La “libertà” nell’era Berlusconi

ROMA – “Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza” diceva Benjamin Franklin.

Non mancano giorni in cui non ci siano gli spunti per poter riflettere sull’attualità di questa frase.
Ieri il presidente del Consiglio è intervenuto al Palasharp di Milano per una iniziativa elettorale a sostegno di Letizia Moratti. L’evento ha offerto a Berlusconi  l’ennesima occasione per cominciare o meglio ri-cominciare, come è ormai consuetudine, ad attaccare i pm di Milano definendoli “un cancro da estirpare”. Non si è però limitato a questo e ha continuato asserendo di non tenere in alcun conto le critiche che gli pervengono dalla Consulta “di sinistra” e ha chiosato con un già più volte sentito “Io ho salvato l’Italia dal comunismo”.  Nel comizio ha affrontato in realtà anche altri temi tra i quali la scuola, le tasse, l’immigrazione e a tal proposito si è espresso in questo modo: “La sinistra vuole solo far nascere templi musulmani……per la sinistra non ci devono essere freni all’immigrazione clandestina, vuole spalancare le frontiere. La loro strategia è di fare entrare i clandestini, dargli il voto dopo cinque anni e cambiare gli equilibri elettorali”. Preoccupante a dire il vero anche la storiella raccontata, più delle solite barzellete a sfondo sessuale:  “una volta c’era un dittatore, un tiranno, un uomo che possedeva televisioni, giornali e anche la squadra di calcio. A questo punto un bambino chiede: “E adesso?”. Adesso c’è ancora”.  E giù risate e applausi dei suoi sostenitori.

Questo accade mentre a Roma in Piazza Venezia vengono esposti in bella mostra dei carriarmati (come una sorta di promemoria?!), mentre a risolvere il problema dei rifiuti a Napoli interviene ancora una volta l’esercito, mentre si circola per le strade e si vedono appostate camionette dell’esercito  a difesa dei famosi “obiettivi sensibili”, quindi dalle metropolitane alle piazze, per rendere sempre più sicuro “il nostro futuro”. Eppure l’esercito per le strade è sempre stata la condizione per dubitare della democraticità di un Paese. In Europa infatti, a differenza del Belpaese,  non vengono mai utilizzate forze armate per compiti di pubblica sicurezza, tantomeno per  la raccolta dei rifiuti urbani. Ma l’Italia è un paese strano (dove non ci sono fondi per le forze dell’ordine, ma dove si spendono  3miliardi di euro all’anno per le missioni “di pace”) un paese dove ci si adatta un po’ a tutto e dove ci si distrae dai problemi reali con una certa facilità e leggerezza. E’ pur vero che se l’opposizione balbetta, se gli intellettuali una volta garanti di valori democratici latitano, se i “vate” della cultura tuonano frasi del tipo: “La Biennale è mia”, pretendendo l’esclusiva gestione di un bene collettivo, non c’è poi così tanto da meravigliarsi. L’impressione è però che il recinto si stia sempre più restringendo e gli spazi di manovra siano sempre più limitati, non resta che bloccare definitivamente le vie di uscita con una buona scusa e buttar via la chiave.
Indro Montanelli, che proprio uomo di sinistra non era, affermava “La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi”.  Questo dovrebbe far riflettere. Come dovrebbe far riflettere quanto riportato di seguito e tratto da Wikipedia in relazione al colpo di stato in Grecia del 1967…..

L’ideologia dei colonnelli
“I colonnelli preferivano riferirsi al colpo di stato del 21 aprile del 1967 come a una rivoluzione per salvare la nazione. La loro giustificazione ufficiale fu che cospiratori comunisti si fossero infiltrati nella burocrazia, nelle università, nei centri di comunicazione ed anche nell’esercito, rendendo quindi necessaria un’azione drastica per proteggere la Grecia da un rivolgimento. Così la principale caratteristica della Giunta fu un implacabile anticomunismo unito alla costante battaglia contro gli invisibili, ma sempre presenti, agenti del comunismo.
La creazione di nemici veri e fittizi fu una pratica usuale.  Ateismo, cultura pop, musica rock, hippies erano aspetti della cospirazione comunista. Nazionalismo e moralismo cristiano divennero i valori principali”.  
Tratto da Wikipedia

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