Sospeso il preside della scuola Morvillo Falcone. Il difensore di Vantaggiato pensa al ricorso
ROMA – A Brindisi il capo della Polizia Francesco Cirillo, in occasione della Terza Conferenza sul crimine transnazionale, ha detto che nell’ambito dell’inchiesta dell’attentato davanti alla scuola Morvillo Falcone “ci sono stati riscontri ottimi in pochi giorni, ed è stato possibile perchè sono stati coniugati i risultati delle analisi con il territorio”. E difatti è vero. In pochi giorni è stato assicurato alla giustizia l’imprenditore di Copertino Giovanni Vantaggiato, l’attentatore reo confesso che il 19 maggio scorso ha fatto esplodere una bomba uccidendo la giovane Melissa Bassi e ferendo altri 5 studenti. Tuttavia dal suo arresto la vicenda si è ingarbugliata sempre di più alimentando una gran confusione tra discutibili fughe di notizie gettate in pasto all’opinione pubblica già disorientata, ipotesi alquanto bizzarre e provvedimenti dell’ultimo minuto.
Oggi è addirittura arrivata la sospensione del preside della scuola Angelo Rampino “per ragioni di opportunità”, come riportano gran parte delle agenzie di stampa, perchè non avrebbe tenuto un comportamento adeguato e fatto delle dichiarazioni dopo la strage.
Si tratta di un provvedimento cautelativo e non disciplinare dovuto al passato del docente, in virtù del quale gli inquirenti lo avevano individuato come possibile bersaglio. Sì, proprio come un “possibile bersaglio”, anche se non si conoscono con precisione le ragioni. Insomma la vicenda è tuttora avvolta da un’impenetrabile mistero, in assenza di un credibile movente, visto che il “mostro di Brindisi”, com’è stato ribattezzato, ha sì confessato il folle gesto, tra l’altro programmato fin dallo scorso Natale, ma non ha precisato con estrema convinzione i motivi per cui ha agito. Rancore con il mondo intero? Vendetta per aver subito due truffe? Affari sporchi per i quali è stato ricattato? Se ne sono dette di tutto e di più per smontare l’enigmatica vicenda. Vantaggiato dal canto suo avrebbe riferito – come riporta l’ordinanza – che voleva effettuare un gesto dimostrativo nei confronti del mondo intero.
E poi ci sono quei documenti in bianco relativi alle operazioni doganali nel settore del commercio di carburanti che Vantaggiato avrebbe tentato di far sparire senza successo. Per quale motivo? Si è anche parlato del famoso pizzino, che come un boss della mafia teneva tra le mani durante il suo arresto e che con ogni probabilità avrebbe voluto recapitare alla moglie per chiederle di bruciare alcuni documenti. Sempre in quel frangente Vantaggiato avrebbe anche telefonato alla consorte impartendo un ordine: “fai sparire la macchina”.
Per questo motivo gli inquirenti continuano a indagare sul 68enne, sulla sua vita e sulla sua attività commerciale non escludendo il fatto che abbia agito da solo, altrimenti qualcuno si sarebbe accorto che stava preparando un attentato di quelle proporzioni. D’altra parte confezionare tre bombole a gas, che non passano certo inosservate, collegarle e piazzarle davanti a un edificio scolastico senza destare il benchè minimo sospetto è alquanto strano, se non addirittura impossibile.
Infatti, la presenza di altre persone sul luogo del delitto, almeno nelle fasi preparatorie che avrebbero aiutato Vantaggiato, sarebbe confermata dalle dichiarazioni dello stesso indagato e da testimoni. Questo emerge nell’ordinanza di custodia cautelare nella quale si cita una persona che ha dichiarato di aver notato verso l’1 e 30 del 19 maggio nei pressi del chiosco un uomo che spingeva un bidone della spazzatura munito di ruote tenendolo dalla parte delle maniglie inclinato verso il suo corpo e che andava in direzione della scuola. Ma con un particolare che la corporatura dell’uomo non è quella di Vantaggiato.
Non si è fatta attendere la replica del difensore di Giovanni, Franco Orlando, il quale parlando con i giornalisti ha precisato che il suo assistito ha agito da solo e se a volte ha parlato al plurale è solo frutto di un intercalare. Per questo Orlando sta valutando l’ipotesi di presentare ricorso.