Libia: manifestazioni pro e contro il governo. Duri scontri

TRIPOLI – Giornata di tensione oggi  in Libia. In alcune città del Paese nordafricano, che confina con l’Egitto e la Tunisia, si sono registrate manifestanti di piazza pro e contro il governo.

A Bengasi si sono verificati anche degli scontri. Nella città libica la polizia libica ha caricato un gruppo di manifestanti che protestava contro il governo usando anche cannoni ad acqua e lacrimogeni. Subito dopo i disordini, per le strade della stessa Bengasi, di Tripoli, Sirte e Sebha, si sono svolte manifestazioni a sostegno del colonnello Muammar Gheddafi. A scatenare la protesta a Bengasi l’arresto di un attivista per i diritti umani, l’avvocato Fethi Tarbel. La protesta è stata lanciata dalle famiglie delle vittime di una rivolta del 1996 nel carcere di Abu Slim, a Tripoli che l’avvocato rappresenta. I manifestanti chiedevano il rilascio dell’attivista. La rabbia della folla però, non si è placata nemmeno quando Tarbel è stato rilasciato. L’avvocato avrebbe lanciato su ‘Facebook’ appelli ad aderire alla manifestazione generale indetta per domani 17 febbraio contro il colonnello Gheddafi. Si tratta della cosiddetta ‘Giornata della collera’ che prende spunto dalle recenti rivolte popolari nei Paesi confinanti. Domani però, cade anche il quinto anniversario della rivolta del 17 febbraio 2006, a Bengasi. Quel giorno la polizia sparò contro i giovani che manifestavano davanti al consolato italiano.

 

Una protesta nata perché il ministro leghista Roberto Calderoli aveva indossato una maglietta con una delle vignette sul Profeta disegnate in Danimarca. Questo episodio ha contribuito a innalzare Bengasi a capitale dell’opposizione libica al regime di Gheddafi. Alla fine il bilancio ufficiale degli scontri è stato di almeno 38 feriti come reso noto dalle autorità sanitarie. Però, ci sarebbero anche almeno due manifestanti morti come rivelato dal sito web ‘Bikya Masr’. Notizia confermata anche dal sito web, Al Manara, vicino agli attivisti libici. Mentre, il sito internet Libya al Youm riferisce di un solo morto. Per ora non ci sono conferme ufficiali anche se sembra che la polizia abbia effettivamente aperto il fuoco sui manifestanti. Nel frattempo, il governo ha fatto sapere che: “Non permetteremo a un gruppo di persone di andare in giro di notte e di giocare con la sicurezza della Libia”. Mentre, la tv libica ha trasmesso solo le immagini delle manifestazioni pro-regime  tenutesi nelle principali piazze di diverse città della Libia. Dal Paese nordafricano giungono anche notizie di arresti. Stamani la polizia libica avrebbe arrestato due giornalisti a Bengasi, Idris al-Masmari e Mohammed Ashim. A rivelarlo il sito dell’opposizione libica ‘Libia al-Mustaqbal’. La colpa dei due, riferisce il sito web, è stata quella di essere intervenuti nella notte, in diretta telefonica, da Bengasi per raccontare degli scontri in corso. La cronaca è stata trasmessa da alcune emittenti satellitari arabe. Anche la tv araba ‘al Jazeera’ ha reso noto che la polizia libica ha fermato una sua troupe diretta a Bengasi. E’ chiaro che il governo libico voglia isolare il focolaio della rivolta, se tale è.

 

A riprova dalla scorsa notte ci sono difficoltà nei collegamenti telefonici e via Internet nel Paese. Sembra che le forze di sicurezza libiche abbiano anche arrestato diversi cyber-militanti. Una sorta di precauzione presa dal regime libico alla vigilia della giornata di manifestazioni di domani. A rivelarlo il sito online ‘Arabic Network for Human Rights Information’, Anhri. Da giorni, le autorità di Tripoli, stanno conducendo una sorta di censura preventiva della rete. Lo stesso Gheddafi ha messo in guardia la popolazione dall’uso di Facebook e dei vari altri social network. Il colonnello li ha definiti strumento di una cospirazione imperialista. Nelle rivolte tunisina ed egiziana essi si  sono rivelati validi supporti per i manifestanti. A poche ore dalla cosiddetta ‘Giornata della collera’ è giunto anche l’appello del leader dell’opposizione libica in esilio, il colonnello Khalifa Haftar. L’esule libico ha invitato attraverso un audio messaggio, diffuso via internet, la polizia libica, definita fratelli della sicurezza a non reprimere  con la forza le manifestazioni di domani. Haftar ha affermato: “Dovete sapere che nessuno vi attaccherà e prenderà di mira voi e le vostre famiglie perchè sappiamo che site solo dei lavoratori”. Difficile paragonare le manifestazioni di oggi in Libia a prove di rivolta contro il regime anche se per molti l’ondata di rivolte antigovernative, che hanno rovesciato i regimi tunisini e egiziani, potrebbe investire anche la Libia.  

Ferdinando Pelliccia

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