ROMA – Angelino Alfano ha una bella gatta da pelare in queste giornate da clima pre-elettorale.
Il Pdl è in crisi. Eccome se lo è e Berlusconi si dice pronto a mettersi da parte se questa ipotesi potesse favorire l’unione del centro destra. Tuttavia il nocciolo della questione rimane quello di unirlo questo “benedetto” centro destra, in cui Pier Ferdinando Casini rappresenta sicuramente quel bacino di elettori moderati tanto desiderati, ammesso e concesso che il leader dell’Udc stia la gioco delle parti. Perchè lui, Casini, di Silvio Berlusconi non si fida affatto, come ha più volte fatto capire attraverso le sue battute un tempo ben calibrate quasi volesse lasciare sempre un piccolo barlume di speranza che questa volta non c’è. Lo ha ribadito anche questa sera durante una trasmissione televisiva: “Vediamo se questa cosa sarà confermata, siamo abituati allo stop and go. Io non lo so, dato che ci vuole rispetto per i cittadini mio auguro che si chiariranno le idee”. E poi: “Se Silvio Berlusconi resta in campo non aiuta la nascita di una grande coalizione”.
Un motivo in più per cui l’ex guardasigilli, molto discretamente senza dare troppo nell’occhio, strizza l’occhiolino a Casini, in quanto lui un cospicuo bacino di voti li può assicurare quasi con certezza matematica, senza Berlusconi ovviamente. Anche perchè ormai sono in molti a pensare che questa sia l’unica via d’uscita.
Non sono molto d’accordo i forzisti, come Daniela Santanchè che ribatte senza mezzi termini,: “lui (Alfano ndr) non può decidere sulla candidatura di Berlusconi”.
Il Cavaliere dal canto suo come fa sapere il deputato del Pdl, Guido Crosetto, apre la possibilità di una ipotetica rifondazione morale, politica ed umana del centrodestra italiano. “Ora – dice il deputato – si può pensare di allargare e non dividere ulteriormente. Ora, con lui che faccia da garante, da arbitro, da padre nobile, si può aprire un confronto tra uomini, idee e programmi. Se non ora, quando?”.
Ma questa volta – e Alfano sembra averlo capito più che bene – l’ago della bilancia non è più quello di una Lega indignata dalla Roma ladrona a cui lo stesso Carroccio si è abituato fin troppo bene, ma sarà proprio quell’elettorato moderato e attento agli scandali che hanno travolto il Pdl e che invocano il cambiamento. Elettorato che, nel momento in cui dovrà mettere una croce dentro la cabina elettorale, non potrà ignorare tutti le vergognose vicende che hanno coivolto molti esponenti politici del centro destra. Ne è passata di acqua sotto i ponti dalla presunta nipote di Mubarak alle feste di Franco Fiorito, ma di sicuro una fetta importante della loro parte politica che ha governato è, a diritto di cronaca, caduta nel “fallo” più volte, quello degli scandali e del malaffare, bruciandosi gran parte della credibilità e della continuità istituzionale.
Insomma lo scettro tenuto in mano per molto tempo da Berlusconi per ora non ha nessun erede. Il centro destra è costretto a ricominciare tutto daccapo facendo moltissima attenzione, perchè inciampare adesso potrebbe significare non rialzarsi più. Per adesso non resta che guardare il concerto di Adriano Celentano dall’arena di Verona. Due giorni di musica con il biglietto pagato soltanto 1 euro. L’unica anomalia è che a trasmettere la diretta sia proprio la televisione del patron di Mediaset, Canale5. “Molto rock”, direbbe il molleggiato, ma la cosa non quadra affatto: “E’ molto lento”.