Dopo l’appello di Napolitano per il Sulcis, serve un fronte comune

«Vicino alla lotta dei minatori Sulcis, partecipe delle loro ansie»

CAGLIARI – C’è voluto un gesto di disperazione di Stefano Meletti, sindacalista della Rsu della Carbosulcis, che questa mattina si è ferito tagliandosi le vene di un polso durante un incontro con i giornalisti nella miniera di Nuraxi Figus, per far intervenire, solo in serata, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Immediatamente soccorso dai compagni di lavoro, l’uomo è stato accompagnato in superficie e trasferito all’ospedale Sirai di Carbonia dove gli sono stati applicati alcuni punti di sutura.

E Napolitano è intervenuto con una nota, per esprimere «vicinanza» e «partecipazione». Il Presidente della Repubblica, anziché recarsi in Sardegna, “scrive” sul caso dei minatori della Carbosulcis, da tre giorni a -373 metri sotto terra con 690 di chili di esplosivo per manifestare contro la chiusura della loro azienda. «Vorrei che i minatori del Sulcis – ha scritto Napolitano – impegnati in una prova durissima, sapessero come mi senta profondamente partecipe della loro condizione e delle loro ansie. La loro storia – ha aggiunto – è parte integrante della storia del lavoro in Sardegna ed è espressione specialissima di attaccamento alla loro terra e di impegno umano e professionale, anche nelle condizioni più pesanti, nell’interesse generale della Regione e del Paese. Ritengo – ha precisato Napolitano – che l’incontro in sede nazionale annunciato per venerdì debba costituire un’occasione di bilancio delle verifiche e delle esplorazioni già compiute, e dare prime risposte che possano trasmettere serenità e fiducia in un momento così drammatico specie per i lavoratori raccoltisi nella profondità della miniera». Non solo. «Nello stesso tempo – prosegue Napolitano – sono sicuro che non mancherà da parte di nessuno, e tanto meno da parte delle forze del lavoro in Sardegna, la realistica e coraggiosa consapevolezza dell’esigenza di trovare per i problemi così acutamente aperti soluzioni sostenibili dal punto di vista della finanza pubblica e della competitività internazionale in un mondo radicalmente cambiato rispetto a decenni orsono».

Stamane intanto un medico ed un infermiere sono scesi nelle gallerie occupate per verificare le condizioni fisiche dei minatori che da domenica notte presidiano Nuraxi Figus. Alcuni, che accusavano problemi per la pressione bassa, sono stati accompagnati all’esterno ma altri hanno insistito per proseguire l’occupazione. Nel frattempo una delegazione si sta preparando per andare a Cagliari ed imbarcarsi sulla nave diretta a Civitavecchia per essere venerdì mattina a Roma al Ministero dello Sviluppo economico insieme ai lavoratori di Eurallumina, Alcoa oltre alla stessa Carbosulcis. Ed anche il Ministero si affida ad una nota nella quale il Ministro, Corrado Passera dichiara che «sta seguendo da diverso tempo e con la massima attenzione le problematiche della zona del Sulcis dove sono insediate sia l’Alcoa, sia la Carbosulcis e nei prossimi giorni (a iniziare da venerdì) si terranno nuovi incontri per l’esame dell’evolversi delle diverse crisi industriali»- Nel comunicato si dice che «dopo aver messo in sicurezza i livelli reddituali dei lavoratori di Alcoa – con l’accordo sottoscritto nello scorso marzo da tutte le parti coinvolte – nei prossimi giorni si terrà una serie di nuovi incontri tra i rappresentanti del ministero, delle imprese, dei sindacati e delle istituzioni locali, per fare un punto aggiornato della situazione riguardante il comprensorio industriale dove sono insediate le attività di Eurallumina, Carbosulcis, oltre che della stessa Alcoa. È intenzione del ministero perseguire l’attuazione di strategie e investimenti finalizzati a riconvertire le produzioni esistenti – ove sia possibile farlo – e a favorire la creazione in tempi adeguati di iniziative durature di sviluppo sostenibile. In questo senso, il Piano per lo Sviluppo del Sulcis, proposto da Regione e Provincia e ora all’esame delle strutture tecniche del ministero, è una buona base di partenza. Venerdì prossimo, presso il dicastero di via Veneto, si terrà una nuova riunione con le istituzioni locali sarde». Ma un secco NO viene dal sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti che ha dichiarato come «il progetto di riconversione della miniera per lo stoccaggio di anidride carbonica nel sottosuolo non sta in piedi. Costerebbe alla collettività circa 250 milioni all’anno per otto anni». In ogni caso, sostiene «venerdì prossimo torneremo ad affrontare con Regione e Provincia il tema di come dare un futuro imprenditoriale sostenibile a tutta l’area del Sulcis, non solo alla miniera». In Italia non c’è solo l’Ilva di Taranto purtroppo. Sarebbe il caso che tutti i lavoratori solidarizzassero e creassero un vero fronte comune contro la lobbie e le politiche scellerate dei Governi che considerano i cittadini numeri e non fonte di ricchezza dell’intero Paese.

Condividi sui social

Articoli correlati