Grillo ha perso il controllo. Bersani: “il M5S ricorda il leninismo”

ROMA – Non si da pace Beppe Grillo. Il suo ordine di non votare Laura Boldrini e soprattutto Pietro Grasso non è stato affatto ascoltato dai fidi grillini. Ha minacciato di espellerli dal movimento, ha chiesto i nomi di chi ha votato Grasso quasi volesse metterli alla gogna mediatica.

Tuttavia la  parola di Grillo adesso vale come il “due di picche”, perchè non siamo al bar dello sport o al circolo, ma in Parlamento e l’articolo 67 della Costituzione Italiana tutela la libertà di espressione di ogni singolo parlamentare. E per fortuna. Gli stessi grillini hanno replicato al loro “capo” dicendo di aver votato in piena coscienza e libertà. Insomma un atto di democrazia, su cui nessuno può mettere più parola. Anche lo stesso Grillo che tanto decanta la democrazia dal basso.
Ma lui non si da pace e contro replica: “Nella votazione per la presidenza del Senato è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che i senatori del M5S dichiarino il loro voto. Nel ‘Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamentò sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza è citato: Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S. Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze”.
E poi Grillo punta il dito contro il partito democratico. Definisce i due presidenti come “la foglia di fico del Pd”. E aggiunge: “Le cariche alla Camera e al Senato sono archiviate, dureranno lo spazio di una legislatura che si annuncia breve. Franceschini e la Finocchiaro erano indigeribili per chiunque, anche per gli iscritti. Boldrini e Grasso continuano così la
linea già tracciata da Doria e Ambrosoli. È fantastico! I parlamentari del pdmenoelle non riescono a esprimere un loro candidato. Non si fidano di sé stessi, soprattutto di sé stessi. Sanno di essere impresentabili e quindi devono presentare sempre qualcun altro. Per loro ci vuole un pò di conservatorismo compassionevole”.

Bersani: “il movimento 5 Stelle fa venire in mente il leninismo”

Non tarda ad arrivare la replica di Bersani: “Il modo di far politica del Movimento 5 Stelle fa venire in mente dinamiche proprie del leninismo.  Il Movimento di Grillo vuole fare le proprie riunioni chiuse ma poi vuole lo streaming quando va dal Capo dello Stato, secondo un antico dettato che fa venire in mente il leninismo. Cosa credono di aver inventato? Sono un cuneo – aggiunge riferendosi al Movimento – mi organizzo più o meno segretamente e poi approfitto di tutti gli spazi che la borghesia ‘coglionà e capitalista mi dà”.
“Su questo – aggiunge Bersani –  i grillini e il Partito democratico sono profondamente diversi, speculari. Le nostre discussioni sono pubbliche  ci prendiamo le nostre responsabilità”. E a questo proposito spiega che quando parlava di scouting non intendeva assolutamente andare a ‘catturarè dei parlamentari ma il contrario:  “scouting vuol dire che voglio capire se quella formazione si prende delle responsabilità rispetto al ruolo parlamentare che ha voluto rivestire, che comprende anche dire la propria sul ruolo del Governo”.

E infine sempre per ricordare la crisi italiana Bersani sottolinea alcuni punti fondamentali: “Se la sera mi addormento a fatica è per questa situazione. Per la crisi che sta investendo un numero enorme di imprese, per il livello del reddito che spinge le persone fino alla disperazione”. “Stiamo cercando – ha assicurato – la strada per stretta che sia, per dare un Governo a questo Paese. Qui non c’è in mezzo nè Bersani nè il Pd. L’importante è trovare in una situazione complicatissima, una strada per dare risposte ai problemi della gente. E chi non ci crede è gretto lui. Ha un’anima meschina”.

Replica al fantasioso appoggio di  Alfano

Ma c’è dell’altro in questa giornata politica. Angelino Alfano fa sapere che  il Pdl è pronto a confrontarsi con un Pier Luigi Bersani incaricato di formare il governo, a patto che il leader Pd accetti di eleggere alla presidenza della Repubblica un «moderato». Lo ha detto il segretario Pdl Angelino Alfano a ‘In 1/2orà: «Parleremo con Bersani e saremo disponibili a sostenere un suo governo se ci sono le condizioni: rappresentanza dei moderati alla presidenza della Repubblica e misure economiche per far ripartire l’economia».  “Nessuna disponibilità del Pd alla ‘propostà fatta oggi da Angelino Alfano per uno scambio tra sostegno ad un eventuale governo Bersani in cambio dell’elezione di un esponente del centrodestra alla presidenza della Repubblica”, replica il Pd. “Per scambi indecenti qui non c’è recapito”

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