Elezioni. Monti imbizzarrito attacca la Cgil, ma non risponde a Bersani

ROMA – Un Mario Monti imbizzarrito, che spara a zero contro tutti senza ritegno . Così si potrebbe riassumere la performance del professore che ha spostato la sua campagna elettorale direttamente dall’Italia a Davos, dove si sta svolgendo il World Economic Forum.

Ieri aveva aperto i lavori e oggi intervenendo sulle azioni possibili per uscire dalla crisi dell’euro, ha duramente attaccato il sindacato della Cgil, colpevole secondo lui di aver frenato le riforme sul lavoro. “Noi – ha ribadito Monti – abbiamo introdotto più flessibilità, che non è andata molto lontana perchè uno dei sindacati ha resistito ai cambiamenti”. Insomma, una cultura che va radicalmente cambiata, secondo il professore. “In Italia – aggiunte il premier uscente –  un sindacato non può bloccare l’azione di governo, ma può creare difficoltà  su provvedimenti che molti ritengono necessari, come sul mercato del Lavoro.”. E ancora: “Non è che un sindacato possa bloccare necessariamente delle azioni”.

Monti poi punta il dito contro il Pdl. “C’è stato un partito di destra che ha resistito a delle riforme più profonde nell’area del diritto, ad esempio contro la corruzione e il conflitto d’interessi. Noi abbiamo fatto qualcosa, – dice orgogliosamente Monti – , ma unendo queste forze riformiste possiamo fare molto di più e possiamo stimolare  la crescita dell’economia”.

Ma oltre alla propaganda montiana, il professore non sembra intenzionato a rispondere alle parole di Pier Luigi Bersani che ha polemizzato sui conti pubblici e soprattutto sugli esodati che non sono neppure presenti nell’agenda Monti.
Insomma 13 mesi fa il professore parlava di equità e oggi si scopre che migliaia di esodati,   di cui tra l’altro non si conosce neanche il numero esatto, non fanno  neppure parte delle sue priorità politiche.
Monti, d’altra parte, quando è in difficoltà elogia l’operato del suo governo, come una cantilena puntualizza che senza di lui l’Italia sarebbe sprofondata nel baratro, come se già non lo fosse. Nessuna risposta neanche sul recente scandalo Monte dei Paschi, anche se da ambienti vicini al premier, viene ricordato  che gli aiuti dati alla banca senese erano dovuti grazie ad una normativa europea.

Alle accuse mosse da Monti sulla Cgil, risponde indirettamente perfino il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, intervistato da Radio Anch’io: “Non considero la Cgil un ostacolo alle riforme che Confindustria propone alla politica. So che la Cgil sta preparando un documento simile al nostro – ha aggiunto – non so quale sia il contenuto, ma voglio ricordare che siamo tutti sulla stessa barca e che dobbiamo tutti remare nella stessa direzione”.

Intanto dal centro sinistra, che oggi ha presentato ufficialmente le liste, arriva la bacchettata di Pier Luigi Bersani, questa volta diretta al professore: “L’esperienza del suo governo – tuona il segretario del Pd – non ha garantito nessun cambiamento”.
E su chi insinua strani accordi, Bersani assicura che non mollerà per nessuna ragione Vendola per Monti. Insomma, l’omogeneità della coalizione non si tocca.
“Abbiamo stretto un patto ‘l’Italia bene comune’ – aggiunge Bruno Tabacci – , e queste forze governano già assieme. Noi abbiamo un programma a base di equità e di giustizia sociale”. Per Nichi Vendola, invece, “Monti ha ragione a ritenersi un esperto di disoccupati, visto che con le sue politiche i disoccupati sono cresciuti parecchio”.

Intanto continua la tensione in casa Pdl. Silvio Berlsuconi continua ad attaccare i Pm di Milano sul caso Ruby. Dissente addirittura dal taglio della scorta che ha subito, ricordando che lui ha ricevuto minacce dalla mafia. Affermazioni, fa sapere il Viminale,  infondate: “Nessuna riduzione della scorta per l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.  Come premier – spiegano le stesse fonti – Berlusconi disponeva di un dispositivo di protezione di «primo livello», mantenuto per i dodici mesi successivi alle sue dimissioni, secondo quanto previsto dalla legge. Alla fine dell’anno scorso la situazione è stata nuovamente valutata e si è deciso di continuare ad assicurare all’ex presidente del Consiglio il  medesimo livello di protezione, numericamente inalterato”.

Domani ci sarà la presentazione ufficiale dei candidati Pdl che segnerà le ultime mosse di una campagna elettorale che i diretti interessati fanno sapere si giocherà in televisione e sul web.
Intanto il Cavaliere in queste ore sta lavorando a Palazzo Grazioli per mettere a punto il nuovo contratto con gli italiani che, secondo indiscrezioni, dovrebbe contenere una proposta shock sul tema economico. E conoscendo i precedenti non aspettiamoci nulla di buono.

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