TRIPOLI – Due bambine siriane di 8 mesi e 5 anni sono tra i cinque corpi recuperati ieri mattina nel Mar Mediterraneo dopo che una piccola barca di legno si e’ capovolta a circa 22 miglia al largo delle coste libiche. Ne da’ notizia oggi la Croce Rossa.
Secondo i 21 sopravvissuti, soccorsi da Proactiva Open Arms, a bordo viaggiavano 27 persone prima che l’imbarcazione si capovolgesse e ne lasciasse in mare 6. Il gruppo era composto da 8 famiglie siriane che viaggiavano insieme nel Mar Mediterraneo alla ricerca di pace e stabilita’. L’equipaggio della Phoenix – una missione congiunta Moas-Croce Rossa Italiana – che era sulla rotta per un altro salvataggio, si e’ imbattuto nei cadaveri in mare, e ha recuperato successivamente i corpi di due donne, un uomo, e una neonata, mentre un peschereccio ha recuperato il corpo della bambina di cinque anni e lo ha consegnato all’equipaggio Moas-Cri. La ricerca dell’ultimo corpo e’ andata avanti per tutta la giornata, purtroppo senza alcun risultato. L’incidente avviene a circa un anno dalla morte di Aylan Kurdi, il bambino siriano di 3 morto sulla spiaggia turca di Bodrum.
“E’ molto triste e frustrante essere testimoni della tragica perdita di vite umane in mare, in particolare quella di un bambino cosi’ piccolo. E’ tempo che la comunita’ internazionale faccia i conti con questa realta’ e trovi subito vie sicure e legali per coloro che sono piu’ vulnerabili affinche’ possano avvalersi dei diritti e delle tutele cui hanno diritto”, ha detto la cofondatrice del Moas Regina Catrambone. Dall’inizio del conflitto armato in Siria nel 2011, e’ stimato che 50mila bambini abbiano perso la vita.
Secondo l’Unchr, tra gennaio e giugno 2016, i bambini hanno rappresentato il 27% di tutti gli arrivi di migranti in Europa. “Come operatori umanitari – dice il presidente nazionale di Croce Rossa Italiana e vicepresidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Francesco Rocca – stiamo continuando il nostro lavoro salvando le vite in mare, ma questo non e’ sufficiente. Dobbiamo mettere pressione sui nostri Governi perche’ agiscano rapidamente. Non c’e’ piu’ tempo da perdere. Le persone stanno continuando a morire durante le traversate nel Mediterraneo e questo significa che le condoglianze ufficiali e le lacrime dei governi dopo ogni tragedia sono solamente ipocrite, false e inutili. La Comunita’ internazionale non ha aggredito le cause che portano ai flussi migratori, come le guerre e la fame. C’e’ un bisogno immediato di accesso umanitario in ogni parte del viaggio e di vie sicure e legali di arrivo per evitare altre tragedie”. La pronta azione del team a bordo dell’altra imbarcazione Moas Responder ha evitato un’altra tragedia, recuperando da un gommone sgonfio e semiaffondato 146 persone, 40 delle quali erano gia’ finite in acqua. In totale la missione congiunta di Migrant Offshore Aid Station (Moas) e della Croce Rossa Italiana (Cri) – ha tratto in salvo e assistito solo ieri oltre 400 persone che viaggiavano su diverse imbarcazioni. I 21 sopravvissuti e i cinque deceduti sono stati trasferiti sulla nave Moas Responder che sta navigando verso Trapani dove arrivera’ domani mattina alle 10, con un totale di 304 persone a bordo. La Phoenix invece arrivera’ a Catania domani alle 11 per sbarcare 234 persone.