La Filcams Cgil impegnata per un’azione di tutela e denuncia
ROMA – Baristi, Marinai di Salvataggio, cuochi, camerieri, lavapiatti, maitre, cameriere ai piani, facchini, receptionist, animatori e portieri di notte. Sono circa 400mila i lavoratori stagionali che a partire da maggio hanno iniziato a prestare il loro servizio, forse a condizioni di lavoro ancora peggiori che in passato.
Se da un lato infatti sembra finalmente che il settore del turismo ricominci a crescere dall’altro si continua a non dare la giusta attenzione al lavoro e ai lavoratori. Contratti nazionali scaduti e ancora non rinnovati, trattative ferme (Federterme – Aica Federturismo Confindustria, Fipe e Fiavet Confcommercio, Angem e Aci), revisione peggiorativa della Naspi – nuova assicurazione sociale per l’impiego – e del lavoro accessorio, i voucher.
Summer War, i fantastici 400mila, saranno queste le parole d’ordine per l’estate 2016: “Vogliamo raccontare per immagini la storia dei tanti “supereroi” silenziosi e invisibili che con il loro lavoro, spesso irregolare, consentono a tutti i turisti di godere di periodi di vacanza e svago” spiega Cristian Sesena segretario nazionale della Filcams Cgil.. “SummerWar ha l’obiettivo di promuovere adeguata tutela individuale e al contempo avviare un’azione di denuncia e di emersione.”
A preoccupare oltre al peggioramento dei requisiti per l’accesso alla Naspi, l’incremento della diffusione dei voucher sempre più utilizzati, spesso impropriamente.
Nati per soddisfare le esigenze del lavoro occasionale, le difficoltà emergono quando i voucher vengono utilizzati costantemente per non assumere con un contratto a tempo determinato, che avrebbe altri costi per le imprese e altre tutele per i dipendenti.
Dal 2014 al e 2015, secondo i dati dell’Inps, la vendita dei voucher è più che raddoppiata (+66%), in particolare l’aumento più significativo è stato nei settori del turismo, commercio e servizi.
Nel primo quadrimestre del 2016 sono stati venduti 43,7 milioni di voucher con un incremento, rispetto allo stesso periodo del 2015, del 43,1%. Gli ultimi interventi del Governo volti a limitarne gli abusi non paiono sufficienti ad invertire la tendenza di utilizzare i “buoni lavoro” per giustificare il lavoro nero.
Un situazione difficile per chi vuole lavorare nel turismo, aggravata dal mancato rinnovo di un contratto nazionale di riferimento scaduto ormai da anni.
“È necessario trovare delle risposte concrete a problematiche strutturali, che non possono essere più rinviate o gestite con logica miope” conclude Sesena, “l’industria turistica è troppo importante per l’economia e lo dimostra la seppur fragile ripresa degli ultimi mesi. Noi chiediamo confronto e sedi negoziali in cui mettere in campo le nostre idee a partire dalla Carta del Turismo della Filcams che abbiamo licenziato recentemente. Tutti, a partire dal Governo, debbono fare la loro parte.”