“Indignados”, 5a notte a Porta del Sol. Il vento di Madrid spira in tutta Europa

RAVENNA – Probabilmente molti ragazzi, di quel migliaio che da 4 giorni presidiano “Puerta del Sol” a Madrid, c’erano già nel marzo del 2004, quando il passaparola – via cellulare, via blog e quant’altro – rovesciò in 3 giorni i pronostici elettorali della vigilia portando al potere il PSOE e facendo assurgere il suo segretario, José Luis Zapatero, oltre che alla carica di primo ministro, anche a nuova speranza della sinistra europea.

Sono passati poco più di 7 anni e quell’idillio, quelle speranze si sono infrante sull’altare del “realismo politico”; dell’asservimento alle banche e al grande capitale finanziario; delle compatibilità economiche e di mercato che hanno portato Zapatero a tagliare del 5 per cento lo stipendio dei dipendenti pubblici; a sfoltire i dipendenti della classe politica (300 posti in meno); a tagliare la spesa pubblica, fino ad abolire l’assegno bebè da 2500 euro.

Così, quegli stessi ragazzi che 7 anni fa contribuivano, insieme ai loro genitori, con i loro SMS a far crollare il “decotto” governo del bugiardo Aznar, oggi, autonomamente, per loro conto sono scesi in piazza contro tutta la classe politica, contro tutti i partiti che, dimenticandoli, si sfidano alle prossime amministrative di domenica.

Dopo 4 giorni di presidio, ora usano Twitter per chiedere coperte per la notte e caffè per colazione, ma anche per “gridare” – oltre che in piazza, dove stanno sfidando i divieti a manifestare imposti  dalla giunta elettorale della capitale – il loro “NO” contro la crisi, l’intero sistema politico, la corruzione, la “collusione” fra politica e banche.

“Indignados”, si definiscono “perché – scrivono i ragazzi di Porta del Sol – abbiamo il diritto d’indignarci” visto che “non siamo noi ad essere anti sistema ma è il sistema che è anti-noi”. Per questo motivo, aderiscono alla piattaforma “Democracia Real Ya” (Vera democrazia subito) e sfidano la polizia, presente sulla piazza e nei dintorni con un imponente dispositivo antisommossa, fortunatamente, senza per il momento intervenire.

Gli “indignados” si sentono schiacciati dalla crisi, dalla precarietà, dal vuoto di speranza e dicono di non essere rappresentati da una politica “collusa con le banche”. Denunciano una disoccupazione complessiva pari al 21 per cento in tutta la Spagna, di cui il 44 per cento è rappresentato da quelli con meno di 25 anni.  Dicono “Basta Ya” a un sistema politico dominato dal bipartitismo PSOE – PPE, che vedono nelle mani di una casta di iniziati consociativi, nella quale serpeggia la corruzione per cui denunciano “Voi prendete i soldi, noi prendiamo la piazza” dandosi come obiettivo quello di rimanervi fino a domenica, “poi – dice Pedro Gomez, uno dei portavoce –  decideremo in assemblea”.

Attualmente, il movimento è poco organizzato e, senza troppi forse, anche un po’ anarchico ma, almeno in apparenza ha le idee chiare e, sembra, molto pratico di lotte di piazza tanto che, da ieri, è riuscito a catalizzare altre forze portando in piazza qualche centinaio di pensionati.

Le rivendicazioni esposte sui “Dazebao” – attaccati un pò dappertutto nei pressi di Puerta del Sol – vanno in tutte le direzioni. “Con l’euro le banche sono 4 volte più ricche – spiega un cartello che enumera le differenze di prezzi fra il 1999 e il 2011 -. Un pane costava 25 pesetas, ora ne vale 100 (0,60 euro) – ma, rileva l’autore – “il mio stipendio da cameriere che era di 145 mila pesetas è rimasto a 150 mila (900 euro)”.

Inutile dirlo, tutti i partiti – ormai privi d’antenne nella società – sono stati presi di sorpresa dall’esplosione del movimento e, qualcuno, tenta gesti di avvicinamento. Izquierda Unida, uno dei partiti di sinistra, spiega che si “riconosce” nella protesta degli indignados mentre, Tomas Gomez, attuale leader del PSOE a Madrid, ha detto di “capire” la loro rivolta ma i giovani, giustamente malfidati, quando ha chiesto di farsi vedere dalle parti di Puerta del Sol, glielo hanno sconsigliato.

Intanto, nonostante l’assenza – soprattutto a livello europeo – d’un partito di sinistra serio, combattivo e partecipato, in grado di rappresentare politicamente le istanze giovanili, la rivolta inizia a diventare contagiosa e anche in altre capitali europee: da Bruxelles a Parigi, passando per  Berlino, Vienna, Edimburgo migliaia di giovani hanno aderito alla piattaforma di  “Democracia Real, Ya!” e hanno convocato raduni da qui a domenica.

La protesta, in queste ore, attraverso internet, sta arrivando anche in Italia dove ha già un nome: “Italian Revolution – Democrazia reale ora!” e diffondendosi dalle pagine del Popolo viola (www.popoloviola.org/?p=1163) e sulla neonata pagina Facebook, che conta già alcune migliaia di iscritti, punta a diventare virale.

Nell’appello dei giovani indignados italiani (http://letteraviola.it/2011/05/la-protesta-degli-indignati-contagia-litalia-girlando-blogger-faremo-disobbedienza-civile/), i ragazzi scrivono: “Chiediamo che anche in Italia nasca una concentrazione spontanea nelle piazze principali del nostro Paese, volte a reclamare un cambio politico e sociale in tempi brevi. Tramite i social network e il passaparola possiamo farcela. Diffondete queste notizie e create pagine in ogni città italiana, inviate SMS e scendiamo tutti in piazza, ORA”.

Al momento gli appuntamenti in programma per domani, 20 maggio, (tutti intorno alle venti) sono: a Bologna, in Piazza Nettuno; a Torino, in Piazza Castello; a Milano, in Piazza Duomo; a Firenze, in Piazza Santa Croce; a Roma, in Piazza di Spagna; a Padova, al Prato della Valle; a Pisa, in Piazza Garibaldi; a Palermo, al Teatro Massimo.

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