Spread e agenzie di rating. Se non ti occupi di loro, saranno loro ad occuparsi di te

ROMA – L’esito elettorale non è stato accolto favorevolmente da mercati ed agenzie di rating. La evidente difficoltà nella formazione dell’esecutivo ha mandato in fibrillazione tutti quei noiosi attori che amano chiarezza, certezza e stabilità.

Dopo l’impennata, avvenuta nella giornata di ieri, dello spread tra titoli italiani e titoli di matrice tedesca anche Moody’s ha mandato un avvertimento preoccupato e preoccupante. Secondo l’agenzia di rating esiste la possibilità di un ritorno in tempi brevissimi alle urne da parte degli italiani alla ricerca, che potrebbe confermarsi vana, di un qualsiasi equilibrio e di un qualsiasi governo. I prevedibili effetti di un ritorno alle urne sulla possibilità e soprattutto sul costo del finanziamento del debito pubblico italiano sono quantificabili in miliardi di euro annui in più da versare ad investitori e speculatori, forse non il modo migliore di spendere i soldi dei cittadini.

Agenzie. Il rating dell’Italia torna nel mirino
Sono estremamente simili, e ciò non stupisce, i commenti  arrivati dalle agenzie di rating su quanto venuto fuori dalle urne nostrane.
Per Standard & Poor’s il risultato delle elezioni non ha un impatto immediato sul rating del nostro Paese ma ‘saranno essenziali’ le scelte del nuovo governo, anche se ‘alla luce delle significative differenze fra i partiti, restano numerose incertezze sulla direzione’ delle politiche che saranno prese.
Secondo Moody’s, invece, il voto alle politiche, con la conseguente possibilità di un’instabilità politica prolungata, va oltre la semplice minaccia al rating dell’Italia, il cui debito rischia di passare a livello di spazzatura, ‘junk’, nel caso di richiesta d’aiuto all’Europa, ma potrebbe addirittura ‘riaccendere la crisi del debito nell’Eurozona’.
Secondo Moody’s “Invece di migliorare la visibilita’ sulla direzione politica del Paese, le recenti elezioni in Italia hanno aumentato il rischio che la fase di riforme avviata dal governo Monti possa sospendersi, se non bloccarsi”.
Resta alla finestra l’agenzia Fitch, che per il momento non si è esposta ma potrebbe essere la prima a procedere al downgrade del nostro rating, visto che il giudizio che assegna all’Italia, fermo dallo scorso gennaio, essendo ad  ‘A-‘ è il giudizio più generoso fra quelli assegnati dalle tre grandi agenzie.

Spread. Fermo dopo il balzo di ieri. Aumenta il costo del debito
Dopo lo scatto di ieri lo spread tra i BTP decennali e gli omologhi titoli emessi dalla Germania resta intorno ai 340 punti.
A tenere sostanzialmente fermo il livello dello spread è stato l’andamento dell’asta odierna dei Btp il cui esito può essere considerato, nonostante tutto, buono. Il ministero dell’Economia ha infatti collocato 4 miliardi di euro di titoli con scadenza primo maggio 2023, con un tasso del 4,83%, rispetto al 4,17% dell’asta di gennaio. La domanda e’ stata 1,6 volte l’offerta. Inoltre ha collocato 2,5 miliardi di euro di Btp quinquennali al 3,59%, in rialzo rispetto al 2,954% di gennaio e con una domanda pari a 1,6 volte l’offerta.
Il rialzo dello spread e dei rendimenti non ha un effetto immediato sul costo complessivo del debito pubblico italiano ma si riverbera progressivamente seguendo i rinnovi delle scadenze dei titoli.
Ad esempio i soli titoli decennali piazzati ieri costeranno in cedole annuali oltre 26 milioni di euro in più, costo che a rigor di logica sarebbero da definire ‘politici’.
A preoccupare è però, oltre lo spread, anche il movimento dei credit default swap (Cds) che è risultato decisamente marcato. Martedì secondo Markit, il costo della polizza anti-default dell’Italia ha superato, e non accadeva da oltre un anno, quello spagnolo: assicurarsi contro il crack costava 293 punti base, rispetto a 260 della polizza spagnola. 

Borsa. Un piccolo rimbalzo dopo le legnate di ieri.
Non si sono certo recuperati i 17 miliardi bruciati nella sola Milano e nella sola giornata di ieri ma oggi un po’ tutte le piazze europee hanno chiuso con il segno più, anche grazie a Wall Street che, partita in lieve calo, ha poi imboccato decisa la via del rialzo sui dati macroeconomici positivi.
A Milano Ftse Mib 15.287,02 punti (+1,76%),
A Parigi +1,92%; a Madrid +1,95%;a Francoforte +1,04%; a Londra il Ftse fa segnare 6.325,88 punti (+0,88%).

Amerigo Rivieccio

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