Yarmuk campo profughi, disastro umanitario. La denuncia di Save the children

DAMASCO – Prendete un campo di profughi palestinesi in zona di guerra, ad esempio in Siria. Stipatelo di quasi 20.000 persone. Sottomettetelo agli attacchi di Isil da una parte e alla risposta armata delle truppe del presidente siriano Bashar al Assad dall’altra.

Impedite l’ingresso degli aiuti umanitari e forse avrete una idea di quello che sta accadendo in Siria sud occidentale nel campo di al Yarmuk, a pochi chilometri da Damasco. Nel campo non c‘è cibo, non c‘è acqua e persino il Consiglio di sicurezza dell’Onu, solitamente assai cauto, ha condannato per bocca del suo presidente di turno, l’ambasciatrice giordana Dina Kawar, la situazione disumana dei profughi di al Yarmuk. Il campo è controllato in parte da fazioni di Isil e al Nushra. Diverse persone sono state uccise a mò di esempio e fra i prigionieri di Isil ci sarebbero dei medici che non possono quindi compiere il loro lavoro. Questo mentre il mondo sta a guardare.

La denuncia di Save the children

Secondo fonti dell’organizzazione nei giorni scorsi decine di medici volontari, operatori umanitari e civili, sono stati uccisi, rapiti o feriti. Molti risultano ancora dispersi.

Almeno 3.500 i bambini sono intrappolati all’interno del campo profughi palestinese di Yarmouk, con il rischio di essere uccisi o feriti. Questa la denuncia di Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e tutelarne i diritti.

“A Yarmouk stiamo assistendo a una farsa. I palestinesi all’interno della Siria hanno faticosamente mantenuto una posizione di equilibrio per rimanere fuori dal conflitto, e per questo ora sono sotto assedio”, spiega Roger Hearn, Direttore regionale di Save the Children in Medio Oriente. “Prima Yarmouk era un luogo vivace, dominato dalla speranza e ora è un luogo di terrore. La vera tragedia è che i palestinesi all’interno della Siria non hanno posto dove scappare e trovare rifugio. È terribile il continuo fallimento della comunità internazionale nei confronti dei palestinesi”.

Le testimonianze degli operatori umanitari sul campo riportano di persone che giacciono in strada, senza la possibilità di essere soccorsi da medici e organizzazioni a causa dei combattimenti. I bambini hanno bisogno di cibo, medicine e protezione e le loro necessità crescono disperatamente di ora in ora, senza che si possa raggiungere il campo profughi. 

Gli attacchi al campo di Yarmouk arrivano dopo due anni di assedio, in cui i civili mancano di sufficiente cibo, acqua e forniture mediche. Gli ospedali all’interno di Yarmouk non possono più fornire assistenza sanitaria dopo essere stati distrutti negli ultimi attacchi e le forniture mediche si stanno esaurendo. Attualmente non ci sono strutture sanitarie o ospedali operativi che siano in grado di assistere la popolazione civile intrappolata all’interno del campo assediato e i civili feriti dovrebbero essere immediatamente evacuati dal campo per ricevere assistenza.

I palestinesi in Siria non possono lasciare il paese, perché i confini per loro sono chiusi. Save the Children chiede alla comunità internazionale di sollecitare tutte le parti in conflitto ad un cessate il fuoco che consenta di portare aiuti all’interno di Yarmouk e di evacuare i bambini e le famiglie ferite. Anche gli operatori umanitari, il personale medico, oltre ai civili palestinesi, sono stati nel mirino dei combattimenti. Secondo le informazioni in possesso di Save the Children, nei giorni scorsi decine di medici volontari, operatori umanitari e civili, sono stati uccisi, altri rapiti o feriti e alcuni di questi risultano ancora dispersi.

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