Libia. Ma quale tregua di Gheddafi, questo è un genocidio. Peggio di Piazza Tienamen

ROMA – Le voci  erano rimbalzate ovunque portando  un certo ottimismo sulla situazione libica. Sembrava, infatti, che fosse stato raggiunta una tregua tra oppositori e milizie mercenarie guidate da Gheddafi.

Invece la situazione è rimasta tale e quale, anzi è addirittura peggiorata. Almeno questo è quanto trapela dalle poche informazioni, spesso contrastanti tra loro,  che giungono dalla Libia. Notizie incerte e spesso trasformate dalla propaganda di regime, visto la censura imposta dallo stato africano.

Si continua a combattere a Ras Lanuf, la città petrolifera nell’est del Paese, dove ormai infuria una feroce battaglia nella quale Gheddafi avrebbe mobilitato anche l’Aviazione che ha sgnaciato una pioggia di bombe.
A Ben Jawad, invece,   i ribelli sarebbero stati costretti al ritiro. Un testimone ha raccontato che i governativi stanno facendo uso di scudi umani contro i rivoltosi per avanzare all’interno della città.  Anche a Misurata  i tank dei miliziani capinati da Khmais Gheddafi, figlio del rais, avrebbero guadagnato terreno . “Stanno distruggendo tutto quello che trovano. Usano artiglieria e carri armati. Gli insorti stanno facendo del loro meglio per evitare che i fedeli al regime possano raggiungere il centro della città” ha detto telefonicamente un testimone oculare. I ribelli dal canto loro smentiscono. “La città è da due settimane è sotto il nostro controllo –  precisano – ed ora la situazione è tranquilla. Per gli oppositori, le notizie sulla riconquista di Ras Lanuf e Tobruk sono solo mera propaganda del regime di Gheddafi. A Zawiya, invece, i fedeli del regime – stando alle testimonianze giunte dal posto – non sono ancora riusciti a conquistare la città, dove da ieri sono in corso violenti scontri. Insomma la battaglia continua mentre l’occidente assiste silenziosamente.

Che la situazione sia degenerata lo denuncia anche Amnesty International, facendo notare che la situazione libica – a differenza delle affermazioni di Gheddafi –  è molto peggiore per numero di morti e feriti rispetto alla protesta cinese di  piazza Tienanmen. “Non si riescono a contare quante salme arrivano negli obitori, perchè le famiglie le seppelliscono in fretta e furia” ha detto il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury. D’altra parte le affermazioni dell’ex ministro della Giustizia libico, ora a capo del Consiglio nazionale dell’opposizione, Mustafa Abdel Jalil, non lasciano dubbi: “Muammar Gheddafi non lascerà facilmente il suo paese, prima di morire sarebbe capace di compiere un genocidio”.

Tuttavia il rais continua a negare di fronte all’evidenza. In un’intervista rilasciata al settimanale francese Le Journal du Dimanche,il leader libico  ha invitato  una commissione d’inchiesta dell’Onu o dell’Unione africana a venire qui e ad andare a vedere sul campo,senza alcun ostacolo. Gheddafi ha detto di essere impegnato in una guerra contro il terrorismo e si è detto  sorpreso che nessuno lo comprenda . “I nostri servizi di sicurezza  cooperano – ha detto –  e  vi abbiamo aiutato molto in questi anni, perché quando noi siamo in guerra con i terroristi qui in Libia, nessuno ricambia l’aiuto?” Poi il leader Gheddafi alza il tiro e avverte: “Migliaia di persone invaderanno l’Europa dalla Libia, e non ci sarà nessuno a fermarli”. E poi aggiunge ancora: “Se si minaccia, si destabilizza, si andrà verso la confusione, verso Bin Laden e i gruppuscoli armati. Avrete Bin Laden alle vostre porte, ci sarà una jihad islamica davanti a voi”, prosegue il raìs. “Io non lo lascerei accadere”.
Ma ormai  Gheddafi ha perso la sua credibilità e nessuno si fida più del dittatore sanguinario.

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