Gheddafi sepolto in luogo segreto. Pedica: “Berlusconi chiarisca i suoi rapporti con il Rais”

ROMA – Sepolto in un luogo segreto. E’ questo quanto ha deciso il Cnt che stamane all’alba ha tumulato il cadavere del colonnello Muammar Gheddafi, assieme a quello del figlio Mutassin. Probabilmente pochi sono a conoscenza del punto esatto dove le spoglie del rais saranno sotterrate e  gli insorti – nonostante quel che si dica – vogliono assolutamente evitare che quel luogo diventi la Predappio libica.

La guerra contro il sanguinario è finita, ma  resta ancora alta l’incertezza del futuro che aspetta a questa nazione  rinata dalle macerie di una guerra civile e soprattutto la sete di vendetta con i lealisti scorre ancora nel sangue dei ribelli. Proprio oggi Human Right Watch ha denunciato il ritrovamento di una fossa comune in un albergo abbandonato di Sirte con i corpi di 53 lealisti che con ogni probabilità sono stati giustiziati. Anche gli Usa hanno chiesto un’indagine contro le esecuzioni sommarie e, dopo l’appello lanciato nei giorni scorsi dal segretario generale dell’Onu Ban ki-moon ad evitare rappresaglie, oggi il portavoce dell’alto commissario per i diritti umani, salutando con favore la notizia della commissione d’inchiesta, è tornato a sottolineare la necessità di un processo giusto, «conforme ai trattati internazionali», per i prigionieri.
Il corpo di Gheddafi era rimasto fino a poche ore fa dentro la cella frigorifera di un mercato di Misurata, in modo che chiunque potesse vedere la fine di quest’uomo che con la sua arroganza è riuscito a mettere da parte un bottino miliardario. Molti di questi soldi sarebbero nelle casse di una banca in Sud Africa, dove la famiglia probabilmente si riunirà.

Nel frattempo spunta un altro mistero, questa volta tutto italiano.
La stampa francese, infatti, denuncia l’esistenza di una missiva che Gheddafi avrebbe inviato a Berlusconi e nella quale emergono gli affari intercorsi tra i due esponenti. Nella lettera, come riporta il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica capogruppo del partito in commissione Esteri “Gheddafi si dimostra sorpreso dal comportamento dell’amico, socio, anche se afferma chiaramente di non ritenerlo responsabile circa quanto stia accadendo”.  Il senatore  chiede al premier di venire in Parlamento «a chiarire la sua posizione in aula circa la sua relazione d’affari con il defunto leader libico e circa la sua posizione politica ai tempi in cui le forze europee nella scorsa primavera decisero di intervenire in Libia». «Mi chiedo se realmente, come sostiene Gheddafi Berlusconi non era d’accordo» afferma Pedica secondo il quale è «doveroso, anche per l’immagine dell’Italia nei confronti degli altri paesi dell’UE, che questi punti vengano presto chiariti».

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