Berlusconi: “Sotto la morsa dello stato di polizia”. L’opposizone: “Siamo al delirio”

ROMA – Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è intervenuto telefonicamente alla manifestazione del Pdl a Cuneo. Il solito fiume di parole, anzi, i soliti slogan che ci allontanano da questa paralisi politico-economica in cui l’Italia versa e ci ricordano quanto sarà difficile uscirne, almeno se le persone che guidano il Paese non cambieranno.

Ed è proprio qui il nocciolo della questione perchè gli scongiuri di Berlusconi tentano di allontanare questa ipotesi con tutti i mezzi a disposizione.
“Non ci lasceremo abbattere il morale  da un’opposizione che continua a dire sempre le stesse cose come un disco rotto”, ha detto. “Trovatemi un leader dell’opposizione che vada d’accordo con gli altri e a cui l’Ue potrebbe dare cerdito”. E poi aggiunge: “Il credito dell’Ue nei confronti dell’Italia  si inabisserebbe con la sinistra al governo”.
Proclami che lasciano sgomenti, perchè ormai la quarta carica dello Stato sembra avere preso la residenza in qualche isola del Pacifico, dove i problemi reali degli italiani non lo sfiorano neppure.
Ed ecco arrivare la solita ciliegina sulla torta:  “Il governo  andrà avanti e farà le riforme che gli italiani ci chiedono, necessarie per ammodernare il Paese”, incalza il premier.
“Ogni giorno – continua  – ci chiedono, comunisti e post-comunisti in testa, che il governo faccia un passo indietro. Ma stiano tranquilli, non possiamo andare dietro le aspettative dei media e dell’opposizione, non ci dimetteremo se non dopo un voto di sfiducia che in Parlamento ci sentiamo di escludere. Andremo avanti – prosegue ancora Berlusconi – perchè abbiamo una maggioranza coesa, solida, sicura che potrà fare finalmente quelle riforme, a partire dalla giustizia, dal fisco, dall’architettura istituzionale dello Stato”.

E ancora il Cavaliere assicura altresì la sua presenza “alla prossima scadenza elettorale, tra un anno e mezzo, con le carte in regola per vincere”. Ma non finisce qui, perchè il vero problema rimane sempre quello di salvarsi con leggi ad personam dai processi che lo vedono direttamente coinvolto, tanto che il suo ex alleato Gianfranco Fini lo ha accusato recentemente di “fare un uso personale delle istituzioni”.
Insomma l’obiettivo rimane quello di far passare in tempi brevi “una legge sulle intercettazioni  per tornare ad essere un paese civile libero” dice il premier, perchè “oggi non lo siamo”. “Quando chiamate al telefono, – aggiunge  –  sentite la morsa dello stato di polizia. I cittadini sentono che c’è uno Stato che non tutela più la nostra privacy”.

Non potevano mancare le allusioni alla recente manovra finanziaria,  che il Cavaliere definisce addirittua come “un miracolo fatto in tre giorni e mezzo”.
“Quando noi abbiamo avuto la certezza che si stava preparando un attacco della speculazione – dice il premier –  mi sono rivolto a Trichet chiedendo il loro intervento; la risposta è stata non difendiamo solo voi ma l’Euro e voi dovete fare sacrifici per anticipare di un anno il pareggio bilancio.  Ebbene –  prosegue il patron di Mediaset – abbiamo fatto la manovra in tre giorni e mezzo, una manovra da 54 mld come nessun governo aveva mai fatto prima. Abbiamo fatto un miracolo”. Questo, rivendica ancora il premier, “è un governo che ha lavorato bene per la difesa dei conti pubblici e questa è la premessa necessaria per tornare a correre”.  Le dichiarazioni del cavaliere agitano le acque nelle fila dell’opposizione, tant’è che Pier Luigi Bersani le definisce “zuccherose, a due passi dal delirio”. Ma è indubbio che l’opposizione non può più stare a guardare come uno spettatore questa sceneggiata che dura da troppo tempo.

“Berlusconi non cambierà mai e questo, se da un lato mi avvilisce umanamente, dall’altro mi preoccupa seriamente per il paese” commenta il capogruppo dell’Italia dei Valori in Senato, Felice Belisario.

“Le affermazioni fatte oggi dal premier sono solo una sequenza di bugie con cui crede ancora di ingannare i cittadini”, aggiunge l’esponente dell’Idv. “Gli sono bastate   le rassicurazioni di Maroni su Romano per millantare una maggioranza compatta che non c’è I cittadini poi, pagano di tasca loro, il miracolo del caos  fatto con la manovra. Il governo non ha e non avrà mai una maggioranza stabile, necessaria per le riforme vere e importanti per il Paese. Andrà avanti a colpi di compravendita per varare leggi salva-premier fin quando imploderà per mano di qualche serpe in seno o perchè finalmente il centrodestra ammetterà la sua incapacità a governare, sotto la pressione di un’opposizione che non si arrende e di una mobilitazione civile senza precedenti”.

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