Nei giorni scorsi, al termine di una indagine della procura della Corte dei Conti regionale nel settore delle bonifiche ambientali, è stato notificato atto di citazione in giudizio a 17 persone, tra cui ex amministratori, compreso Bassolino, un ex ministro, Willer Bordon, un ex sottosegretario, Raffaele Morese, e alcuni professionisti.
L'operazione «Nimby» - acronimo inglese a significare «non nel mio giardino» - ha portato alla luce un caso di spreco di denaro pubblico legato al contratto stipulato nel 2002 tra la società Jacorossi, Regione e il Commissariato di Governo per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque della Regione Campania per la realizzazione del progetto «piano per la gestione degli interventi di bonifica e rinaturalizzazione dei siti inquinati del litorale domizio-flegreo e agro versano». Il vice procuratore generale della Corte dei Conti campana Pierpaolo Grasso ha potuto rilevare che l'affidamento dell'appalto era intervenuto non solo senza gara pubblica e in assenza della prevista certificazione Soa - necessaria a comprovare la capacità tecnica ed economica dell'impresa per l'esecuzione dell'appalto pubblico - ma anche senza tener conto dei pareri negativi espressi dai competenti uffici ministeriali e dall'Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente, per i quali il progetto presentato dalla Jacorossi risultava carente di informazioni necessarie. L'appalto del valore complessivo di oltre 117 milioni di euro per la progettazione e l'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti del litorale domitio flegreo e dell'agro aversano attraverso l'impiego di 380 lavoratori socialmente utili fu comunque affidato a questa società.