Portogallo, il ritorno di Socrates. L’ex premier della crisi ora fa tremare la Politica

ROMA – La video-intervista è stata “chiamata la fine del silenzio”. Ma in Portogallo sta facendo parlare oltremisura, se non addirittura facendo lievitare vecchi fantasmi. Dopo due anni di silenzio passati in esilio a Parigi a studiare scienze politiche, José Sócrates, il premier accusato di aver portato il Portogallo in bancarotta, è tornato in terra lusitana.

Un ritorno da commentatore politico, che però sta scaldando gli animi politici, sia nella destra che nella sinistra. Seppur abbia più volte sottolineato che non pensa di tornare in politica, l’esponente del partito socialista, non ha mancato di tornare sugli ultimi periodi che ha passato da Premier. Era l’aprile 2011, e l’allora premier, viste le disastrate condizioni in cui versava l’economia dello stato fu costretto a dichiarare lo stato di insolvenza e chiedere ben 78 milioni di euro alla Troika per evitare la bancarotta. Di questi 12 furono convogliati verso il settore bancario, e un’altra trentina furono utilizzati dallo stato per garantire i crediti emessi dalle banche; il resto furono suddivisi tra il pagamento degli interessi sul prestito: 5% per le tranches in arrivo dall’Fmi e 4% per il Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria. Ovviamente, come accade con l’ingresso del trittico Fmi, Bce e Ue, i portoghesi furono obbligati a sottoscrivere il memorandum d’intesa: un bagno di sangue per il welfare, trasporti e stipendi pubblici.

Oltre ai tagli alla spesa, ci fu l’aumento della pressione fiscale, e un ampio piano di privatizzazioni. Alle successive elezioni la destra guidata da José Passos Coelho vince a mani basse e nonostante le cose in Portogallo non vadano ancora per il verso giusto, i placet tedeschi fanno si che la situazione di Lisbona passi in secondo piano rispetto alle altre crisi dell’Eurozona. Ma la quiete ha presto fine. Il ritorno sulla scena pubblica di Socrates è visto da 1,6 milioni di telespettatori sintonizzati sul canale RTP1. E secondo molti sta gettando scompiglio bipartisan.

Le prime accuse sono state per il capo dello stato, Aníbal Cavaco Silva, “uno dei più grandi oppositori del mio governo. “Fu lui uno delle cause della crisi”. Una crisi che secondo l’ex premier “fu causata dai mercati internazionali non dalle politiche errate dell’esecutivo”. Infine le accuse di aver portato in casa la Troika: “Prima che arrivasse avevo un piano economico che era stato già approvato da Bruxelles e che poteva evitare il piano di salvataggio. Esattamente come è successo in Italia e Spagna. Ma la destra mi ostacolò. E’ anche di Passos Coelho la colpa ”. Lo stesso operato dell’attuale premier definito disastroso. Per descrivere i disastri della destra lusitana, l’ex premier, ha utilizzato uno dei più celebri versi dell’inferno di Dante: “Lasciate ogni speranza voi che entrate”. Il perchè è presto detto: Coelho avrebbe applicato il doppio delle ricette del piano di salvataggio da lui sottoscritto. Insomma, un fiume in piena contro tutto e contro tutti. Socrates, in questi anni in cui il Portogallo è passato sotto l’egida della Troika è stato il capro espiatorio della crisi. Tanto che si è concesso assieme alla famiglia un periodo di vita in Francia. Durissime sono state in questo periodo le accuse. Sia da parte dell’opposizione che dagli alleati. In particolare i suoi compagni di partito gli hanno imputato la colpa di aver perso le elezioni. Il suo ritorno sulla scena pubblica sta gettando ombre sulla politica lusitana. Terrorizzati che da showman, Socrates, inizi a togliersi qualche sassolino dalla scarpa coinvolgendo sia la destra che la sinistra. Secondo fonti vicine all’attuale partito socialista portoghese António José Seguro, la partecipazione come commentatore a titolo gratuito rischia di diventare un’arma per tornare alla ribalta politica. E il suo ruolo potrebbe esser messo presto in discussione.

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