Berlusconi Bunga Bunga. Dalle “feste” di Arcore spunta un’altra minorenne

I gerarchi in riunione a Palazzo Grazioli-Venezia con il ducetto di Arcore preoccupatissimo per le conseguenze della sua incontinenza sessuale, ma soprattutto per quello che potrebbero raccontare le sue caste amiche ai magistrati

MILANO – Si aggrava la posizione del premier Silvio Berlusconi. Dalle nuove carte inviate alla Camera dai pubblici ministeri di Milano spunta un’altra minorenne che avrebbe frequentato le “innocue feste” di Arcore e soprattutto gli ormai famosi in tutto il mondo “dopocena” del Cavaliere quando, al grido di “Ed ora Bunga Bunga”, gli invitati si precipitavano nella discoteca con la pista da lap-dance e la mini-piscina e succedeva quanto descritto da numerosi testimoni. Nel primo pomeriggio, altro vertice dei gerarchi del partito a Palazzo Grazioli, segno dei timori di Berlusconi per come si potrà evolvere la sua vicenda privata. Molti, anche fra i suoi sostenitori, cominciano a sentire puzza di bruciato. Gianfranco Rotondi, ministro per lo svolgimento del programma, ad esempio, dice: “Posto che è impossibile che tutti i giornali scrivano una bugia, il premier stia attento alla sua corte che diffonde versioni false dei suoi colloqui, al fine di applicare il detto antico ‘più pochi siamo più belli sembriamo’”, anche se altri fanno i finti tonti, come il ministro per la gioventù Giorgia Meloni, la quale, dopo la lettura dei documenti dei magistrati di Milano, si chiede dove sia il reato. Forse ha letto in modo distratto o forse non sa che lo sfruttamento della prostituzione (per cui sono indagati Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede) e la prostituzione minorile (reato per cui è accusato il premier, fra l’altro con previsione normativa introdotta dalla maggioranza di cui fa parte la distratta ministra) sono le ipotesi criminose dei pm milanesi.

Minorenni e champagne

Si chiama Iris Berardi, è di origini brasiliane ma vive a Forlì. Si è trasferita a Milano in cerca di fortuna e ben presto diventa una professionista del sesso a pagamento. Il giorno della sua maggiore età è il 28 dicembre 2009 ma i magistrati milanesi scoprono che ha frequentato la villa di Arcore una trentina di notti e, in almeno due casi, prima di diventare maggiorenne. Questa circostanza era già emersa nei giorni scorsi, dopo la notifica dell’invito a comparire a Silvio Berlusconi, ma fonti della procura avevano escluso indagini relative a una minorenne che non fosse Ruby. Naturalmente non si sa quali siano stati i suoi rapporti con il padrone di casa ma certo è azzardato sostenere che si recasse nella principesca residenza del premier per recitare il rosario.

La Minetti furiosa

Dalle carte dei magistrati spuntano altre intercettazioni, questa volta della sua amica Nicole Minetti, la oramai famosa “igienista dentale”, percossa dal fascino dell’uomo di Arcore. La donna è stata invitata a comparire dai magistrati, forse proprio per le dichiarazioni registrate a sua insaputa sull’utenza telefonica, dalle quali emerge una ragazza furiosa con il Cavaliere. “No perché… devo parlare al mio avvocato. Io sono indagata, per me la cosa è diversa.. Lui sarà anche il mio capo, ma io sono indagata e lui altrettanto… È un pezzo di merda. Se vuole vedermi, mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati” confida ad un’amica la consigliera regionale lombarda. Poi a Clotilde Strada spiega: “Non me ne fotte un cazzo. Se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di merda pur di salvare il suo culo flaccido. Giusto che si faccia sentire lui se non lo farà mi comporterò di conseguenza… quel briciolo di dignità che mi rimane la voglio tenere… visto che lui non mi ha chiamato… gli faccio prendere paura. Quando si cagherà addosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi.. adesso fa finta di non ricevere chiamate”. Che è successo a Nicole? Dalle sue parole sembra che ce l’abbia con il Cavaliere perché, dopo averla immessa fino al collo nella piscina di Arcore con i bunga bunga, il “più grande capo di governo dall’Unità ad oggi” si sia dimenticato da lei, in una sorta di “ognuno per sé e Dio contro tutti”. Proprio quanto può far innervosire una giovane donna di 25 anni che, dice lei stessa, vorrebbe sposarsi ed avere dei figli. Nicole sembra aver capito il mondo che ha scelto di frequentare: “La politica è un casino. Cioè cade lui… cadiamo noi. A lui fa comodo mettere te e me in Parlamento, perché dice ‘Bene, me le sono levate dai coglioni” e lo stipendio lo paga lo Stato’.

Ma il Cavaliere ricorre ai ripari ed interviene a difenderla davanti al telefono insultando Gad Lerner e i suoi ospiti e superando in indecenza qualsiasi altra sua dichiarazione televisiva. Tanto furore in Silvio Berlusconi aveva un po’ stupito ma ora, dopo la scoperta di quello della Minetti, può essere spiegato con il tentativo di tapparle la bocca e dimostrarle tutto il suo affetto. Ovviamente disinteressato.

La difesa di cartapesta del Cavaliere

Di fronte ad una mole del genere di accuse (qualsiasi altra persona sarebbe stata già tradotta in carcere, visto l’altissima probabilità di inquinamento probatorio), soprattutto per quanto concerne il reato di prostituzione minorile (l’altro reato, la concussione contiene anch’esso elementi probatori rilevanti) i berlusconiani stanno annaspando ed hanno ritenuto che l’unica via percorribile sia quella politica, cioè il salvataggio del Cavaliere mediante una protezione di tipo parlamentare (la devoluzione alla competenza del tribunale dei ministri, anche se ciò vale soltanto per il reato di concussione), unitamente alla fiducia che il clamore scemerà al più presto, grazie anche al ruolo giocato dalle televisioni. Oggi, i principali titoli del TG1, TG5, TG2 mettevano insieme lo scontro nella giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera con l’invio in Italia dei documenti da Santa Lucia in cui si dimostrerebbe la “colpevolezza” di Gianfranco Fini per aver saputo che la casa di Montecarlo era stata comprata in realtà dal cognato. Due avvenimenti lontanissimi fra di loro, ma soprattutto due casi imparagonabili e di gravità differente. Ma ciò, secondo gli strateghi del Cavaliere, dovrebbe essere sufficiente per convincere gli elettori che “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

La seconda arma di difesa è l’inizio dello sputtanamento dei magistrati di Milano. Oggi “Il Giornale” butta in prima pagina una vecchia storia di Ilda Boccassini (questa sì veramente privata), senza né capo né coda, che ha costretto il procuratore generale di Milano Brutti Liberati ad intervenire in difesa del suo sostituto procuratore. Mentre continua il cannoneggiamento nella giunta per le autorizzazioni a procedere che desta più di una preoccupazione anche al Quirinale.

I berlusconiani oramai sono convinti di dover condurre la guerra con tutte le armi a loro disposizione, anche a costo di rischiare un conflitto fra poteri dello Stato, anche a costo di buttare giù il palazzo di giustizia di Milano. È da sempre la logica distruttiva che anima la “discesa in campo” del Cavaliere, per fare del Paese una terra piena di macerie per il tempo successivo alla stagione politica del bunga bunga.

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