Francia. Hollande accontenta tutti, anche gli italiani che fanno finta di non capire

ROMA – Dall’Italia il risultato d’oltralpe è stato atteso con una certa apprensione. Chi vincerà in Francia influenzerà inevitabilmente anche il risultato italiano è stato ripetuto più volte, come una cantilena.

Tuttavia è successo un fatto strano perchè la proclamazione di Francois Hollande ha creato non poca confusione. Se Renata Polverini commenta in una nota che “con l’elezione di Hollande i francesi mandano un segnale forte all’Europa: e poi aggiunge, “è tempo che la politica torni in campo; emerge la voglia di cambiamento che è cresciuta nei cittadini travolti dalla crisi”, qualcosa non quadra. Insomma non si capisce più da che parte arrivino i commenti, se a destra o improvvisamente a sinistra o viceversa, dove però i valori della politica spesso non puntano dalla stessa parte, almeno sulla carta.
Raffaele Lauro del Pdl,  parla addirittura della sconfitta di Sarkozy come la morte definitiva del postgollismo e avverte che il vincitore non è affatto compatibile con la crisi economica e la sua presidenza non sarà risolutiva. Commenti opposti che arrivano dallo stesso partito.
Ma andiamo avanti.
Altero Matteoli, l’ex ministro ai Trasporti del Pdl dice che : “con la sconfitta di Sarkozy gli elettori francesi si sono pronunciati contro l’Europa fondata sull’asse Parigi-Berlino. Da domani bisognerà cominciare a costruire una Europa dei popoli fondata sulla solidarietà tra i Paesi membri”.   

Molto più lapidario, invece,  il commento di Lucio Malan del Pdl : “La vittoria di Hollande, accolta con grandissima dignità da Sarkozy, è la sconfitta dell’irragionevolezza del fiscal compact e di Angela Merkel. Solo questo poteva indurre i francesi a votare, sia pure a stretta maggioranza, per un candidato che si basa sul principio del tassa e spendi. Se il presidente uscente avesse difeso maggiormente la sovranità della Francia, anzichè fare le risatine insieme alla cancelliera di Berlino, inizierebbe oggi il suo secondo mandato. L’Italia non può fare finta di nulla continuando ad accettare i diktat mitteleuropei”, conclude Malan. Peccato che Berlino attraverso il suo ambasciatore in Francia abbia già diffuso una reazione un po’ diversa facendo presente che Francia e Germania lavoreranno “insieme ad un patto per la crescita”.

E non solo perchè le congratulazioni arrivano anche dal presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso che si dice convinto di affrontare assieme alla Francia le prossime
sfide.

Insomma nonostante le provocazioni del centro destra italiano, probabilmente ancora sotto choc per l’insperato risultato e  i conseguenti timori del caso, qualcuno sembra voler dimenticare che Hollande è prima di tutto un socialista doc, anzi fu addirittura il vicepresidente dell’Internazionale.  Insomma uno che la sinistra la mastica da sempre e al quale non è mai sfiorato il minimo dubbio di passare al di là della barricata,  nonostante il padre fosse dichiaratamente della fazione opposta.

E di sicuro dopo questa vittoria molti sono convinti che questo vento di cambiamento investirà tutta l’Europa portando novità positive, tant’è che dal centro sinistra si registra  una soddisfazione piuttosto generalizzata.
Bersani commenta la vittoria come: “una bella notizia per l’Europa che attendevamo e credo che questo possa essere un passo determinante per invertire il ciclo disastroso dei governi delle destre e anche per sconfiggere questi venti populisti e regressivi che si fanno sentire in Europa”.

Di Pietro parla di un “punto di svolta”. “I cittadini francesi,   attraverso il voto, – puntualizza l’ex magistrato di Mani Pulite – hanno espresso la loro volontà di cambiamento, indicando una nuova strada da percorrere, sia in Francia che in Europa. Il risultato di queste presidenziali può rafforzare la dimensione politica e sociale dell’Unione Europea che non deve più rispondere alle logiche finanziarie degli speculatori e alle banche, ma deve essere più attenta alle istanze dei cittadini che la abitano. Certamente non sarà un compito facile, ma riteniamo sia indispensabile definire nuove politiche europee che rilancino la crescita, l’occupazione e la giustizia sociale”.

Unico neo un po’ fuori luogo arriva da Francesco Rutelli, che lancia un avvertimento al nuovo inquilino dell’Eliseo: “Hollande non sia prigioniero dell’estrema sinistra”, auspica l’ex radicale. Quale sia la viscerale paura di Rutelli non è data a sapere, ma di certo i comunisti i bambini non li mangiano più. E visto la sua età il pericolo è più che superato.

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