Anche la Francia ha il suo Prism. Intercettazioni illegali, scoppia il caso Dgse

PARIGI – Perchè la Francia ha reagito in modo molle al caos suscitato da Prism? Molto probabilmente perchè ha in seno un sistema simile a quello statuninitense. E’ quanto denunciato da un’inchiesta scritta a quattro mani da due giornalisti de “Le Monde”. Nell’articolo scritto da Jacques Follorou e Franck Johannès (il primo esperto di esteri mentre il secondo guru della giustizia) si evince un sistema attuato dalla Direction générale de la sécurité extérieure (DGSE, i servizi segreti esteri) con modalità di acquisizione dati molto simili al Prism. Tutto questo mentre la classe politica d’oltralpe è a conoscenza della violazione della privacy dei suoi concittadini. Il tutto confermato da alcuni verbali parlamentari.

A finire nella rete della DGSE i tanto conclamati “metadati”. Non quindi l’esatto contenuto di mail, telefonate, sms, ma data e ora delle chiamate. Quanto piuttosto durata e posizionamento del mittente e destinatario della telefonata. Stessa sorte per le mail, su cui sarebbe anche violata la natura dell’oggetto, il campo che soggiace a quello del destinatario. Con essi “tutta l’attività Internet che passa per Google, Facebook, Microsoft, Apple, Yahoo!…”. Tutti segnali elettromagnetici emessi da telefoni e Pc insomma. Un bel pò delle attività di comunicazione quotidiana.

Tanti dati di cittadini che sarebbero finiti tutti nei sotterranei della sede capitolina della DGSE, nel nord est di Parigi. Tutti ovviamente carpiti in modo “perfettamente illegale” per quanto concerne le concessione che le normative francesi in tema di intercettazioni concedono. Il fine, si legge, è quello di “tracciare immensi grafici delle relazioni tra individui a partire dalla loro attività informatica, e questo nel corso di anni”. Un mix a cui accederebbero tutte e sei le agenzie di intelligence francese. Esattamente come col Prism e l’Nsa e Fbi, quindi.

La Nouvel Observateur è andato oltre e ha pubblicato le foto di uno dei tre grandi orecchi francesi che spiano i cittadini francesi e i malcapitati cittadini di altri paesi. La foto in questione, che proponiamo, è della base vicino all’aeroporto di Sarlat, in Aquitania. Le altre due sarebbero nella città di Kourou, a nord ovest di Caienna, affacciata sull’oceano atlantico in sud america. Mentre l’altra sarebbe nell’isola francese di Mayotte nell’Oceano Indiano.

Non è ben chiaro chi sia lo “Snowden francese”, la talpa che avrebbe fornito al quotidiano più prestigioso d’oltralpe lo scoop. Non è chiaro nemmeno il ruolo delle compagnie che avrebbero permesso queste violazioni della privacy degli utenti. L’unica cosa certa è che un elemento della politica, e nella fattispecie un parlamentare avrebbe confermato quanto scritto, e cioè che “gran parte dei collegamenti elettronici in Francia è intercettato e conservato dalla DGSE”.

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