ROMA – Un’esecuzione annullata, proprio all’ultimo istante, in un drammatico susseguirsi di eventi documentati in una sequenza di immagini pubblicate su internet. Si tratta della storia di Balal, un iraniano colpevole dell’omicidio di un ragazzo di nome Abdollah, sette anni fa, quando avevano entrambi 17 anni. Un reato punito in Iran con la pena di morte per impiccagione.
Gli ultimi istanti prima dell’esecuzione, poi annullata, sono stati immortalati da una serie di foto in sequenza: una sedia vuota, la folla in attesa, il cappio. L’uomo, bendato, è accompagnato sul patibolo, urla la sua disperazione. La madre della vittima si avvicina. Lo schiaffeggia, poi lo perdona e gli concede la grazia. Balal viene portato via e non morirà più. Dopo la Cina, l’Iran ha il numero più alto di esecuzioni capitali di qualunque altro paese al mondo secondo Amnesty International: i condannati muoiono per lo più per impiccagione e in molti casi l’esecuzione è pubblica. Per l’omicidio, l’Iran applica il «qisas» secondo la legge islamica, ovvero la legge del taglione; solo la famiglia della vittima ha il diritto di concedere la grazia.
La storia di Balal è diventata di dominio pubblico, grazie alle immagini condivise su Facebook e Twitter. Moltissimi i commenti, quasi del tutto concordi con la grazia, definita coraggiosa, commovente. E una parte degli utenti non ha mancato di sottolineare l’intervento sulla vicenda di Balal di un noto presentatore televisivo, Adel Ferdowsipour. Aveva chiesto ai suoi telespettatori di inviare messaggi di sostegno al giovane, per ottenerne il perdono. In pochi giorni, ricorda la Bbc, ne ha raccolti oltre un milione.
LA SEGUENZA DELLE FOTO
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