Alfabeto di fine anno

Proponiamo ai lettori il nostro alfabeto, un augurio per il prossimo anno, un catalogo di cose, di spiegazioni e di speranze per uomini razionali e fiduciosi nel futuro. Buon 2011

A come Asfittico: è sinonimo di “economia italiana” dopo dieci anni di cura Tremonti.

B come Berlusconi: premier del governo italiano. Lui non sa bene come si fa ma lo fa. Noi sappiamo bene che lo fa e vorremmo che non lo facesse. Se nel 2011 si dimette e perde le elezioni siamo disposti a farci a nuoto tutto l’Oceano Atlantico, sbarcare a New Island e morire finalmente felici.

C come Carfagna: bella ministra, che forse si sposa. Aveva detto che si dimetteva perché non si ritrova più nell’attuale partito berlusconiano. Non era vero.

D come Disperso: è il ministro (così lo chiamano) per l’attuazione del Programma di governo Gianfranco Rotondi. Lo tengono nascosto perché, visti i risultati, non sia mai qualcuno gli chieda conto di qualcosa…

E come Estasi: ne è rapito il Caimano ogni volta che vede Rosy Bindi. Ne è talmente eccitato che passa il tempo a dileggiarla. Poi va a confessarsi da Tarcisio Bertone, che gli imputa 106 Ave Maria e 107 Pater Noster.

F come Foca: il titolo di un film della nostra giovinezza con Lory Del Santo. Sottotitolo: “Che Dio la benedoca”.

G come Giovinco: è talmente piccolo, l’ex juventino, che si nasconde fra i ciuffi d’erba del campo e qualche volta segna. Ma il gol non viene attribuito a nessuno.

I come “Iene”: bel programma, con la pupa del pupone in minigonna che annuncia i servizi. E lui che sembra dover uscire fuori dal backstage per venderti l’ultimo telefonino di Vodaphone.

L come Bondi: non c’entra con la lettera ma non c’entra nemmeno con la “cultura” (di cui è ministro).

M come Mastella: dovrebbe stare a Strasburgo, essendo deputato europeo. Ma siccome lì non parlano campano, preferisce la sua Ceppaloni. Lì almeno qualcuno lo capisce.

N come Nutella: esaltata nei film con attore protagonista Nanni Moretti. Quando il grande Dino Risi lo vedeva sullo schermo urlava: “Ragazzo, scansati e fammi vedere il film!”.

O come Ostellino: piccolo, davvero minuscolo, ostello nelle Alpi francesi che, fra un bicchierino e l’altro, scrive anche sul Corriere della sera. Rigorosamente alticcio.

P come Paranormale: dicesi di abilità inusitate, fuori dal normale. Sono quelle di chi libera Napoli dai rifiuti in tre giorni, abbassa la pressione fiscale, fa crescere il reddito nazionale, fa innamorare di sé le diciottenni, si dice credente (e Bertone gli crede).

Q come “Quo vadis?”: a Roma sinonimo di “’Ndo vai?”. Del governo non lo sa nessuno. Vorrebbe ma non ci riesce, mentre Maurizio Lupi cerca di raddrizzare il timone e Kapezzone gioca con i soldatini.

R come Renzi: ogni volta che lo vediamo ci chiediamo dove siano i rottamatori prima che diventi come Massimo D’Alema

S come Santanchè: utilizza una particolare marca di olio di ricino. Glielo fabbricano in Francia, esclusivo, “Ricino troisieme”.

T come Tasse e Tremonti: il ministro le odia a tal punto che vuole abbassarle. Quando? Beh, non cominciate a fare i pignoli…

U come Uomini veri: Fabrizio Corona, petto in fuori, muscoli prominenti, uno sballo da discoteca. Ogni volta che lo vede Belen Rodriguez non capisce più niente e rischia di passare a Vodaphone

V come Vongole (alle): il liberalismo dei vari Postellino, Sergioromano, Gallidellaloggia, Panebianco, Pangrattato. La mamma non gli ha ancora spiegato che cos’è e a cosa serve.

Z come Zarate: l’asso argentino della Lazio ci ricorda le partite da ragazzini, con le grida “Passa la palla! Passa la palla!”. Di solito finiva a botte.

Y X: le lettere le odiamo perché ci ricordano le famigerate equazioni dei compiti in classe. A chi veniva – 1 a chi -2. C’azzeccava sempre quello col risultato 0.

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