Def. Renzi, falso dire che aumentiamo le tasse

ROMA – Nel Def “non ci sono tagli e non ci sono aumenti della tasse: so che non ci siete abituati, ma da quando siamo al governo abbiamo operato una riduzione costante della pressione fiscale”.

Questo è quanto ha dichiarato oggi Matteo Renzi, in conferenza stampa al termine del Cdm. Il governo ha infatti affrontato oggi “l’esame preliminare del Def che terminerà con l’approvazione venerdì mattina per consentire a tutti i membri del governo di poter esprimere le proprie valutazioni” e quando verrà anche designato il sostituto di Delrio alla presidenza del Consiglio. Ha precisato Renzi. 

Prima di venerdì incontro con i Comuni

“Incontriamo prima di venerdì i Comuni, se c’è  bisogno anche le Regioni, ho incontrato Chiamparino qualche giorno fa”, dice Renzi ribadendo che “non ci sono tagli per il 2015” aggiungendo che nel 2016, 17, 18 la revisione della spesa deve continuare.

Sulle “polemiche” attorno alle province il governo “mette in pari le province con le deleghe”, ossia i risparmi previsti sono paralleli al venir meno delle competenze.

“Ho sentito stravaganti certe osservazioni degli amministratori – afferma Renzi – “La discussione sulle cittaà metropolitane e le province – continua Renzi è molto interessante, la faremo ma non si racconti che ci sono tagli, chissà dove chissà perché”. “Nel 2015 unica cosa che abbiamo tagliato solo le tasse. Sono pronto a un confronto all’americana con i sindaci”.”Nel 2015 abbiamo ridotto le tasse per 18 miliardi di euro più 3 miliardi di clausole di salvaguardia che abbiamo disattivato. Quindi non sono 18, ma 21. Il Def prosegue su questa linea: non avendo ulteriori riduzioni di tasse, le tasse non aumenteranno e la discussione su un’eventuale riduzione delle tasse proseguirà con la legge di stabilità del 2016″.  “Quindi – conclude  Renzi – è falso dire che aumentiamo le tasse”. 

Padoan, “crescita prevista nel 2015 intorno allo 0,7%, ma siamo prudenti”

Il Pil crescerà dello 0,7% quest’anno, dell’1,4% nel 2016 e dell’1,5% nel 2017. A dirlo è stato  il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al termine del cdm del Def. Il rapporto deficit/Pil dell’Italia sarà del 2,6% per quest’anno, del 1,8% nel 2016, dello 0,8% nel 2017, ha affermato Padoan. 

“Se come noi pensiamo, si consolida la fiducia dei cittadini e delle imprese dopo che si è consolidata la fiducia nei mercati e fiducia nelle istituzioni, allora le aspettative che abbiamo adesso potrebbero essere sbagliate per difetto potremmo avere numeri più positivi”. Ha proseguito Padoan.

Le clausole di salvaguardia saranno disinnescate in parte con la spending review, in parte “automaticamente” con benefici della crescita. Padoan ha definito “semplicemente falso” il grande “tam tam” sulla stampa su un aumento delle tasse.

“Quello che la commissione” Ue “sta mettendo a fuoco è che le riforme sono processi continui nel tempo, da questo punto di vista sono assolutamente tranquillo, il treno delle riforme che è stato attivato ci permetterà di invocare questa clausola per tanto tempo ancora ma noi ne avremo sempre meno bisogno”.

Le reazioni

“Purtroppo, il Governo con il Def illustrato oggi conferma la linea di finanza pubblica recessiva e iniqua in atto”. Lo dice Stefano Fassina, deputato Pd.

“Giusto disinnescare aumento dell’iva- prosegue-, ma la previsione di ulteriori tagli al welfare locale per 10 miliardi porterà a un effetto negativo sul Pil finanche superiore a quanto si sarebbe verificato con gli aumenti di imposte. In alternativa ai tagli al welfare locale, si dovrebbe utilizzare lo spazio sotto il vincolo del 3% del rapporto deficit e incominciare a riqualificare e riallocare la spesa, in particolare verso significative misure di contrasto alla povertà’”.

“Lo scenario definito dal Def – spiega Fassina- implica galleggiamento della nostra economia e disoccupazione senza miglioramenti. Quando il governo italiano incomincerà a aprire a Bruxelles una discussione sui problemi sistemici dell’eurozona e sull’insostenibilità della rotta liberista?”.

“Come sempre siamo agli annunci, alle linee guida, e aspettiamo di vedere le carte scritte. Da una prima occhiata il Def mantiene l’impostazione che piace tanto ai cultori dell’austerità’’. Renzi deve spiegare ai sindaci del nostro Paese, a partire dai tanti del Partito Democratico, se ci saranno tagli per gli Enti locali. Tagli che inevitabilmente si scaricheranno sulla fiscalità generale”. Lo afferma il capogruppo dei deputati di Sel Arturo Scotto.

“Il Def – prosegue- mantiene intatta la pressione fiscale in alto ma taglia servizi sociali in basso a partire dalla sanità e dai trasporti. Insomma ci troviamo di fronte a un governo di bugie. Sel, conclude Scotto, farà un”opposizione ferma e presenterà le sue proposte alternative alla politica economica di stampo recessivo del governo”.

“Renzi: ”Non ci sono tagli o aumenti di tasse. Da quando siamo al governo abbiamo ridotto le tasse”.

Mavaff…., bugiardo al servizio di Bruxelles. E l’aumento delle tasse sui conti correnti? E sui fondi pensione? E il raddoppio dell’Iva sul pellet da riscaldamento? E l’Imu sui terreni agricoli? E le tasse sulla casa, dal 2011 addirittura triplicate? Dati Istat: nel 2014 pressione fiscale record al 43.5%. Renzi e Alfano a casa! E l’Italia riparte”. Su twitter Matteo Salvini, segretario della Lega nord.

“Matteo Renzi dei miracoli: cancella le clausole di salvaguardia, non mette nuove tasse, non fa tagli. E chi è Mandrake?”. Lo scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio.

“Caro Renzi, le coperture per gli 80 euro il tuo governo le ha trovate introducendo nuove tasse. Imu agricola ti dice niente? Basta prendere in giro gli italiani”. Lo scrive su facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

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