Consultazioni. Subito un governo. Domani giornata decisiva

ROMA – Primo giorno di Consultazioni al Colle, dove i capogruppi incontrano oggi e domani il Capo dello Stato,  che dovrà verificare se esistono  le condizioni idonee per dar vita il prima possibile ad un nuovo Esecutivo.

Questo almeno è  l’auspicio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al quale fanno eco i due presidenti di Camera e Senato che questa mattina hanno dato ufficialmente il via alle Consultazioni. “C’è bisogno di fare un governo e sta al presidente della Repubblica eplorare le strade per arrivarci. Napolitano intende risolvere subito. Ora non spetta a noi ma al capo dello Stato”, ha detto Laura Boldrini. “Con il presidente abbiamo riscontrato la concorde determinazione della necessità assoluta di dare un governo al Paese, percorrendo tutte le strade possibili”, ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso.

Sarà domani comunque la giornata decisiva, in quanto alla mattina sarà la volta dei capogruppo del M5S che saranno accompagnati da Beppe Grillo al Quirinale, poi del Pdl e Lega Nord che avranno un incontro congiunto e tenteranno la via di un governissimo, e infine quello con il PD, durante il quale Napolitano potrebbe incaricare Pier Luigi Bersani di formare un nuovo governo, visto che il Pd detiene la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato. Insomma il risultato elettorale lo prevede e il Pd  è fiducioso, specie dopo l’accoppiata vincente Grasso Boldrini.

Grillo: “Il 30% non basta”

Nel frattempo Grillo polemizza, in primis proprio con Grasso e Boldrini che ieri durante la trasmissione di Ballarò avevano annunciato di tagliarsi lo stipendio del 30%. “Il 30% non basta” ha scritto sul suo blog il comico genovese. “Bene, ma quale stipendio? Si tratta di quello da parlamentare o dell’indennità aggiuntiva per i presidenti di Camera e Senato? Non è spiegato, ma è un dettaglio importante che i cittadini devono conoscere. Il M5S rifiuta in toto le indennità di carica: Antonio Venturino, 5 stelle eletto in Sicilia, ha rinunciato ai 3.244,22 euro al mese e all’auto blu che gli sarebbero spettati in quanto vice presidente dell Assemblea Regionale Siciliana”, scrive il comico.  “I cittadini portavoce del M5S in Parlamento l’hanno già fatto. Se Boldrini e Grasso proponessero questa misura il risparmio annuale sarebbe di circa 70 milioni”. E infine lancia un appello su Twitter (#FateloVoi!) per chiedere il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari e la rinuncia dei rimborsi elettorali.

Il M5S allergico ai giornalisti
Intanto la situazione politica continua a mandare segnali di agitazione. Oggi i due portavoce del M5S Daniele Martinelli e Claudio Messora, che dovrebbero curare la comunicazione dei gruppi parlamentari hanno annunciato l’intenzione di chiudere i contatti con la stampa.
L’annuncio è arrivato attraverso due post separati sui propri profili Facebook, ma simili nella sostanza. “La macchina del fango è entrata subito in azione – lamenta Messora – In mancanza di una ben precisa notizia di crimine da addebitare, sono passati alla diffamazione creativa: usano titoli che poi gli stessi articoli richiamati smentiscono”. Messora si rivolge ai  giornalisti onesti , invitandoli ad «iniziare una guerra di liberazione da questi pseudo-omuncoli che sputtanano tutta la categoria. Se il Movimento Cinque Stelle non parla con nessuno (e d’ora in poi neppure io) è solo colpa loro”.
 Martinelli dalla sua pagina Facebook non è da meno: “Sono stato nominato consulente di un gruppo parlamentare e vengo trattato da giornali e tv come un addetto stampa che fa da megafono al Movimento. Questi non hanno ancora capito che saranno i deputati del Movimento a parlare della loro attività politica. Il mio compito è solo quello di ottimizzare la loro comunicazione. La mia comunicazione, è personale. Non è quella del Movimento. Siccome le tivù e i giornali mi stanno spacciando come il Capezzone della situazione, ho deciso che non parlerò più con nessuno, tranne che
coi deputati della Camera”.

Caccia ai dissidenti grillini

Ma non è tutto. I parlamentari del M5S oggi si sono incontrati nella Sala Regina a Montecitorio. Motivo? Interpellare e chiedere giustificazione a quei senatori “dissidenti” che hanno votato Pietro Grasso, tradendo di fatto le direttive dettate dal movimento. Insomma, detta così suona come una sorta di interrogatorio stile Kgb con tanto di lampada puntata sugli occhi, prima di sentenziare una probabile espulsione come aveva annunciato Grillo.
Invece, tanto fumo poco arrosto. I “traditori” sembra che restino nei propri ranghi, anche se alla fine, come tengono sempre a precisare i grillini, “è la rete che deciderà il da farsi”. Sicuramente in questo momento sarebbe più importante che i grillini iniziassero a pensare alla giornata che li attende domani, alla responsabilità che spetta alla loro parte politica, senza dimenticare la situazione in cui versano la maggior parte degli italiani.
Nulla da ridire sull’esempio in questo frangente di crisi nera. Va benissimo che stipendi e pensioni d’oro trovino un tetto massimo, oltre il quale non si deve transigere. Va bene che si dimezzino gli stipendi milionari, si taglino gli eccessi di spesa pubblica e si controllino i conti. Tuttavia, il popolo, anche quello che fortunatamente un lavoro o una pensione ce l’ha, continua a non arrivare alla fine mese.
Quindi, tralasciando la solita demagogia populista, sarebbe rispettoso risolvere il vero problema, ovvero di chi prende poco o addirittura nulla.

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