Governo Monti, unica via per rilanciare la credibilità. Domani le dimissioni del premier

ROMA – E’ solo una questione di ore. Poi, se tutto filerà come da copione. Silvio Berlusconi si recherà al Quirinale e consegnerà nelle mani del Capo dello Stato le sue dimissioni.

Infine, sempre ammesso e concesso che non si presentino intoppi  tali da pregiudicare l’ipotesi più accreditata, sarà Mario Monti a guidare il prossimo governo di transizione, che potrebbe addirittura rimanere in carica 18 mesi, ovvero fino alla scadenza naturale della legislatura. Queste sono le voci più inflazionate. Tuttavia non è detto che anche in questo caso i numeri necessari a Mario Monti per governare  siano poco convincenti. A quel punto l’unica via maestra rimarrebbe quella delle elezioni anticipate.
Intanto a Palazzo Grazioli continuano ad avvicendarsi gli esponenti della maggioranza in un vertice che somiglia a un tira e molla continuo. Il Pdl, com’è ormai noto, è spaccato al suo interno, anche se cerca affannosamente una linea comune, capace di condurli nell’unica via praticabile, ovvero quella di un governo tecnico capace di ristabilire quel clima di credibilità perduta. Ma non solo. Il voto anticipato, infatti,  con questa legge elettorale, potrebbe rappresentare un rischio, ovvero quello di ritrovarsi al punto di partenza con una delle due camere senza la maggioranza.  

Nel frattempo il Partito Democratico punta il dito contro l’Idv che del governo Monti non ne voleva proprio sapere. “Se l’IdV dirà no al governo Monti ci saranno conseguenze sull’alleanza con il Pd”. Lo ha detto la presidente dei senatori democratici, Finocchiaro, tenendo a sottolineare che questo è “un momento in cui le forze politiche devono superare un esame, quello dell’attaccamento al Paese e credo non ci sia altra via che un governo d’emergenza”.  “Se Di Pietro ritiene di non dovere onorare questo vincolo di responsabilità – ha spiegato la Finocchiaro – sappia che questa posizione non sarà senza conseguenze per le future alleanze”.

E sembra che le parole della Finocchiaro abbiano sortito l’effetto desiderato, visto che dal leader dell’Idv ha fatto un’apertura al noto economista. “Nessuna fiducia al buio – ha detto Di Pietro –  ma a Monti come persona ed economista do’ e darò tutto l’appoggio possibile di un partito vero che vuole che faccia riforme e ridia credibilità all’istituzione”. L’ex Pm di mani pulite ha precisato di non poter “dare la fiducia al buio, prima di conoscere chi sono i componenti del governo,quale coalizione l’appoggia ed il programma”. Per Di Pietro gli interventi “di urgenza che Monti farà non devono essere di macelleria sociale” e chiede “chiarezza sui tempi del voto con una nuova legge elettorale”.

Sulla questione è intervenbuto anche il leader del Terzo Polo Pier Ferdinando Casini: “Governo tecnico?  Per noi Monti può fare il governo che vuole” ha detto il leader dell’Udc. E spiega: “se il futuro governo sarà un esecutivo tecnico  è ovvio che l’appoggio sarà esterno per tutti, ma deve essere forte, solidale e responsabile all’altezza delle sfide del Paese”. “Non ci sono margini per ambiguità e scherzetti, già la presenza di Monti ha avuto un riflesso positivo sui mercati. Non complichiamo la vita al manovratore”. Dito puntato contro gli speculatori: “Qualcuno ha avuto piacere che non si guardasse in casa propria perché si guardava all’Italia. Ma la festa è finita”. L’Europa faccia “autocritica”.
Ed è proprio su questa linea anche l’interesse del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale auspica che in tempi brevi si arrivi a definire la spinosa questione del governo per ridare quel pizzico di autorevolezza a un Paese rimasto soggiogato per troppo tempo dalla cecità di un governo che non ha voluto vedere.

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