Eurispes, la crisi economica vista da bambini e adolescenti

 ROMA – Adolescenti più consapevoli della crisi economica rispetto ai bambini.

Poco più del 50% di loro avverte la difficile realtà economica che si vive nell’ambito familiare. Una consapevolezza quasi raddoppiata rispetto al 2012 quando solo il 29% degli adolescenti diceva di avvertire la crisi. Il periodo di congiuntura economica sfavorevole è avvertito maggiormente dai bambini del Sud, mentre cambia la percezione per quanto riguarda gli adolescenti. Sono i ragazzi del Nord-Ovest (55,6%), infatti, quelli maggiormente consapevoli della crisi che investe le famiglie. A testimonianza di come siano mutati i consumi durante gli ultimi due anni, sia i bambini (22,2%) che gli adolescenti (il 32,7% dei ragazzi di 16-18 anni più il 21,7% di coloro che anno 12-15 anni) dichiarano le maggiori difficoltà familiari ad arrivare alla fine del mese. Gli adolescenti, inoltre, sentono la responsabilità di aiutare i genitori e, per questo, si accontentano di una paghetta più leggera (o anche a rinunciare ad essa) e sono più accorti nelle proprie spese. La stragrande maggioranza dei ragazzi, infine, ha paura di non trovare lavoro da adulti. E’ quanto emerge dall’indagine conoscitiva sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia 2012 effettuata da Telefono Azzurro ed Euriepes e presentata presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati. La rilevazione sul campo ha coinvolto 23 scuole di ogni ordine e grado.  Sono state affrontate, tra le altre, le seguenti tematiche: crisi economica, media, telefonini, internet, adulti e tecnologie, scuola e tecnologia, gioco d’azzardo, sensazioni, violenza, sexting e alcolismo, fuga da casa. Le ultime quattro problematiche sono state poste solo ai ragazzi e non ai bambini.

La crisi economica nell’esperienza dei bambini

La crisi economica interessa tre famiglie su dieci. Infatti il 28,7% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni vive in un contesto familiare interessato dalla crisi economica, mentre il 61,1% dichiara che la propria famiglia non è stata colpita dalla crisi. Si tratta sicuramente di un dato al ribasso, influenzato sia dalla capacità di captare le problematiche e le preoccupazioni dei genitori, sia dalla volontà di questi ultimi di non coinvolgere i piccoli. A conferma di ciò l’alto tasso di non risposta (10,2%), come pure quello indicato tra gli stessi bambini più grandi di età tra i 10 e gli 11 anni (40,8%, contro il 28,2% di quelli tra i 7 e i 9 anni). Sono i bambini che vivono nel Sud Italia (38,9%) e nelle Isole (28,7%) ad avvertire una maggiore difficoltà economica delle famiglie; per contro, al Centro (70,6%), nel Nord-Ovest (67,3%) e nel Nord-Est (54,1%) affermano più spesso di non essere stati colpiti della crisi. Per ciò che attiene la condizione lavorativa dei genitori, il 2012 evidenzia segnali di maggiore difficoltà e di fragilità delle famiglie . Secondo la rilevazione del 2010, la situazione lavorativa dei genitori era cambiata solo in pochi casi, dal momento che quasi la maggioranza assoluta dei piccoli aveva riferito che i genitori non avevano perso il lavoro o ridotto le ore lavorative (rispettivamente l’85,6% e il 75,5%), mentre quest’anno il dato è in calo (rispettivamente 74,8% e 70%). In particolare, il 21,9% dei bambini riferisce che la situazione lavorativa dei genitori è cambiata a causa della crisi (contro il 61,9% di quanti non hanno rilevato alcun cambiamento). Nel 10,6% dei casi uno o entrambi i genitori hanno perso il lavoro; il 6,4% si trova in cassa integrazione; l’8% si è dovuto trasferire in un’altra città per lavorare, il 10,6% ha ridotto l’orario di lavoro. A testimonianza di come siano mutati i consumi in tempo di crisi, più di un bambino su cinque riferisce la difficoltà della propria famiglia ad arrivare alla fine del mese (22,2%). Per il 38,2% dei bambini la famiglia ha prestato negli ultimi tempi maggiore attenzione alle spese come l’acquisto di articoli di abbigliamento, calzature e prodotti alimentari; per il 38% ai costi del tempo libero, alle cene fuori casa o ad altre iniziative ritenute non indispensabili; la crisi induce quasi due famiglie su dieci a rinunciare alle vacanze (18,8%). Infine, la riduzione della paghetta settimanale ha coinvolto il 13,1% dei bambini. È in particolare il Sud Italia a soffrire maggiormente per la crisi.

La crisi economica nell’esperienza degli adolescenti

La famiglia di un adolescente italiano su due è stata colpita dalla crisi. Il 50,1% dei ragazzi è consapevole della difficile situazione economica che vive in prima persona nella propria famiglia rispetto al 29% del 2010. È opinione condivisa dal 55,6% dei ragazzi del Nord-Ovest e dal 55,5% delle Isole, seguiti dal 52,6% di coloro che vivono nel Nord-Est, dal 46,1% degli adolescenti del Centro e dal 44,7% del Sud Italia. I ragazzi mostrano una certa sensibilità nell’osservare che questa è una problematica condivisa dalla nostra società, visibile in particolar modo agli occhi di coloro che hanno 15-18 anni: l’80,6% rispetto al 65,1% dei più piccoli (12-15 anni). Sebbene nel 64,9% la situazione professionale dei genitori complessivamente appaia invariata, in quasi una famiglia su tre (30,9%) la crisi economica ha costretto a dei cambiamenti nella condizione lavorativa.  Una condizione gradualmente peggiorata rispetto alla rilevazione del 2010, quando la situazione occupazionale era rimasta la stessa nel 74,5% dei casi, laddove solo il 18,9% degli adolescenti riferiva cambiamenti nella situazione lavorativa dei genitori. I genitori non hanno perso il lavoro secondo l’82,7% dei ragazzi (il 12,2% afferma il contrario, quindi 1 genitore su 10 ha perso il lavoro), non sono stati collocati in cassa integrazione per l’84,6% (ma è stato così per il 9,8%) e non si sono dovuti trasferire in un’altra città per questioni occupazionali (nel 87,4% dei casi contro il 6,2%). Il 78,8% dei genitori non ha dovuto ridurre l’orario di lavoro (contro il 15,4%). Il Nord-Ovest condivide con il Sud e le Isole il problema della perdita del lavoro (rispettivamente nel 15%, nel 13,5% e nel 13,3% dei casi); situazione peraltro simile rispetto alla collocazione dei genitori in cassa integrazione (13,1% Nord-Ovest, 12,1% Isole e 9,9% Sud). E’ ancora una volta nel Sud Italia che emerge il bisogno di emigrare per cercare una condizione professionale migliore (7,5%).  La larga maggioranza degli adolescenti, il 59,2%, riferisce che la propria famiglia ha dovuto prestare negli ultimi mesi maggiore attenzione alle spese tagliando quelle extra come le cene fuori e i divertimenti. Moltissime famiglie (48,4%) hanno effettuato addirittura tagli sui beni alimentari e sul vestiario oppure hanno deciso di rinunciare alle vacanze (23,9%). Il ricorso a prestiti ha invece interessato il 9,1% delle famiglie dei ragazzi e solo nel 4,4% dei casi un affitto/mutuo troppo elevato ha costretto ad un cambio di abitazione. Nel 26,1% dei casi gli adolescenti segnalano una situazione economica così grave che la propria famiglia ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Nonostante le difficoltà, i genitori cercano di dare il meglio ai propri figli e di non far pesare sulle loro esigenze le difficoltà economiche, infatti solo in 2 casi su 10 i ragazzi hanno visto ridotta la propria paghetta. L’esigenza di uniformarsi ad uno stile di vita più sobrio è sentito in particolar modo dalle famiglie dei ragazzi più grandi: secondo i 16-18enni in famiglia si presta maggior cura alle spese per i prodotti alimentari o di abbigliamento (nel 56,4% contro il 43,7% dei più piccoli) e a quelle non strettamente necessarie (il 69,7% contro il 52,4%); allo stesso tempo sono coloro che affermano di aver rinunciato alle vacanze (31,5% contro il 18,9%) e che dichiarano le maggiori difficoltà familiari ad arrivare alla fine del mese (il 32,7% dei ragazzi di 16-18 anni vs 21,7% di coloro che anno 12-15 anni). Sono, inoltre, i più grandi ad aver visto ridurre la paghetta: il 23,8% rispetto al 16,3%.  La maggior parte dei ragazzi è consapevole della crisi e decide di aiutare i genitori. Gli adolescenti si dimostrano particolarmente responsabili quando riferiscono di aver adottato una maggiore accortezza nelle proprie spese. In particolare il 63,7% ha deciso di spendere meno nell’acquisto di nuove tecnologie, di risparmiare sui soldi spesi con il cellulare (53,9%), per i vestiti (57,8%) e per le uscite. Alcuni invece hanno deciso di fare a meno della paghetta (33,7%). La paura di non trovare lavoro da adulti è largamente diffusa, tanto che solo il 18,2% degli adolescenti dice di non averla.

(1 – continua…)

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