Berlusconi, posso correre anch’ io. Tanti contrari alla sua candidatura

ROMA – “Senza Renzi posso correre anche io”. La vittoria di Bersani, da poche ore candidato premier per il centro sinistra, sembra aver dato un ulteriore slancio al Cavaliere, nelle ultime settimane sempre meno intenzionato a farsi da parte.

  L’exploit del Segretario del Pd sul primo cittadino di Firenze è stato giudicato da Berlusconi come “il trionfo dell’apparato e della burocrazia del vecchio partito sul bravo Renzi”. Il cavaliere,  ha dichiarato:  “Bersani è in politica da più tempo di me” e pensa di far leva proprio su questo dato per attirare su di sé i consensi, facendo passare il messaggio che nel Pd, in sostanza, non è cambiato niente.  È un Berlusconi agguerrito, nonostante siano in tanti, nel suo partito, quelli che non si augurano il suo “ritorno”. Sembrano passati anni luce dal videomessaggio con cui il Cavaliere annunciava, alla fine di ottobre, il suo addio alla politica. Già allora qualcuno era rimasto scettico, e non aveva creduto fino in fondo che Berlusconi avrebbe lasciato campo libero ad Alfano e alle primarie. Per molti, quel dubbio si è trasformato in certezza il giorno dopo la trasmissione del videomessaggio, quando al tribunale di Milano c’è stata la lettura della sentenza con cui l’ex premier è stato condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale nell’ambito del processo sui  diritti televisivi.  

Alemanno:  candidatura irrazionale e improponibile


“Irrazionale e improponibile”: si è espresso così il sindaco di Roma Gianni Alemanno, intervistato da Sky tg24,  sull’eventualità (ormai quasi certa) del ritorno di Berlusconi. Alemanno si è soffermato anche sulle primarie, e sulla loro eccezionale importanza come strumento democratico oltre che di rinnovamento, non solo generazionale. Nel Pdl sembrano quasi tutti concordi sull’utilità della competizione che dovrebbe svolgersi tra meno di due settimane, la cui fattibilità  però sembra ormai definitivamente tramontata. Il mancato svolgimento delle primarie non farebbe che dimostrare che il “capo”, nonostante tutto, è ancora Berlusconi. Fabrizio Cicchitto, da sempre tra i più vicini a Berlusconi, ripete da giorni che boicottare le primarie è un errore, e che non farle è un’occasione perduta per il centro destra. Persino Roberto Formigoni, non proprio nel migliore dei momenti della sua storia politica, si è espresso negativamente su un ritorno in campo di Berlusconi, e favorevolmente sulle primarie. “Mi auguro – ha spiegato il presidente uscente della Lombardia – che la sfida sia Bersani-Alfano” Rispetto al ruolo di Berlusconi, Formigoni ha affermato: “Scelga di giocare questa volta la parte del fondatore”.

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