Arena, Dircredito. Lavoro e professionalità per la Banca al servizio del Paese

ROMA – “Il lavoro, stabile, la dignità della persona, il rispetto delle professionalità, la giusta retribuzione, sono questi presupposti per affrontare la crisi, uscire dalla recessione e guardare ad un futuro di sviluppo”.

Risponde così Maurizio Arena, segretario generale del Dicredito, il sindacato dei bancari che in particolare rappresenta i dirigenti, i quadri, le alte professionalità ,alla domanda su  quali impegni chiede alle forze politiche, al governo che verrà: Non ha dubbi su queste priorità , sulla necessità che la campagna elettorale entri nel vivo dei programmi, esca dalle ambiguità, dalle alleanze  politiciste, dei talk show che sono solo spettacolo di cui “ non si sente il bisogno”. “Il mondo del lavoro-prosegue- chiede  risposte concrete. Cala l’occupazione, sale la cassa integrazione, i giovani non hanno molte speranze, chiudono aziende, piccole medie e grandi. Si rischia una desertificazione dei settori produttivi., dall’industria, al commercio, al credito.”. Le banche in particolare possono e devono svolgere un ruolo determinante per consentire alle imprese  di investire, anche alle famiglie  che trovano sempre maggiori difficoltà quando chiedono un mutuo, un prestito.”

La buona politica, non la finanza, interlocutore del sistema  delle imprese

Qui entra in campo la politica,  la buona politica- dice Arena- che  deve riconquistare sul campo la credibilità perduta.. E’utile per il Paese che  sia   l’interlocutore del sistema imprenditoriale e non la finanza che ha ben altri interessi. Per il mondo bancario è questione essenziale. Se c’è la volontà politica  siamo in grado di riprenderci. Il sistema bancario  deve essere inteso come il volano, il motore  per la ripresa guardando con particolare attenzione alle  piccole e medie imprese, alle famiglie. Bisogna rimettere in moto un circuito virtuoso, incentivare una politica di investimenti , combattere  la fuga dei capitali verso i paradisi fiscali, far uscire allo scoperto ricchezze nascoste”  La trasparenza del sistema bancario è elemento essenziale. Non c’è bisogno di ulteriori spiegazioni,vedi quello che sta accadendo al Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca italiana  con le dimissioni di Mussari da presidente dell’Abi.
Al governo che verrà “chiediamo di operare in modo da rendere  il settore  competitivo sotto il profilo della fiscalità , degli accertamenti sulla funzionalità,  della  regolamentazione in modo che la banca faccia al meglio il proprio mestiere, che non si identifichi nel potere finanziario, nella speculazione che condiziona l’economia del nostro Paese. Al tempo stesso prosegue- Arena- non puoi ingessare il settore del credito, le regole non si possono accavallare l’una sull’altra, le normative vengono di continuo modificate. Si crea così un handicap  con riflessi molto negativi per le capacità di intervento-“

Ci dobbiamo muovere con  l’Europa, nessuno può fare da solo

 Il segretario generale di Dircredito volge lo sguardo all’Europa perché “nessuno può muoversi da solo. Occorre un coordinamento delle normative, politiche che vincolino l’’uso delle risorse, che combattano la speculazione. Ma l’Unione  europea si muove con lentezza. Ci vogliono mesi su mesi per prendere  decisioni che avrebbero bisogno di rapidità, velocità. Pensiamo al ruolo della Bce, alla massa di moneta che circola dalla banca centrale verso le banche dei singoli paesi e un tasso dell’1%. Le banche a loro volta  “ rivendono”  a tassi molto più alt agli stati. Gli eurobond sono al di là da venire. La politica si intreccia alla  con il potere finanziario che condiziona i mercati. “ Si torna così al punto di partenza. “La politica che , anche in Europa,  si deve muovere più velocemente verso l’unità  degli Stati .Non può essere la sola scelta dell’euro come moneta unica, certo importante- afferma Arena- a rappresentare il necessario processo di unificazione. Occorre che  i singoli stati  cedono parte della loro sovranità, proprio a partire da questi problemi”. Ne va del futuro del settore  che, nel nostro Paese, è ormai arrivato alla saturazione. “ Sono state aperte Agenzie ovunque- sottolinea Arena- senza un’idea del futuro, di quanto potevano incidere le nuove tecnologie sull’intera  struttura del settore. Non c’è stata programmazione. Oggi praticamente le operazioni di sportello non vengono più svolte nelle Agenzie. Gli utenti utilizzano le nuove tecnologie, il fai da te. Entri in banca e solo in particolari occasioni c’è una parvenza di affollamento.”  Una situazione che si fa sempre più pesante non solo in Italia ma in tutto il mondo dove si prevedono tagli di centinaia di qualche milione di posti di lavoro.

I progetti di ristrutturazioni devono puntare a nuovi servizi

 “Ristrutturazione non può significare riduzioni di personale, perdita di professionalità. Noi abbiamo siglato un contratto. Certo non facile nella situazione data, di crisi. Non ci siamo chiamati fuori  da ristrutturazioni che si ritengano necessarie. Ma occorre che i progetti che ci vengono presentati  guardino ad un nuovo ruolo delle banche, garantiscano lavoro e professionalità. La tecnologia apre alla possibilità di creare novi spazi , nuovi lavori, anche molto qualificati, consulenza alle imprese, alla cittadinanza,organizzare servizi non su basi numeriche ma progettuali, migliorare la qualità del lavoro.”. Certo, sottolinea Arena, se si pensa di riorganizzare il settore, allungando gli orari di lavoro, tendendo aperte le banche anche nella tarda serata siamo ben lontani dall’affrontare i veri problemi. “ Ma anche nel contratto sono previsti nuovi orari. Risponde Arena: “ Certo ma prolungare l’apertura deve esser visto in quadro generale di riorganizzazione dei servizi, bisogna sperimentare perché può darsi che i risultati siano negativi, se non nulli”. Concludiamo proprio sul contratto in una situazione di crisi.  Torna il problema del lavoro, della qualità e della professionalità. “ In una situazione di difficoltà- conclude Arena- il lavoratore, il dirigente, il quadro è portato a tenersi ben stretto il posto , anche a scapito della professionalità, dello “utilizzo” al meglio delle sue capacità.La dequalificazione potenziale la si avverte nei numerosi progetti di ristrutturazione che sono ai tavoli di trattativa. Il contratto è uno strumento difensivo  in una situazione di crisi ,ma ha potenzialità molto importanti in una situazione di ripresa che auspichiamo e per la quale diamo il nostro contributo di idee e di iniziative.,sapendo che siamo in una trincea avanzata e che il Paese ha bisogno di noi.”

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