Iraq: attacchi ai cristiani

BAGDHAD – “A Baghdad stanno dando la caccia ai cristiani quartiere per quartiere”, ha denunciato stamani il cardinale Emmanuel Delly III, la più alta autorità cristiana in Iraq. A sua volta monsignor Atanase Matti Shaba Matoka, arcivescovo siro-cattolico di Baghdad, ha aggiunto che:  “nonostante i proclami, il governo non fa nulla per fermare quest’ondata di violenza che ci travolge”.

Anche il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone,  è intervenuto in merito agli attentati contro i cristiani in Iraq. “ Il Vaticano si augura che le autorità irachene prendano in seria considerazione il problema della difesa dei cristiani in Iraq”.  Nelle ultime 24 ore sono state tredici le bombe e due i proiettili di mortaio lanciati contro case, negozi e una chiesa che appartengono a cristiani nella capitale irachena. Dopo appena dieci giorni dalla strage compiuta da un comando nella chiesa siro-cattolica di Baghdad, Saiydat al Najat, Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, la più sanguinosa degli ultimi due anni, si registrano dunque nuovi attacchi alla comunità cristiana della capitale irachena. Si è trattato di attacchi condotti tra ieri sera e questa mattina. Il bilancio alla fine è stato di 3 morti e 26 feriti. Tra i feriti anche un bimbo di quattro mesi. Al Qaeda ha mantenuto la parola. Nei giorni scorsi aveva minacciato altri attacchi ai cristiani, affermando che essi sono un bersaglio legittimo delle milizie terroriste. Una dura condanna agli attacchi è giunta dal ministero degli Esteri italiano. Oltre alle perdite in vite umane si sono registrati anche ingenti danni materiali e inoltre, cosa a cui forse puntavano i terroristi, si è ulteriormente alimentato il terrore tra la gente della comunità cristiana di Baghdad. E in molti, terrorizzati, ora vogliono lasciare la città. Il vescovo caldeo di Baghdad, Shmlimoune Wardouni l’aveva preannunciato, nei giorni scorsi, che le minacce dei miliziani islamici rischiavano di accelerare l’esodo dei cristiani dal Paese medio orientale. Un esodo iniziato nel 2003 dopo il rovesciamento del regime di Saddam Hussein. Negli ultimi sette anni infatti, i cristiani in Iraq sono passati da 450mila a 150mila questo a causa di un massiccio esodo verso i Paesi confinanti, l’Europa, il Nord America e l’Australia. La metà dell’intera popolazione cristiana vive a Baghdad, il 40 per cento nel nord dell’Iraq, soprattutto nelle città di Mosul, Erbil, Dohuk e Kirkuk.

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