati a casa e sostituiti con nuovi precari, aumentando così il numero delle famiglie che resteranno senza reddito. Con l’aggravante che la Naspi copre molto meno della vecchia indennità di disoccupazione.Molte altre sono le vertenze chiuse con l’espulsione dalla produzione di lavoratori che, come nel caso di Argol, sono già senza reddito: a tutt’oggi non hanno ritrovato collocazione in un comparto che continua ad espandersi”.

“Ultima, ma non meno grave, la questione della Alitalia Maintenance System recentemente fallita, che apre un grande interrogativo sul futuro di altre centinaia di operai specializzati e di un presidio industriale di alto livello nel campo della manutenzione dei motori aeronautici.La somma di tutte queste crisi dà come risultato migliaia di persone e di famiglie a cui non si è voluto dare una risposta, portate sul ciglio della miseria e della emarginazione sociale.

Un dato impressionante, reso ancora più intollerabile dal fatto che nell’aeroporto di Fiumicino il lavoro c’è, la crescita del traffico aereo, di passeggeri, di merci è già in atto e lo sarà ancor più per il futuro”.

Aeroporto di Fiumicino, come il far west. Le ragioni della protesta

Il “Leonardo Da Vinci” è divenuto un far west di cui le Istituzioni finora hanno fatto finta di non sapere nulla, e dove le aziende, prime a chiedere risorse pubbliche quando fa loro comodo, sono anche le prime a negare qualsiasi responsabilità sociale quando ce ne è bisogno.

Il 12 novembre i “dannati” del Trasporto Aereo torneranno in piazza a Roma, con un presidio sotto la sede del ministero del Lavoro di via Fornovo, 8 ore 10,per chiedere un incontro con i responsabili degli ammortizzatori sociali;per denunciare il ritardo nell’emissione dei decreti attuativi di trasformazione del Fondo di Solidarietà del Trasporto Aereo, ritardo che mette in discussione la continuità del reddito di migliaia di lavoratori;per rivendicare il lavoro, con la concreta messa in atto di progetti di ricollocazione attraverso i bacini occupazionali, dove le aziende debbono attingere per le loro necessità e non sfruttare risorse collettive per bruciare il patrimonio di professionalità ed esperienza di tanti lavoratori: chiediamo uno stretto controllo affinché le assunzioni in aeroporto avvengano solamente attingendo dai bacini di cui sopra; per chiedere al Ministero dei Lavoro di farsi promotore, di concerto con i Ministeri dei Trasporti, dello Sviluppo Economico e  Regione Lazio, della  piena attuazione della L.R. n. 31, 2008,  detta “Città del Volo”.

per la salvaguardia pensionistica per gli esodati ovvero per chi è vicino alle previsioni pensionistiche antecedenti alla legge Fornero ed un reddito che sostenga chi ha perso il lavoro.

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