Politiche. Tra botta e risposta, rischio ingovernabilità al Senato

ROMA – Continua il botta e risposta a distanza tra Pierluigi Bersani e Mario Monti, il quale non vuole più sentire parlare di centro destra o centro sinistra, ma solo di destra o di sinistra.

Il segretario del partito democratico ieri gli aveva chiesto contro chi combattono lui e i suoi centristi, anche a fronte della neo candidatura al senato di Enrico Albertini, che la dice lunga sulle intenzioni di Monti. Non è escluso, infatti, che il professore punti ad un ipotetico premio di maggioranza in una delle regioni più importanti, quali la Lombardia. Così se il Pd dovesse vincere alla Camera potrebbe crearsi comunque una situazione di ingovernabilità a Palazzo Madama, motivo per cui il centro sinistra sarebbe costretto a dialogare con Monti. Una strategia possibile che costerebbe caro al Pd, nonostante l’invito di Bersani rivolto al professore affinchè non si vengano a creare situazione che possano agevolare il centro destra.
Monti con la consueta freddezza lessicale sembra godere di questa posizione e replica nuovamente dicendo che parlare di alleanze è prematuro. Insomma, Monti lascia una notevole incertezza sulle sue reali intenzioni.

Berlussconi, detassare le assunzioni dei giovani
Intanto Berlusconi continua la sua offensiva mediatica promettendo  la riduzione delle tasse e criticando nuovamente il premier uscente colpevole di aver imposto un piano di austerità che sta portando l’Italia al collasso.
Ieri sera da Bruno Vespa a Porta a Porta ha lanciato la proposta di detassare le assunzioni dei giovani. “Per i datori – ha precisato – sarebbe come assumere  in nero.”
Stasera il Cavaliere sarà ospite invece di Michele Santoro a Servizio Pubblico e probabilmente tornerà a parlare dei nuovi volti, ovvero quelli che dovrebbero portare il vento di rinnovamento nel Pdl. Peccato che al momento nessuno conosca i loro nomi.
Per ora nel centro destra si battaglia per la candidatura a governatore del Lazio: Francesco Storace e Beatrice Lorenzin con il Pdl. Il resto del quadro è ancora molto incerto, tant’è che in queste ore si sprecano i vertici promossi da Alfano e Verdini nei quali si cercano i candidati nel centro sud, dove il centro destra ha intenzione tentare di strappare il premio di maggioranza.
Nel frattempo per il Cavaliere arriva una nuova bacchettata dall’Europa. “E’ sleale accusare la Ue davanti all’opinione pubblica per l’austerity”, ha detto il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, in una conferenza stampa tenuta a Dublino. “Le difficoltà – aggiunge Barroso –  vengono dal debito eccessivo fatto dai governi precedenti per l’irresponsabilità  dei supervisori nazionali”. E infine: “Le misure di austerity –  ha sottolineato Barroso – ci sarebbero con o senza l’euro, con o senza l’Unione europea. Gli aggiustamenti di bilancio devono essere fatti nel Regno Unito che non è nell’euro, così come in Islanda che non è neppure nella Ue”.

Maroni detta la sua agenda. Il 75% delle tasse in Lombardia
Il neo alleato di Berlusconi, Roberto Maroni,  stamen durante una conferenza stampa ha annunciato che il suo nome  comparirà nel contrassegno elettorale con cui la Lega Nord si presenterà alle politiche, ma anche alle regionali in Lombardia. C’è addirittura   uno slogan che somiglia a quello che fu di Piero Marrazzo: “Dillo a Maroni”. Insomma il segretario leghista detta la sua agenda, fa il punto sulle possibile alleanze e cerca  tutte le strade per aumentare i suoi consensi, facendo leva sulla promessa  di far rimanere il 75% delle tasse  in Lombardia.
Oggi Maroni ha lanciato anche un doppio appuntamento a Cernobbio e a Como sulla scia degli stati generali, in cui chiamerà a raccolta imprenditori ed esponenti della società civile. Obiettivo è quello di avviare un confronto: “Io vi metto a disposizione  15 miliardi del gettito e voi suggerite come utilizzarli”, propone alla sua platea. Domani s’incontrerà proprio con Berlusconi per definire quali saranno i soggetti della coalizione.
Per questo il leader leghista preferisce mettere le mani avanti: Per noi – dice – è imprescindibile la condivisione del nostro programma. “Assieme al Pdl – ancora Maroni –  decideremo chi aderirà alla coalizione. Resta però inteso che la coerenza con il programma è fondamentale, altrimenti non se ne parla”.

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