Fillea Cgil. Non più case e consumo del suolo. Sette progetti per ricostruire il Paese

ROMA – Fa un certo effetto sentire  Walter Schiavella che dice “i muratori non devono costruire più case che nessuno compra” e che occorre una, ”riduzione progressiva del consumo di suolo con l’obiettivo “quota zero”  entro il 2050”.

Schiavella è il segretario generale della Fillea Cgil, il sindacato che organizza  i lavoratori dell’edilizia, del legno-arredo, materiali da costruzione ed escavazione,  nicchie piccole, ma di gran pregio,  come il restauro, l’archeologia, gli interni  per la nautica e  per i caravan. In una parola i lavoratori delle costruzioni, un settore in piena crisi. A fine  2012 i posti di lavoro persi nella intera filiera erano 550 mila, di cui quasi 400 mila solo nell’edilizia. Altri 400 mila si stima siano i lavoratori al nero e per dare il quadro drammatico della situazione si parla di oltre 30 miliardi di evasione fiscale e contributiva. Aggiungiamo gli incidenti  sul lavoro  come richiama  Ciro,  vestito da muratore ora un dirigente sindacale che di giorno gira per i cantieri e di notte fa cabaret, la sua passione. Saluta i partecipanti alla Assemblea, lavoro alle facciate, a volte si cade, si rivolge in particolare a Susanna Camusso perché la Cgil sia sempre più forte, combattiva, a Guglielmo Epifani, Stefano Fassina, candidati della coalizione ci centro sinistra, a Massimiliano Smeriglio, candidato di Sel, augura loro un futuro da parlamentari  dalla parte dei lavoratori. Saluta anche gli imprenditori presenti ai massimi livelli, il presidente dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili, quello di Federlegno, Roberto Snaidero. Se li vedesse Monti, tutti insieme, sindacalisti massimalisti, ali estremiste da tagliare, come piace dire al professore non gli resterebbe che uscire dalla sala facendo finta di essersi sbagliato. Se poi li sentisse parlare forse si farebbe l segno della croce, “vade retro Satana”. Ma così va il mondo, il premier dimissionario se ne deve fare una ragione.

Camusso a Monti: onorati di essere la sua ossessione

Susanna Camusso, in casa sua, si leva qualche sassolino dalle scarpe. Se ci fosse uno schermo televisivo, come dice Crozza, anche se  Monti non  c’è resta l’alone della sua immagine. “Siamo la sua ossessione, ci sentiamo – onorati – di esserlo – dice il segretario generale della Cgil- ma abbiamo il dubbio che questa ossessione nasconda il fatto che non vuol dire cosa intende fare per il lavoro, la crescita, lo sviluppo. Forse domani nella sua Agenda troveremo qualche promessa. Ma così non si cresce”.

Schiavella: alt alla costruzione di case e al consumo del suolo

Allora come si cresce. Se ne guarda bene dal dirlo. Ma proprio il ruolo dello Stato, dell’intervento pubblico,  ha rappresentato il punto di raccordo di tutti gli interventi. Si torna così a quanto ha affermato Schiavella, l’alt alle nuove costruzione al consumo del suolo. Una vera e propria “rivoluzione culturale” è stata definita dal giornalista Giorgio Pogliotti del Sole 24 Ore che coordinava l dibattito e da diversi interventi. Ed è tornata a farsi vita una  parola , quasi caduta in disuso, sviluppo sostenibile.  Schiavella lancia una sfida politica, parte dalla costatazione del fallimento del modello di sviluppo, dalla crisi di sistema cui ci si trova di fronte. Per 15 anni c’è stata crescita, ora non si va più avanti, occorre un cambiamento che punti insieme alla qualità del lavoro e la qualità dello sviluppo. A pochi giorni dalla approvazione del Piano del Lavoro da parte della Cgil, uno dei più grandi sindacati italiani riempie la grande cornice confederale  di contenuti che  vengono da  una categoria ma guardano agli interessi  del Paese.

Le proposte per rilanciare il settore delle costruzioni

Il segretario generale di Fillea Cgil riporta in primo piano il lavoro e le proposte avanzate dagli “Stati generali “  dei sindacati e delle imprese di costruzioni nel lontano 2009 di cui, dirà Guzzetti, né il governo Berlusconi né quello Monti hanno tenuto conto. E Schiavella  parla di un “patto fra produttori”, lavoratori e imprenditori  e rilancia, si rivolge al governo che verrà partendo da una proposta sostenibile sulle regole del mercato.  Poi sette progetti per rilanciare il settore, qualità del lavoro, dell’impresa del vivere,messi a punto dall’Ufficio studi e presentate dall’architetto Alessandra Graziani, raccolti in schede / clicca qui per leggerle).  Lo sviluppo sostenibile significa:riassetto idrogeologico, riduzione consumo del suolo, riassetto idrogeologico, riqualificazione urbana,efficienza energetica, energie rinnovabili, prevenzione sismica, infrastrutture materiali. Proposte tutte correlate dai costi e come reperire le risorse.

Epifani: qualità del lavoro e qualità dello sviluppo

Epifani richiama  i “fondamentali” delle proposte della Fillea. La qualità del lavoro, la qualità dello sviluppo sono i due paletti di una nuova politica. La crisi – dice -poteva essere una leva anticiclica per tamponare gli effetti più devastanti e guardare ad un nuovo modello di sviluppo. Ma anche il governo dei “tecnici” ha dato prova di “sciatteria”, ha aggravato ll ruolo dell’offerta, il ruolo determinante dello Stato, sottolineando il valore delle proposte avanzate dalla Fillea. Guzzetti richiama e rilancia le proposte ched erano state avanzate dagli “Stati generali”. “ Avevamo capito tutto ma i governi non ci hanno dato retta. Si è così spento il motore dell’edilizia. Mentre Usa, Germania, Giappone, Francia, tanto per citare alcuni Stati, si sono mossi, hanno attuato politiche innovative, c’è stato l’intervento pubblico.Berlusconi e Monti non hanno fatto niente. Indispensabile un intervento pubblico, dello Stato. D’accordo con Epifani l’intervento dello Stato non può essere un tabù. Snaidero ha sottolineato che il lavoro italiano in questi settori è molto apprezzato all’estero.

Gli interventi di Guzzetti (Ance) e Snaidero (Federlegno)

Federlegno ha aperto uffici a Mosca, Londra, in Sud Africa, in Usa, in Cina sta entrando nel mercato. In Italia il fatturato è calato del 4%, all’estero è aumentato dell’8%. Non c’è bisogno di commenti mentre le aziende, piccole in particolare stanno chiudendo a migliaia. E’ proprio impossibile si è chiesto che  il credito di imposta che si applica alle costruzioni si applichi anche all’arredamento? 

Le risposte di Stefano Fassina e Massimiliano Smeriglio

Sono Fassina e Smeriglio a dare le prime risposte, a prendere impegni, non a raccontar favole. In primo luogo servono profondi cambiamenti nella politica europea, gli eurobond per finanziare i progetti, investimenti produttivi da non conteggiare nell’indebitamento, la formazione permanente, rivedere il patto di stabilità che blocca risorse, rivedere le norme sulle pensioni e sul mercato del lavoro, allungare i tempi del pareggio del debito, ripartire dall’economia reale e  non da quella finanziaria Susanna Camusso prende due piccioni con una fava: risponde alla “ossessione” montiana che accusa la Cgil di parlare solo di spesa pubblica e da nuova linfa al Piano del Lavoro proprio a contatto con un sindacato come Fillea  forte di una esperienza maturata sul campo. Parla del fallimento delle politiche di rigore. Si entra nel sesto anno della crisi  e Monti ripropone una ricetta vecchia, le politiche del  suo governo dovevano far crescere il Pil. Invece è diminuito mentre aumentato il debito pubblico. In Francia, in Germania, tanto per citare due Paesi che ci sono vicini – dice Camusso – si parla di interventi pubblico, i governi ne discutono con i sindacati.   In un Paese che non crede più a nulla, con l’antipolitica che non è solo una minaccia – occorre dare una prospettiva, un futuro, combattere l’individualismo. Una politica come quella di Monti rischia di farci perdere di vista che il problema è l’economia reale, che il motore della politica sono le persone non i numeri”.

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