Caso Morales, Sudamerica accusa: Aereo Rajoy? Per lui ispezioni anti-droga o mazzette

Maduro attacca il governo iberico. Gli altri: pretendiamo scuse da tutti

COCHABAMBA – “Indegno”, ma anche “abusatore”. Piovono come macigni dalla cittadina di Cochabamba verso Madrid le accuse del presidente del Venezuela Nicolás Maduro verso il premier spagnolo Mariano Rajoy, capro espiatorio delle recenti ruggini tra i paesi sud americani alleati della Bolivia e l’Europa. “Il giorno che il Presidente Rajoy sorvolerà il nostro spazio aereo, lo faremo scendere e ispezionare l’aereo per vedere se c’è droga e se ci sono gli euro che rubano al popolo spagnolo”.

Parole pesantissime quelle del presidente venezuelano che toccano i nervi scoperti del capo del governo iberico: la corruzione del caso Barcenas che scuote il suo partito e la foto del collega di partito Alberto Nuñez Feijóo, in barca con il narcotrafficante Marcial Dorado, che tanto ha fatto discutere in Spagna.

Una dura reazione quella di Maduro contro il governo spagnolo, che a sua detta avrebbe richiesto di ispezionare l’aereo del presidente boliviano per controllare se effettivamente al suo interno fosse presente Snowden. Che invece era rimasto a Mosca, bloccato nello spazio internazionale dell’aeroporto Sheremetevo dove è prigioniero dallo scorso 23 giugno.

E’ bastato il semplice sospetto per far scatenare l’inferno: la chiusura dello spazio aereo al presidente boliviano Evo Morales durante il viaggio di ritorno dalla Russia lo scorso martedì. Dodici ore convulse dove di fatto alcuni paesi tra cui Italia, Francia, Spagna e Portogallo avrebbero negato lo spazio aereo al volo che trasportava il presidente boliviano. Un sospetto fondato sul fatto che Edward Snowden, la talpa del Datagate, stesse dirigendosi verso il sud america, dopo che aveva ricevuto disponibilità di asilo e complimenti per l’operato rispettivamente nell’intervista di Evo Morales a “Russia Today” e dalle dichiarazione del delfino di Chavez Nicolas Maduro, assai compiaciuto per l’operato dell’ex tecnico della Cia.

“Non sono un criminale”, aveva protestato Morales, visibilmente irritato da quanto accaduto, che aveva lamentato un trattamento simile a coloro che fossero vittime di sequestro o arresto. E le lamentele sono proseguite per bocca dei suoi alleati.

Oggi, dalla riunione dei leader dell’Unasur, l’unione delle nazioni sudamericane costituitasi a modello dell’Ue, sono piovute accuse e prospettive dannose per le relazioni diplomatiche tra i due continenti. Presenti i capi di stato di Argentina (Cristina Fernández); Ecuador (Rafael Correa); Suriname (Desiré Bouterse); Uruguay (José Mujica) e naturalmente la ribelle Venezuela con Nicolás Maduro. Presente anche per il Brasile il vice-cancelliere Eduardo dos Santos e le ambasciate di Perù, Colombia e Cile.

“Uno pensa che i paesi sviluppati investano molto denaro nei loro apparati di intelligence e sicurezza” ha dichiarato la Presidente argentina Cristina Fernandez. “Poi, all’improvviso, le agenzie di spionaggio danno informazioni sbagliate ai loro governi. Evidentemente hanno segnalato la presenza, a bordo dell’aereo del Presidente Evo Morales, di una persona che stava esercitando il proprio diritto di asilo”.

Alla radice dell’incidente diplomatico, secondo il presidente boliviano, invece, ci sarebbero state le pressioni da parte di Washington sui quattro paesi. “Valuteremo, se si renderà necessario, la chiusura dell’ambasciata degli Stati Uniti in Bolivia. Non abbiamo bisogno di una ambasciata degli Stati Uniti”, ha detto Morales.

Il coro degli alleati tradizionali della Bolivia pretendono le scuse da parte dei governi eruropei: “Pretendiamo dai governi di Francia, Spagna, Portogallo e Italia adeguate scuse pubbliche – si legge in una dichiarazione comune firmata dai presidenti di Bolivia, Ecuador, Suriname, Argentina, Uruguay e Venezuela, riuniti in Bolivia.

Dichiarazioni che non sono tardate ad arrivare. La Spagna “non ha alcun motivo di scusarsi con il presidente boliviano Evo Morales” per quanto accaduto mercoledì scorso. A dirlo è stato il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Garcia Margallo, il quale ha spiegato che “lo spazio aereo non è mai stato chiuso e dopo le prime voci di una presenza” di Edward Snowden sul velivolo “è bastata la parola del presidente per non adottare alcun provvedimento”.

Una linea tenuta anche dal ministro degli esteri italiano Emma Bonino che ha parlato di un caso secondo cui l’Italia ha“non ha avuto alcun ruolo”. Ricevuta il 28 giugno la richiesta di autorizzazione al sorvolo era stata concessa. Poi dopo che il Portogallo e la Francia avevano negato di fatto il volo, assieme alla rotta era cambiato, facendo decadere l’autorizzazione. Un fatto tecnico quindi.

Anche Hollande ha tenuto questo profilo, negando di non aver concesso le autorizzazione a Morales. “Ci stavano delle informazioni contraddittorie sulle identità dei passeggeri a bordo di uno o due aerei (boliviani) che volevano sorvolare la Francia. Appena ho saputo che si trattava dell’aereo del presidente Evo Morales ho dato immediatamente deciso l’autorizzazione al volo” le dichirazioni.

Mentre non sono chiare le “condizioni tecniche” che avrebbero bloccato il sorvolo dello spazio aereo portoghese che il ministero degli esteri ha comunicato come causa del diniego. Una questione che sta agitando anche l’opposizione che ha chiesto al governo lumi sulla questione. Altra carne al fuoco per l’esecutivo conservatore guidato da Pedro Passos Coelho, dopo che nei giorni scorsi la stabilità è stata minata dalle dimissioni del ministro delle finanze e quello degli esteri. Quest’ultimo leader del partito di minoranza che compone l’asse governativa, che si è dimesso a causa dell’austerity che sta mettendo in ginocchio i lusitani.

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