Tibet. Altre due persone si danno fuoco per protesta. 62 immolati dal 2009

SHANGHAI  Altre due immolazioni sono riportate da organizzazioni che si battono per i diritti dei tibetani.

Con le ultime due, il numero totale di questi atti estremi raggiunge i 62, con sette immolazioni nella scorsa settimana da sabato 20, nella settimana con il maggior numero di immolazioni da quando, nel 2009, sono cominciati questi atti.  Secondo le informazioni, due cugini, Tsepo di 20 anni e Tenzin di 25, si sono immolati giovedì scorso, ma la notizia è stata data solo ieri sera, davanti ad una scuola nella contea di Driru (Biru in cinese), nella prefettura di Nagchu (Naqu per i cinesi), nella provincia autonoma tibetana. I due si sono dati fuoco inneggiando alla libertà nel Tibet, all’allontanamento dei cinesi e al ritorno del Dalai Lama.
Tsepo è morto sul colpo mentre il corpo di Tenzin è stato portato via ancora in vita dalla polizia in un luogo sconosciuto. I due cugini oltre ad essere i settimi immolati nella settimana scorsa (gli altri cinque si erano immolati nella stessa zona di Lanzhou, contea di Sangchu, nella prefettura di Gannan (Kanlho per i tibetani, zona di Amdo), provincia del Gansu, sono anche il sesto e il settimo immolato all’interno del Tibet. Oltre a loro due, in passato è stata registrata un’altra immolazione a Driu, due nella capitale provinciale Lhasa, e due nella contea di Chamdo (nele città di Karma e Damshung, appena fuori la capitale). Con le ultime due immolazioni confermate ieri sera, salgono a 62 questi gesti dal febbraio 2009, 49 in quest’anno.

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