Ancora scontri in Egitto – muore un bimbo di 9 mesi intossicato dai gas lacrimogeni

IL CAIRO – Si presenta ancora oggi molto caotica, per non dire addirittura scioccante la situazione in Egitto, a dimostrazione di come i processi per arrivare al voto presidenziale si preannunciano carichi di tensione e difficili da gestire. Questa mattina gli scontri tra manifestanti ed agenti della sicurezza egiziana sono ripresi raggiungendo livelli altissimi di tensione e facendo registrare numerosi incidenti.

Oggi lo stesso Alto Commissario Onu per i Diritti umani Navi Pillay, di fronte alla drammatica situazione che sta vivendo in questi giorni l’Egitto, ha condannato le violenze e ha chiesto alle autorità egiziane di mettere fine a quello che è chiaramente un uso e abuso indiscriminato di forza contro i manifestanti.  Le immagini infatti giunte da Piazza Tahrir mostrano scene raccapriccianti, compreso il pestaggio brutale di manifestanti inermi, per non parlare poi dell’utilizzo improprio di gas lacrimogeni, proiettili di gomma e armi da fuoco.
L’agenzia di stampa Dpa riferisce della morte per soffocamento di un neonato di 9 mesi, a causa dei gas lacrimogeni utilizzati dalle forze di sicurezza egiziane a Tanta, città egiziana della regione del Delta del Nilo. Sembra infatti che il bambino fosse stato portato ieri in Piazza dalla mamma e sia poi rimasto coinvolto nel lancio di gas lacrimogeni da parte degli agenti di sicurezza. Mohamed ElBaradei, ex numero uno dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e possibile candidato alle presidenziali, nella notte su Twitter ha parlato di vero e proprio ‘massacro’ riferendosi a  quanto accaduto in questi giorni, ma soprattutto ha fatto riferimento all’uso di gas lacrimogeni e addirittura al possibile utilizzo di  ‘agenti nervini e munizioni’ contro i civili.
Il gas nervino a cui si fa riferimento dovrebbe essere il sarin,  un gas altamente volatile inodore e incolore, devastante in spazi chiusi,  che nell’arco di pochi minuti porterebbe ad avvertire nausea, convulsioni e successivamente condurebbe al coma e poi al decesso per crisi cardiaca o asfissia.

Le voci relative all’uso di questo gas sono state però prontamente smentite dal ministro della Sanità egiziano, Amr Helmi e da fonti militari egiziane; in una nota dei militari si legge infatti: “L’Esercito non ha mai autorizzato l’uso di gas contro i dimostranti né al Cairo, né ad Alessandria, né in altre città del Paese – Uno dei principi fondamentali dell’Esercito è non utilizzare qualsiasi tipo di arma contro i cittadini per evitare di versare il sangue santo degli egiziani”.

Intanto nel pomeriggio sono ripresi gli scontri e al momento si sentono spari nella strada Mohamed Mahmoud, nei pressi del ministero dell’Interno egiziano, nuovamente percorsa da ambulanze a sirene spiegate.
Una fonte medica riferisce che le vittime sarebbero almeno quattro per intossicazione da lacrimogeni, mentre secondo un’altra fonte, una delle vittime sarebbe stata raggiunta da colpi di arma da fuoco. Numerosi testimoni parlano di continuo lancio di lacrimogeni e sono infatti decine i messaggi su Twitter  che invitano a fornire maschere antigas, caschi, occhiali e soprattutto medicinali per gli intossicati negli scontri. “Per favore servono al più presto. Questi ragazzi vanno in prima linea” è quanto si legge.
In queste ore anche le comunità egiziane delle diverse città italiane si stanno mobilitando. I manifestanti hanno chiesto un passo indietro al Consiglio Supremo delle Forze armate, al potere in Egitto. Questa mattina una quindicina di ragazzi hanno protestato davanti l’ambasciata egiziana a villa Ada portando il proprio sostegno alla piazza Tahrir;  hanno simbolicamente trascinato un corpo e poi lo hanno gettato tra i rifiuti (in riferimento al video girato qualche giorno fa su You Tube che mostrava il corpo esanime di un manifestante egiziano, trascinato da agenti di polizia e gettato poi tra i rifiuti) poi al  grido  di ‘Freedom’ si sono gettati a terra come se fossero stati colpiti da pallottole.
Inoltre la sezione italiana del ‘Movimento 6 aprile’ sta organizzando una protesta per  venerdì, davanti all’Ambasciata d’Egitto a Roma, per chiedere la fine del regime militare e una transizione di poteri a un consiglio composto da civili ed eletto dai cittadini. Un’altra grande manifestazione è prevista per il 3 dicembre a Mestre, in provincia di Venezia.  Ad organizzarla è l’esponente della comunità egiziana locale, il giornalista Mohammed Ahmed, in collaborazione con altre associazioni di immigrati del Veneto.

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