Scuola. La rivoluzione di Profumo non piace a sindacati e studenti

ROMA – Il ministro dell’istruzione Francesco Profumo annuncia nuovamente la “ rivoluzione nella scuola”.  Cattedre solo attraverso i concorsi e non più con le graduatorie che vengono eliminate.

Titolone di apertura di Repubblica e via con l’intervista. Ma, a stretto giro di posto arrivano dure prese di posizione da parte dei sindacati scuola di Cgil, Cisdl, Uil,  e delle organizazioni degli studenti. A loro la “rivoluzione annunciata da Profumo non piace, lascia a terra duecentomila precari . Dice   Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc Cgil. “Profumo svela qual è il vero obiettivo dei concorsi: cancellare le graduatorie e gettare nella disperazione i precari che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole. Il ministro considera il lavoro una merce che si utilizza quando serve e poi si può buttare nel cestino “. Dagli studenti viene una accusa molto forte al governo : “ L’unico obiettivo di questo governo-afferma un comunicato della  la Rete- pare essere quello di punire gli studenti fuoricorso mascherando queste operazioni politiche dietro alla “retorica ideologica del merito” e coprendo in questo modo i tagli ministeriali al finanziamento all’università degli ultimi 5 anni.”  Gli studenti annunciano una manifestazione per il 12 ottobre  a difesa della scuola pubblica, per garantire un reale diritto allo studio per tutti gli studenti e le studentesse del nostro paese e cominciare a rifinanziare l’istruzione di tutti”.

Pantaleo (Cgil).prioritario risolvere la situazione di 200 mila precari

Il nodo dei precari diventa la cartina di tornasole  della reale volontà del governo di affrontare il problema del reclutamento degli insegnanti a partire dalla situazione attuale.Per Pantaleo la priorità deve essere quella di “risolvere la situazione dei 200mila docenti già in graduatoria che sono precari da anni. E’ inaccettabile parlare d’altro.” Il segretario generale della  Flc Cgil afferma che “serve un piano di stabilizzazione pluriennale che, oltre al turn over, ricomprenda tutti quei posti che vengono ormai assegnati da anni in organico di fatto, anche perché grazie alla riforma Fornero che ritarda l’età del pensionamento rischiamo di non avere più posti nelle scuole”. 
 Il problema.prosegue- “non è concorso sì o concorso no, ma quali obiettivi d’investimento il Governo mette in campo per allargare il tempo pieno, abbassare il numero degli alunni per classe, costruire nuovi edifici scolastici e rendere sicuri quelli esistenti, istituire l’organico funzionale e potenziare l’offerta formativa nel sud”. In questo quadro  “si devono rivedere le regole sul reclutamento garantendo lo svuotamento delle graduatorie e la possibilità concreta per i giovani di poter intraprendere la professione docente. 

Ma di  tutto ciò, sottolinea   il ministro non parla”.   Pantaleo  annuncia  un “autunno caldo”, parla di “una decisa azione di ulteriore mobilitazione per la difesa della scuola pubblica e per difendere il diritto al lavoro e i diritti nel lavoro”.

Scrima Cisl). Il ministro afferma cose non vere

Anche  la Cisl  chiede massima attenzione ai precari con un  avvertimento al ministro Profumo “Stia attento il ministro a fare annunci che rischiano di illudere la gente e creare forti delusioni- dichiara  il segretario del sindacato scuola Francesco Scrima- affermando cose non vere perché le immissioni in ruolo di quest’anno, come quelle del prossimo, sono contenute nel piano di stabilizzazioni triennale stipulato dai sindacati della scuola con il Governo precedente e definito da una legge. L’obiettivo  
 delle assunzioni solo tramite concorsi è “condivisibile”, ma a oggi  è “poco chiaro quale sia la platea cui si riferisce il ministro parlando di concorsi, come poco chiara è l’eventuale soluzione pensata per i precari”.

Di Menna (Uil). Occorre esuarire le attuali graduatorie

Dalla Uil- scuola con il segretario Di Menna , ancora un avvertimento: “ I concorsi vanno fatti- dice il sindacalista- dove le graduatorie saranno esaurite”. Dal fronte degli studenti la Rete della Conoscenza, un network promosso da Unione degli studenti e Link, viene un giudizio sferzante sul governo : “ Da quando Monti si è insediato – si afferma- noi studenti non abbiamo percepito nessuna inversione di tendenza rispetto ai precedenti governi, in particolare da un punto di vista di finanziamenti per scuole, università, edilizia scolastica e diritto allo studio”.


“Non è vero –  dice  Luca Spadon portavoce nazionale di Link-Coordinamento Universitario – che le tasse aumenteranno solo di 100 euro per gli studenti fuoricorso con i redditi oltre i 90.000 euro, come dichiara Profumo nell’intervista. Con la Speding Review il governo ha infatti reintrodotto il comma originale che era stato poi modificato dal Parlamento, escludendo completamente i fuoricorso dal famoso limite del 20%. Introducendo un comma che prevede aumenti delle tasse del 25% per tutti gli studenti fuoricorso con un ISEE inferiore ai 90.000 euro.  

Gli studenti. Per il diritto allo studio stanziamenti irrisori

Tenuto conto che in Italia la media delle tasse universitarie pagate dagli studenti nei vari atenei è pari a 1027 euro, si comprende come il 25% di questa cifra è pari a 256.75 euro”.  Fa poi presente che per questo anno  verranno stanziati appena 103 milioni per il diritto allo studio a fronte dei 300 necessari per garantire una borsa di studio e i servizi a tutti gli aventi diritto”. 


 





Condividi sui social

Articoli correlati