Governo ottiene la fiducia ma intanto Napoli affoga

ROMA – Per ventiquattro ore le televisioni hanno bombardato i loro poveri telespettatori con il raduno di Pontida, la folcloristica e a tratti notevolmente comica manifestazione leghista che ogni anno si perpetua fra salsicce e Alberti da Giussano, per quanto diversi mesi dopo la fine del carnevale. Ma il clamore mediatico fornito a questo evento non aveva alcuna ragione di esistere, perché l’appuntamento agreste dei padani è stato soltanto un evidente espediente da mostrare ai propri elettori, una finta prova di forza e di esistenza in vita.

LA FINTA LEGA DI LOTTA. Bossi e i suoi gerarchi dovevano rabbonire in qualche modo i loro elettori ed hanno stilato una sorta di programma, una lista della spesa per sedare gli appetiti, alquanto corposi, dei militanti. “Oggi se si andasse a votare vincerebbe la sinistra” ha detto il Senatur e quindi meglio continuare a sostenere il magnate di Arcore, nonostante sia inviso alla maggior parte degli elettori padani. Specchio fedele delle mistificazioni del Carroccio è stata la richiesta ultimativa del trasferimento dei ministeri al Nord. Non solo la richiesta era in piena contraddizione con il federalismo, dato che i ministeri sono il cuore pulsante del potere centrale che, secondo le loro confuse idee, dovrebbe essere sostituito in massima parte con la devoluzione, ma si è tradotta, in un accordo di ieri notte, nella semplice apertura di sedi di rappresentanza in Lombardia, peraltro già esistenti da tempo.

BERLUSCONI INCASSA. Intanto il premier oggi, durante la verifica parlamentare richiesta dal Presidente Napolitano, ha rilanciato il suo ottimismo di facciata, asserendo di essere certo che “il governo uscirà rafforzato da questo passaggio parlamentare. Le richieste di dimissioni sono un mero esercizio di propaganda, nessuno riuscirà mai a dividerci dalla Lega”. lui si dice sicuro che “non c’è alternativa a questo governo, le tre o quattro opposizioni sono divise tra loro e non sono in grado di esprimere un leader. Insomma le contraddizioni della minoranza sono più gravi dei travagli della maggioranza”. Poi ha incassato il voto di fiducia al “decreto sviluppo”, con un voto in più della maggioranza richiesta (316). Non solo, ma anche l’ultimatum (che poi è sempre un penultimatum) della Lega sul ritiro dei nostri contingenti militari all’estero è slittata a settembre, quando dovranno essere rifinanziate le missioni. Per un po’ la voce grossa leghista ha sedato i mal di pancia dei militanti e mostrato di essere soltanto, appunto, una voce.

LA CRISI NAPOLETANA. Tutto ciò non impedisce comunque al governo di continuare nel suo sporco gioco sulla pelle dei napoletani, attanagliati dai rifiuti. L’Esecutivo si rifiuta di approvare un decreto legge che consentirebbe il trasporto temporaneo della spazzatura in Comuni e Regioni disposte ad accettarli. Il diniego ha l’evidente sapore di una punizione verso i cittadini partenopei che hanno plebiscitato De Magistris, negando al sistema di potere camorristico gli investimenti miliardari sul termovalorizzatore. Quello stesso decreto che sarebbe stato già approvato se a guidare Palazzo Marino ci fosse stato ora Lettieri, favorevole al termovalorizzatore.

Questo è il governo che gli italiani probabilmente dovranno sopportare fino al 2013, con un leader pesantemente azzoppato, una Lega dove le crepe cominciano ad allargarsi a dismisura e una crisi economica che ci avvicina sempre di più alla Spagna e al Portogallo, mostrando l a drammatica inconsistenza delle misure del ministro Tremonti in quasi otto anni di dominio incontrastato su via XX settembre.

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