Il Pd candida l’economista Dell’Arringa
ROMA – Monti crede veramente di incarnare il ruolo di “riformatore” del Paese. Cerca di dirlo in tutte le salse ad ogni occasione gli si presenti. Lo fa addirittura tentando di rottamare la destra e la sinistra, una dicotomia che, a detta sua, non ha più senso di esistere perchè la vera battaglia si gioca tra riformatori e conservatori. Insomma Monti è proprio sicuro di avere la ricetta giusta per guarire l’Italia dai suoi mali, vuole addirittura riscriverne la geografia politica. Ma non solo. Il professore guarda alle riforme e auspica una larga maggioranza e poi da palazzo Chigi promette, esattamente come fece il suo predecessore, il taglio delle tasse sia per le imprese che per i lavoratori e la riduzione della spesa pubblica. Eloquente l’attacco lanciato dai microfoni di Radio Anch’io, dove oggi ha rilasciato un’intervista al conduttore Ruggero Po. Con i soliti toni pacati, ma taglienti è andato giù duro contro Nichi Vendola di Sel e Stefano Fassina del Pd, tant’è che le sue parole hanno già sollevato non poche critiche: “Vogliono conservare per nobili motivi, sicuramente in buona fede, un mondo del lavoro cristallizzato, iperprotetto rispetto ad altri paesi. Io sono per avere in Europa una tutela ancora più avanzata dei lavoratori, ma affinchè nei singoli Paesi di creino le condizioni che favoriscano la creazione di posti di lavoro”. E poi: “La distinzione fondamentale è tra chi vuole rendere il paese moderno e chi a sinistra e a destra con la protezione delle rendite si oppone a questo cambiamento”.
La replica di Nichi Vendola non si fa attendere e dal suo profilo Twitter scrive: “C’è un antico riflesso autoritario nelle parole di Monti che pensa che difendere i lavoratori sia un atteggiamento conservatore. Ecco che Monti si mostra subito come un politico di razza: razza padrona, per la precisione. “Per Monti evidentemente difendere i ceti possidenti viceversa sarebbe segno di innovazione”.
E’ attesa anche una replica di Stefano Fassina che proprio questa mattina aveva definito la lista Monti come quella del Rotary: “Per i livelli di reddito di coloro che ne entrano a far parte, la lista Monti somiglia sempre più alla lista Rotary”, aveva detto il responsabile economico del Partito Democratico”. “Monti – ha aggiunto Fassina – porta avanti una linea che assomiglia a quella del Partito Popolare Europeo, un partito inserito in un percorso di politica economica che vede nella svalutazione del lavoro, la maniera per tornare a crescere”.
Il responsabile Economia del Pd si è detto inoltre colpito dalla “scarsa sensibilità istituzionale di Monti” nella scelta di Enrico Bondi come collaboratore alla definizione delle liste elettorali. “Bondi è prima di tutto il commissario alla Sanità della Regione Lazio – ha ricordato Fassina – e mi stupisce che non abbia mai trovato il tempo di recarsi al San Raffaele, i cui dipendenti non percepiscono lo stipendio da quattro mesi. Chi ha
delicatissimi incarichi istituzionali dovrebbe concentrarsi esclusivamente su quelli”. E per finire: “Monti occupa tutti spazi radio-tv, da mattina a sera. Non dice barzellette come Berlusconi, ma ha imparato benissimo uso-abuso mass media”.
Ma non sono gli unici ad aver criticato il professore Monti. Sulla questione è interventuo anche Beppe Giulietti di Articolo 21: “Non ci aspettavamo che persino il presidente Monti si riducesse alle vecchie battute sui comunisti conservatori pur di strappare qualche voto. I suoi continui strali contro i Vendola, i Fassina, la Cgil assomigliano molto agli anatemi di un Berlusconi qualsiasi. In ogni caso se davvero vuole lanciare la sfida contro conservatori ed oscurantisti farebbe meglio a dare prima una occhiata alle sue truppe dove non mancano certo attori ed interpreti di consorterie, logge e chiese di varia natura e colore, le stesse che hanno condannato l’Italia ad occupare uno degli ultimi posti in materia di diritti civili e sociali. A proposito che fine ha fatto l’annunciata asta per assegnare le frequenze digitali tv?”, chiede infine Giulietti.
Il Pd candida l’economista Dell’Arringa
Intanto il Pd non sembra dar molto peso alle accuse del professore rivolte a Fassina. Il vero avversario del partito di bersani, come hanno sempre sottolineato, è il populismo di Grillo e quello Berlusconi. Intanto oggi è giunta la notizia che l`economista Carlo Dell`Aringa sarà candidato nelle liste del Partito Democratico alle prossime elezioni politiche. “Sono molto contento di accettare la candidatura del PD – ha dichiarato il docente di Economia politica università Cattolica di Milano – condivido in tutto l’idea del Segretario Bersani di costituire una solida maggioranza, dialogante con le forze moderate di centro, necessaria per coniugare il necessario rigore del bilancio pubblico con una politica che vada maggiormente incontro alle esigenze delle famiglie, del lavoro e delle imprese”.