Articolo 18. Il mistero di un testo che non c’è

ROMA – E’ un coro ormai. Da Seul, a Tokyo, a Pechino, fino al petrolifero Kazachistan, tutti i “potenti” che Monti incontrano gli chiedono ma l’articolo 18 a che punto è?

Approvatelo in fretta come lo avete proposto che noi vi inviamo una “paccata,” direbbe il ministro Fornero, di investimenti.  “ In realtà “ molta attesa c’è in Italia  perché un testo  ufficiale non esiste ancora. Dice Susanna Camusso che si sta facendo una “ discussione fantascientifica, non seria”.

Monti sarebbe orientato ad una legge delega

Il confindustriale “ Sole-24 Ore” butta lì una notizia: Monti sarebbe  ancora incerto se optare per un Disegno di legge ordinario, un Ddl delega o un Ddl che contenga alcune deleghe”. Le due ultime ipotesi  fanno \desumere uno”spacchettamento” delle misure che compongono la riforma. Tradotto: la normativa relativa all’articolo 18 potrebbe far parte di una delega particolare. In questo caso lo scontro in Parlamento sarebbe  ridotto, di fatto, solo al reintegro in caso di  licenziamenti economici non veritieri. Non basta. “Repubblica” lancia uno scoop in merito al lavoro che stanno facendo gli esperti del ministero di Giustizia e insieme a quelli del Lavoro. Anche di fronte a rischi di incostituzionalità di cui avevano parlato  sia giuslavoristi che il segretario del Pd, Bersani,  nel gruppo sarebbero emersi  molti sui  “licenziamenti facili” per motivi economici. La “bozza Fornero” approvata dal consiglio dei ministri prevede sia il lavoratore a dimostrare  che i motivi economici nascondono  una discriminazione.
L’onere della prova non dovrebbe spettare al licenziato

Secondo  il gruppo di lavoro invece dovrebbero essere i  giudici a stabilire i reali motivi del licenziamento. Si aprirebbe  un problema fondamentale. In Germania il giudice interviene automaticamente nei casi di licenziamenti individuali. Il licenziato  non ha l’onere della prova. E se il giudice dovesse riconoscere che c’è stata discriminazione, ovviamente scatterebbe anche l’obbligo di reintegro previsto dalle stessa  “ bozza Fornero” nel caso di  di licenziamento per motivi discriminatori.   Indiscrezioni fasulle ? Può darsi, ma ancor di più si avverte l’esigenza che vi sia un testo su cui discutere e confrontarsi. Se ,fra  i “potenti” del mondo  c’è “molta attesa””per l’approvazione di questa riforma perché non c’è ancora un testo da inviare in Parlamento? Misteri. Il presidente del Consiglio scrive una lettera al Corriere della Sera ma di ciò non parla. Si “rammarica” per le “vive reazioni” che si sono avute in Italia  alle sue affermazioni sui partiti che non hanno consenso, “tanto più- dice-che quelle considerazioni, espresse nel corso di un lungo intervento in inglese, avevano l’obiettivo opposto a quello che, fuori dal contesto, è stato loro attribuito”.  Bersani prende atto, trova “ positiva” la lettera ma non perde occasione per dire :“ Non è che ne santissimo il bisogno.” Poi rilancia: “ La riforma del lavoro andrà avanti ma per noi i diritti dei lavoratori sono un punto basico. Neppure in Portogallo che è un paese molto sorvegliato da Ue e Fondo monetario internazionale- dice- si toglie la possibilità di reintegro da parte dei giudici”.

Congresso Ugl .I sindacati confermano: modifiche in Parlamento

E delle modifiche alla riforma  si parla al Congresso dell’Ugl. Dice il segretario generale,Centrella:”Le modifiche che non siamo riusciti ad ottenere al tavolo, ci auguriamo le facciano le forze politiche in Parlamento. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma siamo anche pronti a manifestare, come ha deciso di fare la Cgil’”. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni,   afferma che “se l’Esecutivo accetterà il reintegro sui licenziamenti economici, come prevede il modello tedesco, il problema è risolto. E si può iniziare la battaglia per la crescita”.  Angeletti , segretario generale Uil, sottolinea che“riformare l’articolo 18 non crea lavoro né risolve i problemi delle imprese visto che non c’entra nulla con la questione della mobilità in entrata e in uscita. Si tratta solo di una questione di potere e di gerarchia all’interno del posto di lavoro. E solo i cretini continuano a dire cose che non conoscono”. Susanna Camusso, il suo intervento è previsto per domani ,partecipando a un dibattito  ha richiamato la responsabilità delle Camere: “Pensiamo che il Parlamento – ha detto – abbia il dovere morale, non il dovere tecnico, di guardare a cosa pensa il paese e a cosa pensano i lavoratori. Con la  mobilitazione dei lavoratori e dei pensionati accompagneremo la discussione”.

Camusso: per gli “esodati” il governo acceleri

Poi ha risposto anche a Elsa Fornero che a proposito degli “esodati” ancora una volta ha preso tempo fino a giugno . Si devono trovare le risorse-si giustifica il ministro del Lavoro – perché pensavano che si trattasse \di poche migliaia di persone che rischiavano di rimanere senza lavoro e senza pensione. Ancora,confessa, non è chiaro quanti siano. Poi un’altra confessione: “Non siamo freddi tecnici. Mi crea angoscia, l’dea che ci sia disperazione  fino ad\arrivare a gesti estremi”Ma la riforma serie severe andava fatta perché ha allontanato il rischio del crollo finanziario.”Insomma hanno pagato i lavoratori e i pensionati come affermano Cgil, Csl, Uil e Ugl che hanno promosso la manifestazione che si svolgerà a Roma il 13 aprile. Sempre Camusso rivolta al ministro afferma: “ Basta dire faremo faremo. Il governo per gli “esodati” acceleri e trovi una soluzione. E’ sempre più scandaloso continuare a non sapere quante sono queste persone” e ciò vale anche per chi dovrebbe pagare cifre astronomiche per ricongiungere i contributi.

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