ROMA – Il tragico attentato di Brindisi che ha provocato la morte della sedicenne Melissa Bassi, sembrava fosse arrivato ad una svolta decisiva. Poi invece no. Pochi minuti dopo, sì. E poi ancora sospetti che alimentano dubbi, che sbriciolano le precedenti certezze.
Hanno identificato l’uomo dell’immagine, lo hanno preso, lo hanno interrogato, lo hanno rilasciato perchè non c’è nessun indagato.
E ancora: sono arrivate tre bombole in Questura. E poi: c’era un uomo dietro alla volante accovacciato nel sedile posteriore di un auto della Polizia. Chi era? Un sospetto, un testimone oculare o forse colui che ha premuto il telecomando della strage? È probabile che l’uomo sia stato portato ad effettuare una serie di riscontri al racconto fornito agli investigatori, hanno commentato quotidiani e agenzie stampa.
Insomma i media come falchi nella notte alla ricerca di una debole preda hanno scritto di tutto e di più. Tutti si sono immediatamente trasformati in Sherlock Holmes alla ricerca di una verità, per ora lontana, attraverso strane peripezie investigative fino ad arrivare a congetture bizzarre e fantasiose.
Ogni movimento, anche quello più impercettibile che ha vibrato in questa città dilaniata da una tragedia immane, è stato registrato, memorizzato e infine elaborato con la massima celerità per dare in pasto all’opinione pubblica l'”ultima notizia, quella fresca, quella che non puzza di pesce comprato qualche ora prima.
Peccato che trascorso qualche minuto arrivava un altro particolare a farcire la vicenda, poi la smentita, e così via dicendo. Il teatrino dura ormai da quando quella bomba è maledettamente esplosa davanti alla scuola Morvillo Falcone. Questo purtroppo per ora è l’unico fatto certo assieme a quello che adesso i magistrati indagano per strage aggravata dalla finalità di terrorismo.
Perfino l’immagine del probabile attentatore che La Stampa ha lanciato come una sua esclusiva attraverso il sito web ha fatto andare su tutte le furie il procuratore di Lecce. Come non dissentire nel vedere atti importanti, prove inequivocabili per gli investigatori dati in pasto ancora ai media come fossero la rivelazione del secolo.
E’ proprio così che si crea la cosiddetta confusione, anzi il casino per dirla senza mezzi termini.
E così le notizie a volte discordanti a volte troppo simili da sembrare finte si sono succedute ad un ritmo impressionante, specie dopo la messa in onda dell’uomo immortalato nel famoso video. “Un uomo solo, disperato, accecato dall’odio e alla ricerca di un improbabile risarcimento psicologico. Questo il profilo dell’attentatore di Brindisi ipotizzato da un autorevole psichiatra che ne ha delineato il profilo attraverso elementi resi noti dagli inquirenti.
Insomma c’è da stare attenti. Appena gli investigatori, quelli veri, aprono bocca il cronista è lì impassibile, pronto a spremersi le meningi per trarre le sue conclusioni nel minor tempo possibile. Ci vorrebbe proprio un po’ di silenzio e di rispetto. E non per dimenticare, perchè nessuno vuole che questa brutta storia diventi l’ennesimo mistero italiano, ma per lasciar lavorare chi ha le competenze per farlo.
Gli Sherlock Holmes meglio lasciarli seduti in poltrona a fumare la pipa, almeno fino a quando qualcuno che ha voci in capitolo ci dirà come stanno veramente le cose.