Ue, il vertice “ dell’incertezza. Balotelli fa soffrire Anghela

ROMA – Ad  Anghela Merkel  la cena ufficiale è andata di traverso. Lei, non voleva perdersi  lo spettacolo dei suoi “bianchi”. Li aveva seguiti a Danzica accorciando al massimo l’incontro  di Villa Madama con Monti, Hollande e  Rajoy. Arrivo a Roma e ripartenza rapida per Danzica.

Il tempo di una conferenza stampa , dicendo e non dicendo per cortesia nei confronti del padrone di casa, ma sostanzialmente tanti no. Come tanti ne ha pronunciati in questi giorni, fino all’inizio dei lavori del Consiglio della Unione europea. Queata volta  si è persa lo spettacolo.Il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, non ha sentito storie. “ Siamo seri- ha detto-  ci sono cose più importanti da discutere”. Niente da fare, porte chiuse, cena  con prosecuzione dei lavori a tavola imbandita. Ma consiglieri, sherpa dei capi di stato e di governo che seguivano la partita nello spazio adiacente alla sala da pranzo hanno comunicato via sms, quasi una diretta, l’esito dell’incontro. Anghela so è man mano intristita, i gol di Balottelli l’hanno annichilita. Si dice che, per un momento, un momento solo, abbia perso di vista anche i suoi costanti no. A conclusione della giornata si incrociano voci di tentativi di mediazione per quanti riguarda lo “ scudo” contro lo spread  sul quale Monti tiene duro. Le proposte che circolano sono le più varie, ma tutto è ancora generico. Una sola certezza: la road map, il progetto verso una maggiore unità dell’Ue verrà elaborato  entro il 2012. Ancora. Monti avrebbe fatto sapere che solo se passa la proposta italiana co potrebbe essere un voto favorevole sulle conclusioni del vertice. Altra certezza: anche il presidente del Parlamento europeo, il socialista Schultz, si è detto favorevole alla linea per la crescita,per la messa in sicurezza dell’euro e la difesa contro la speculazione proposta da Monti. Dopo la sconfitta della Germania  chissà che la notte non porti consiglio e la partita doppia abbia un lieto fine.

Cronaca di una lunga giornata: tante voci,pochi fatti

 

E’ stata una giornata di stop and go, dopo una serie di incontri informali, nella mattina, fra i leader europei. Dichiarazioni colte al volo, interviste più meditate, smentite ad interviste concesse qualche ora prima. Piani, progetti messi a  punto dal presidente della Bce, Draghi, dal presidente della Commissione europea, Barroso, dal presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy,dal presidente dell’Eurogruppo, Yunker, sono al centro della prima tornata di lavori. Una “ road map”,qualcuno ha parlato di una “ nuova Yalta”per delineare il futuro dell’Europa  fondato su quattro “pilastrii” che riguardano una nuova disciplina dei bilanci dei singoli stati, una sorta di bilancio comunitario, con un cane da guardia che morde chi sgarra, comuni politiche fiscali, bancarie, rafforzamento democratico, un ruolo di controllo del Parlamento europeo.  Ma questa road map per prendere il via ed andare a regime ha bisogno di alcuni anni di lavoro. C’è chi parla addirittura del 2018 come possibile traguardo.

 Necessari interventi immediati contro la speculazione

Ma la situazione dell’Europa è talmente grave che richiede interventi immediati, in primo luogo per abbassare i tassi di interessi che pagano paesi come la Spagna e l’Italia, che hanno già devastato altri paesi come la Greca. Proprio mentre iniziavano i lavori del Consiglio la speculazione, che non è un’entità astratta ma riguarda grandi gruppi finanziari che dettano legge sui mercati, lo spread, cartina di tornasole della speculazione, fra Bot e Bund Sali, qualcuno ha detto una pugnalata a Monti, che metteva una targa alla recessione parlando di “ abisso”in cui l nostro Paese si trova, con una perdita annunciata di un milione e mezzo di posti di lavoro, il Pil che scende più in basso del previsto. Solo nella seconda metà del 2013, forse, dice Confindustria,qualche cenno di ripresa tanto da supporre che il pareggio di bilancio, sempre nel 2013, non sarebbe raggiunto. Già il pareggio di bilancio, l’imposizione della Ue al nostro Paese, accettata da Berlusconi e subita passivamente da Monti, ha creato le grandi difficoltà che stiamo vivendo. Monti gioca una partita molto difficile. Ne ha piena consapevolezza, tanto da aver messo in allarme i ministri che devono rendersi “ disponibili” nelle due giornate del Consiglio e già domenica riunirà i ministri più interessati per preparare il consiglio dei ministri sullo spending revieuw.

Monti insiste sullo “ scudo”  ma Merkel dice no

Monti insiste sullo “scudo” anti spread, sugli eurobond, sulla necessità di utilizzare le risorse dei fondi salva-stati per garantire, attraverso acquisti “calmieranti” dei bond statali, una  difesa dei paesi “virtuosi”. E’ arrivato a proporre uno scambio,  si alla  tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie su cui Merkel ha dato il via libera, .per avere il sì allo scudo”. O meglio: “ sì allo scudo per avere il sì alla tobin tax”. Era apparso che


il ministro tedesco delle finanze, Wolfgang Schaeuble,aprisse sull’uso dei titoli di stato ma s è trattato di un equivoco, dice lo stesso Schaeuble . In una intervista’intervista al Wall Street Journal ha citato tra le misure possibili a breve anche gli acquisti diretti dei titoli di Stato attraverso i fondi di salvataggio europei Efsf e Esm . Poi è arrivata la precisazione che ha gelato anche i più cauti ottimismi. Una fonte autorizzata della Ue ha affermato che  l’Eurozona ha già a disposizione “un raffinato strumentario”, costituito, appunto,  dall’Efsf e dall’Esm che sono “a disposizione” dei paesi che dovessero averne bisogno. ” Scudo anti spread bocciato, rinviato, forse, a quando ci sarà “uno zar” che decide sui bilanci dei singoli stati.

Hollande a sostegno delle proposte italiane

 Monti insiste, è deciso a dare battaglia, anche andando avanti ad oltranza. La sua proposta è condivida dal presidente francese, Hollande, ha detto di contare sul vertice “affinché ci siano delle soluzioni molto rapide per sostenere i paesi in difficoltà sui mercati e che hanno fatto sforzi notevoli” su risanamento e riforme. “Se avremo più crescita, delle misure di medio termine-  ha aggiunto – per la stabilità dell’euro e delle misure immediate per sostenere i Paesi che hanno fatto degli sforzi e non possono sopportare dei tassi di interesse troppo elevati, avremmo fatto un buon lavoro”. 



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