Moody’s. L’Italia affondata, Monti incontra i super-ricchi a porte chiuse

Il giudizio dell’agenzia americana Moody’s è arrivato come uno schiaffo.Due gradini in meno sulla scala di valutazione dei debiti sovrani hanno portato il Belpaese da A3 a Baa2 in scomoda compagnia di paesi considerati, in qualche caso generosamente, emergenti.

A questo declassamento è  arrivata una risposta del governo con i ministri Passera e Terzi, dell’Unione europea,   di Pd, Pdl,Udc, Confindustria,che accusano l’agenzia di incarnare il conflitto di interessi e di assegnare il rating secondo le convenienze dei propri azionisti. La procura di Trani, a questo proposito, ha aperto una indagine che coinvolge dirigenti della Agenzia  proprio al riguardo dei giudizi che esprime. La pensa diversamente Felice Belisario, presidente del gruppo Italia dei Valori al Senato, secondo cui pur avendo le agenzie di rating “le loro responsabilità nella speculazione finanziaria e nella crisi economica”  “il declassamento dell’Italia è nei fatti: con il Governo Monti il Paese è in recessione, la disoccupazione aumenta e non ci sono prospettive di crescita”.Il Governo e la maggioranza, secondo Belisario “sono ormai al tappeto”. L’esponente dipietrista coglie l’occasione per invitare a tornare al voto “prima che il Paese venga trascinato definitivamente sul lastrico”. Ma Moody’s a parte, vista la scarsa credibilità, la gravità della situazione del nostro paese e ogni giorno testimoniata dai dati che riguardano lo stato del Paese. Mentre l’agenzia di rating esprimeva le sue valutazioni  l’Istat diffondeva il dato su di un tasso di inflazione che, nonostante una economia agonizzante rialza la testa e fa segnare più 0,2 per cento sul mese precedente e più 3,3 per cento nell’anno. Non solo. A chiusura dei mercati ancora una volta lo spread fra titoli di stato italiani e bund tedeschi si manteneva  in zona pericolosa, verso i 480 punti con un rendimento vicino al 6%, una vera e propria mazzata.

Il premier  a Sun Valley a discutere con i ricconi

Mentre Moody’s era intenta a colpire una sempre più vacillante credibilità di cui il Governo Monti gode in patria, il nostro Professore era  impegnato  a  Sun Valley, lussuosa località sciistica in Idaho, Stati Uniti, per partecipare alla trentesima edizione della conferenza Allen & Co insieme ad un nutrito gruppo di miliardari e guru dei media e dell’hi-tech.
Fra i partecipanti oltre al nostro premier, per gli italiani, il presidente di Fiat John Elkann e Zoppas il sindaco di New York Michael Bloomberg, il sindaco di Chicago Rahm Emanuel, l’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, e l’amministratore delegato di Apple Tim Cook, il presidente di Google Eric Schmidt e Rupert Murdoch. Un centinaio di persone alla cena che e’ stata seguita da un incontro piu’ informale al bar Duchin del Sun Valley Lodge, l’albergo multi stellato che ospita i miliardari arrivati a Sun Valley per la conferenza.Tutto ciò a porte chiuse. Come già avvenuto per  altri viaggi, quello in Cina in particolare, il premier, fanno filtrare fonti di Palazzo Chigi, avrebbe un calendario di incontri, nell’ambito della conferenza, per cercare di convincere  miliardari, esponenti del mondo della grande finanza ad investire nel nostro Paese. Fino ad oggi questi incontri non hanno  avuto alcun esito. E da Sun Valley si fa sentire anche Monti il quale fa presente che la vendita dei titoli è andata bene malgrado il declassamento dell’agenzia di rating, che sia dall’Unione europea e anche das Anghela Merkel, sono venuti giudizi positivi sull’operato del governo italiano. “ Dovremmo essere premiati- ha detto-invece siamo puniti.”
Il  Presidente del Consiglio, sorvola sul fatto che il termometro dei mercati, lo spread, non va giù, che i rendimenti dei nostri titoli sono alti, aggravano il debito pubblico, che i sacrifici non sono stati sufficienti per uscire dalla recessione, che dovranno essere ancora più grandi e più duri, che servono ancora sei miliardi. Lo stesso annuncio di Moody’s, a parte la credibilità dell’agenzia, è comunque un segnale: che bisogna cambiar ricetta, che gli investimenti non arriveranno dai miliardari di Sun Valley, che a pagare non possono essere sempre i soliti.

 

Condividi sui social

Articoli correlati