ROMA – “Ho conferito, in continuità con eloquenti precedenti, all’onorevole Bersani l’incarico di verificare un sostegno parlamentare certo, a un governo che abbia la fiducia delle Camere”.
“Si parte con la formazione del nuovo governo – spiega il capo dello Stato -. Ho ripercorso la prassi storica e istituzionale. La Costituzione subordina la formazione di un governo alla formazione di una maggioranza parlamentare. Di fronte alla divisioni emerse nelle consultazioni, con termini che preciserò, l’incarico va al candidato della coalizione di centrosinistra, Pier Luigi Bersani”. A lui “l’incarico di verificare un sostegno parlamentare certo. Egli riferirà sull’esito della verifica, appena possibile”.
“L’Italia – ha aggiunto Napolitano nel suo discorso – ha bisogno di un governo al più presto, per una piena attività del Parlamento e della legislazione. Non è ancora trascorso un mese dalle elezioni, da una settimana si sono insediate le nuove Camere e mi complimento della composizione degli uffici di presidenza, significativamente rappresentativi di tutte le componenti politiche. Si apre ora una fase importante, senza sterili lungaggini ma con ponderazione ed equilibrio. E a chi se la prende delle lungaggini italiane (chiaro riferimento al M5S ndr), faccio rilevare che in Olanda e Israele sono occorsi più di 50 giorni. L’importante è dimostrare alla comunità internazionale quanto teniamo alla stabilità istituzionale, non meno di quella finanziaria. L’Italia deve darsi un governo e assicurare la vitalità della nuova legislatura e del nuovo Parlamento. Così possiamo garantire le istituzioni europee, altrimenti tradiremmo le attese dei rappresentanti di tanti paesi amici convenuti a Roma per l’elezione del nuovo Pontefice”.
Larghe intese impossibili
“Le larghe intese si sono rese impossibili dopo la rottura della fine dello scorso anno sul governo Monti”, ha aggiunto sempre Napolitano, che tuttavia ha auspicato un forte spirito di coesione nazionale al di là della normale dialettica politica per affrontare i problemi del Paese. “Occorrerà comunque, per salvaguardare la posizione dell’Italia e anche per rafforzarne l’assertività e capacità di spinta innovativa nel concerto europeo, forte spirito di coesione nazionale”.
Insomma Bersani incassa il mandato, che per molti costituzionalisti suona come una sorta di preincarico, ed ora dovrà trovare l’appoggio sugli otto punti programmatici stilati dalla sua coalizione di centro sinistra. Per questo motivo probabilmente il segretario del Pd avvierà subito le consultazioni partendo – come impone la prassi istituzionale – dai presidenti di Senato e Camera per poi incontrare le forze politiche e sociali.
“Accetto con la massima determinazione ed equilibrio”, ha detto Bersani a margine dell’incontro. E poi: “Ringrazio il presidente Napolitano per l’incarico che ha voluto conferirmi. Lo svolgerò con la massima determinazione, ricercando la ponderazione e l’equilibrio cui il presidente ha fatto riferimento. Serve un percorso di riforma che sia in grado di realizzare quello che non è stato fatto qui e cioè aspetti rilevanti di riforme costituzionali e politico-elettorali”. E infine: “Nell’incontrare le forze politiche cercherò di andarci con le idee piuttosto chiare: con poche parole ma con delle intenzioni precise sui percorsi di riforma. E ci andrò, però, naturalmente, con delle mie idee”.
Un compito difficile per il segretario del Pd
Non sarà una passeggiata quella di Pier Luigi Bersani, se non incasserà a sua volta l’appoggio minimo per consentirgli la fiducia parlamentare. Vito Crimi, capogruppo senato del M5S continua a rinnovare il suo “niet”: “Nessuna fiducia a un governo di questi partiti, né politico né tecnico. E’ difficile da comprendere? In che lingua dovrei ripeterlo? Quindi pregherei di non forzare le mie parole, nessuna apertura al Pd… Nessuna apertura al Pd….”. Così ha scritto sulla sua pagina Facebook.