Inflazione e recessione, miscela esplosiva. L’articolo 18 non c’entra

ROMA – La  crisi ogni giorno che passa si fa più intensa, morde sulla vita di milioni di lavoratori, pensionati, sulle  imprese, sulle famiglie sempre più in difficoltà. Solo l’evasore fiscale se la  gode. A questa figura i sacrifici non fanno paura. Sono quelli degli altri.

 

 

Lui, quasi la metà degli italiani, è vivono dentro la zona di povertà, sotto i 15 milioni di euro l’anno. Per non parlare di quei tanti che non pagano un’euro, evasori totali. In questi giorni sono arrivate le buste  paga con le detrazioni per le addizionali comunali.  Il prezzo dei carburanti ha subito un nuovo balzo. Si annuncia l’aumento delle tariffe del gas e dell’energia con rialzi per quest’ultima fino al 10%, un  salasso. Poi arriveranno altre addizionali e l’Imu farà il botto. L’inflazione cresce e cresce il divario fra  aumento dei prezzi, salari, stipendi. Il prodotto interno lordo cala dell’1,6%.

Chiudono  decine di migliaia di imprese
La Cgia , gli artigiani   piccole imprese di Mestre, fa un primo bilancio  che parla della chiusura nel 2011 di ben 11.515 imprese del settore per un totale di 50 mila lavoratori. La Coldiretti denuncia la chiusura di 50 mila aziende agricole. Lo stesso ministro dello sviluppo , Passera  parla  di “emergenza occupazione”. “Non bisogna  guardare solo ai disoccupati, circa 2-2,2 milioni, ma-dice- a tutta l’area del disagio occupazionale, mettendoci dentro gli inoccupati, i sospesi come i cassintegrati, i sottoccupati. Se mettiamo insieme tutte queste componenti arriviamo a 5-6 milioni di persone, che rappresentano una quota enorme, insieme ai loro famigliari, della società italiana.” Già, ma nel programma  di Monti non esiste alcuna misura per la crescita. E la crisi così precipita, in una miscela esplosiva inflazione-recessione.  Il presidente del Consiglio da Pechino , quando gli viene posto il problema dell’aumento delle tasse e delle bollette che provocano ulteriore crisi dei consumi non trova di meglio che rispondere: “ Devo far presente agli italiani che, meno visibile ai loro occhi, ma molto più grave per il destino delle loro famiglie sarebbe stato finire come la Grecia”.  Parole, gravi, arroganti.

Camusso. Subito ridurre le tasse su lavoratori e pensionati
Sul fisco- risponde Sussanna Camusso- non è più tempo di annunci ma occorre agire subito per ridurre le tasse su lavoratori e pensionati.   “Da tempo sentiamo parlare di delega fiscale  ci aspettiamo che al ritorno del  presidente Monti  si vari un provvedimento che abbia al centro la riduzione delle tasse su lavoratori e pensionati e riduca il cuneo fiscale per rilanciare l’economia perché si deve iniziare a chiedere di pagare a chi ha pagato poco o non ha pagato nulla. Abbiamo studiato abbastanza, anche se non siamo professori, per non sapere che una riforma del mercato del lavoro non crea posti di lavoro”.  Ma evidentemente  il presidente del Consiglio da questo orecchio non ci sente,inebriato dal viaggio in Asia. Se la prende con in giornalisti  italiani. Certo non con gli inviati che esaltano  i suoi presunti “ successi” che, se ci fossero non potrebbero che far piacere. “Occorrerebbe fare tante precisazioni su fatti che leggo e semplicemente non esistono. Mi chiedo se tanti disagi nella comprensione dell’Italia da parte degli altri paesi non nascano dalla impossibilità stessa di conoscere, sia pure vagamente, la realtà.” . Si dice “lieto” che i rapporti con i partiti si siano rasserenati”.Ma parla a nuora perché suocera intenda.

Monti. Nessuna marcia indietro. Non vedrò i partiti
L’intento di Monti è troppo chiaro. Ora elogia gli stessi cittadini  che tre giorni fa non erano “pronti “ alle sue riforme. Ora sono “pronti a sacrificare in parte il presente, a patto che alla guida del Paese ci siano forze politiche che sappiano guardare avanti e non si limitino al calcolo elettorale di breve durata”. Una nuova punzecchiatura  contro i partiti.. Smentisce che vi siano state pressioni  da parte del Quirinale perché “non c’è nessuna marcia indietro, perché non c’è mai stata nessuna partenza”.  Esclude un nuovo  vertice con i segretari della maggioranza. Al suo rientro in Italia era pensabile che un punto sulla situazione del Paese , riforma del  mercato del lavoro di cui ancora non esiste un testo.Niente incontri, niente di niente anche se la  confusione regna sovrana . Fornero si presenta al Congresso dell’Ugl, ricorda che tutti i sindacati, escluso  la Cgil, avevano sottoscritto il verbale. O non aveva detto Monti che non era stato   firmato niente? Passi, il ministro del Lavoro, bontà sua riconosce che si può cambiare opinione. E proprio dall’Ugl, non un sindacato bolscevico, estremista fino a poco tempo fa  guidato dalla berlusconiana Polverini, viene la risposta a Fornero che aveva affermato : “ La riforma del mercato del lavoro non è contro i lavoratori ma per i lavoratori” quasi ad implorare una retromarcia ai sindacati. Centrella, segretario generale dell’Ugl confermava la richiesta di modifiche, il reintegro per i licenziamenti illegittimi ,come chiesto anche da Bonanni e Angeletti, segretari generali di Cisl e Uil:

Marcegaglia. Niente modifiche alla riforma. Meglio non farla
Susanna Camusso, sempre al congresso Ugl ribadiva che sull’articolo 18 la rottura era avvenuta per responsabilità dell’Esecutivo “che ha chiuso e che ha voluto che il confronto fosse sul tema che si può licenziare più liberamente.” Al ministro del Lavoro replicava:” Il governo sia coerente. Se dice che non è una riforma contro il lavoro riconosca che ad ogni licenziamento illegittimo corrisponda il reintegro. Non c’è bisogno di altri ragionamenti”. Subito arriva il no di Confindustria: “ Se cambia l’articolo 18- grida Emma Marcegaglia-piuttosto che fare una riforma che ha il risultato di irrigidire il mercato del lavoro è meglio non farla”.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe