Spunta la lettera della Bce, ma la sostanza di una politica fallimentare non cambia

ROMA – La “lettera” esiste veramente. Parliamo della fantomatica missiva che il vertice della Bce avrebbe inviato al Nostro governo nei primi giorni di agosto. Dopo la pubblicazione del suo contenuto da parte del Corriere della Sera che ne è venuto in possesso, non possono che nascere spontanee domande e riflessioni serie e maggiormente articolate.

In Questa, si parla di quello che poi sarebbe stato proposto e applicato dal governo Berlusconi. Un piano articolato già deciso, senza un confronto né tanto meno una vera e franca discussione Parlamentare.  La sottolineatura che nei giorni scorsi Furio Colombo aveva lanciato dalle colonne de Il Fatto, sembra essere più che corrispondente alla realtà di quanto apparentemente sembrava: Berlusconi comanda veramente o viene “comandato”?  L’evidenza dei fatti non può che dare ragione alla lucida e sapiente capacità di analisi dell’ex direttore dell’Unità, il quale afferma nell’editoriale in questione, quanto il Premier sembri più vicino ad un agente di commercio presso la Presidenza della Repubblica piuttosto che un capo di Governo. Agente di chi? Poteri forti, probabilmente composti da varie anime (non tutte linde) di cui una è senza dubbio rappresentata dalla “cupola” economico-finanziaria che fa capo al vertice della Bce. Il contenuto di questa lettera è oggi visibile a tutti, e da questo si evince palesemente come l’azione del Nostro governo abbia seguito le “direttive” di Trichet e company. Decisioni non autonome, prive di un confronto vero, serio, dove sia le parti sociali che il mondo del lavoro in generale, per non parlare della politica organizzata, si sono trovate di fronte un piatto pre-confezionato. Dubbia anche l’interpretazione di quanto Mario Sensini scrive nell’articolo sul Corriere; sembra quasi che il governo sia responsabile di non aver fatto fino in fondo il proprio dovere dopo la direttiva della Bce…

 

Doveva forse affossare ancora più marcatamente l’Italia?  Siamo sicuri di aver osservato bene ciò che accade nel Nostro paese dove regna un quadro di scontento e sconforto.  L’indignazione sta scorrendo di piazza in piazza, promuove scioperi, manifestazioni e risposte nettamente contrarie a quanto è stato “suggerito” (o imposto?) da questo governo.  Trichet (ammesso che ne avesse diritto) avrebbe potuto genericamente sollecitare una reazione più incisiva ma senza addentrarsi nel merito dei provvedimenti da adottare.  Un bell’assist ad un governo come quello italiano che non ha tardato a recepire le direttive. Nessun riferimento ad una patrimoniale, nessun accenno alla riduzione delle spese militari, tanto meno ad una riduzione drastica dei “benefici” di una “casta” politica che stona e si distacca come una mosca bianca con quella che in realtà è la situazione in cui versano la maggior parte delle famiglie italiane.   Ma la domanda principale di che scaturisce da queste riflessioni rimanda sempre a due ipotesi: aveva qualche diritto la Bce di intervenire  negli affari interni di uno stato membro condizionandone la politica economica? 

 

L’altra faccia della medaglia e la domanda conseguente è invece quella che riguarda invece la responsabilità del Nostro governo nel fare proprio il “suggerimento” proveniente dalla stessa Bce.(?)  In questo modo ha evidenziato tutta l’inconsistenza del suo operato, sottolineando la miopia (o la volontà?) che ha permeato la Sua azione rivolta a mantenere i privilegi di una classe sociale a sfavore di un’altra.  Abbiamo sempre sostenuto da queste colonne che la situazione è gravissima, forse paragonabile a quella di un malato terminale se si pensa ad un sistema socio-economico che non regge più, che è giunto al capolinea da tempo. Pensare di avere la soluzione a questa crisi è utopistico, ma sicuramente (e sopra sono stati indicati) possono comunque essere messi in pratica interventi atti a dare respiro per consentire una riflessione più corale, ponderata, in modo da non aggravare la forbice della disuguaglianza che si va aprendo sempre di più.

 

Non ci sono dubbi sul fatto che la stessa Bce abbia fatto pure gli orecchi da mercante nei confronti della proposta Prodi sugli Eurobond.  Altrettanto sicuro è il fatto che questa crisi si stia progressivamente impossessando anche dei paesi europei più “solidi”, tanto da spingerli a salvare la propria pelle “affossando” quelli più deboli!  L’Europa non esiste se non sulla carta. Una ristretta cerchia di burocrati che cercano di portare avanti uno spirito di autoconservazione che procura vantaggi ai soliti, non può essere rappresentativa del volere dei Cittadini europei.   Tornando agli “eroi” Nostrani, non possiamo che sottolineare ancora una volta il fallimento politico di un governo, e del suo Capo, che sono riusciti nella non difficile impresa di rendere evidente il distacco da quelle che sono le esigenze diffuse del Popolo italiano.   Nessuno si è mai chiesto se è stata fatta una vera lettura delle condizioni economico-sociali delle famiglie italiane? Eppure i dati si dimostrano impietosi e ci indicano con certezza come la vera ricchezza rimane nelle mani di pochi: solo 2 milioni 380mila famiglie italiane (il 10% del totale), infatti, posseggono il 44,5% della ricchezza netta complessiva, che ammonta a 3.686 miliardi di euro (su un totale di 8.284 miliardi), il che vuol dire mediamente 1.547.750 euro per ogni famiglia di quel 10% più ricco. L’opinione può essere opinabile ma non certo i numeri e le percentuali; questi sono lo specchio di una situazione che richiede un tipo di risposta che non è certo quella “offerta” all’attenzione dei Nostri “condottieri” da Trichet & Draghi.  Pensioni, lavoro, province erano argomenti di pertinenza dei “super-governatori” della Bce?? Visto che la risposta ovvia porta il carattere della negatività chiediamoci quindi se è accettabile che sia ancora questo governo a indicare la strada. Dopo gli eventi giudiziari, la credibilità ormai persa in Italia e all’Estero, ecco spuntare Pilatescamente una linea politica che evidenzia la parzialità di un governo che non fa gli interessi dei propri Cittadini.  Questa volta non si tratta solo (come se non fosse già fatto grave) di escort, ma bensì di fallimento su tutti i fronti!

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe