Approvato decreto (40 miliardi) salda debiti alle imprese. Solo un primo passo

ROMA –  Quella che rischiava di diventare una telenovela con gravissime conseguenze per la vita delle imprese per i lavoratori è arrivata ad una prima conclusione, solo un pirmo passo: il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che dà il via libero al pagamento di 40 miliardi di debiti della pubblica amministrazione nei confronti di imprese e banche.

La riunione dei ministri che è stata presieduta  dal premier Mario Monti, aveva all’ordine  del giorno, più volte rinviato in questi ultimi tempi,  il tema dei crediti delle imprese.  In sintesi il contenuto del decreto che passa immediatamente alla firma del Presidente della Repubblica e poi alle commissioni speciali nominate dal Parlamento prevede l’erogazione di quaranta miliardi erogati nei prossimi 12 mesi alle imprese con un meccanismo chiaro, semplice e veloce” e- ha detto Monti- “rispettando la soglia del debito del 3%”.  Il ministro del Tesoro, Vittorio Grilli, ha annunciato che la ripartizione dei fondi avverrà a partire dal 15 maggio. Mma la Cgil è fortemente critica e parla di cifre  sottostimate. Il debito sarebbe di circa 120-130 milkiardi. Per quanto riguarda la Tares il pagamento della maggiorazione viene rinviato all’ultima rata.

Monti si leva qualche sassolino, ma le critiche sono generiche

 

 Il presidente del Consiglio dimissionario nel corso di una conferenza stampa si è levato qualche sassolino dalle scarpe in merito a chi ha le responsabilità maggiori poer la situazione che si è verificata e che ha avuto effetti disastrosi per tante imprese.”E’ arrivato il momento di voltare pagina”, ha detto Monti -. quello dei debiti della PA è “un caso molto emblematico di come, mentre si facevano più stretti i vincoli di obbligo. disciplina, le amministrazioni avevano invece risposto con forme che hanno scaricato gli oneri sul futuro e sulle imprese e i cittadini “ Ha sottolineato che “coloro che oggi sono più critici sono gli stessi che hanno creato il problema”. “Esprimo una leggera indignazione – ha proseguito – per le critiche al governo che ha impiegato qualche giorno in più per il decreto. Sono stati severi con noi i partiti che negli ultimi 10 anni hanno causato questi problemi”. Monti ha rilevato anche  “comportamenti poco seri che in passato caratterizzavano la gestione della cosa pubblica”. La genericità delle accuse ne sminuisce il significato. Chi è responsabile della situazione che si è creata? I partiti, quali? La pubblica amministrazione, i ministri? Quando si fa di ogni erba un fascio è difficile3 distinguere le responsabilità. Le parole di Monti sembrano essere una scaricabarile non tanti poer bi giorni di ritardi nell’0emetterebil decreto quanto per non aver affrontato per tempo la sit incancrenire fino al limite della sopportabilità . Monti ha tenuto a precisare che il decreto non ostacolerà il rispetto dei parametri Ue: “C’è la fondata aspettativa- ha proseguito- che a maggio l’Italia sarà dichiarata uscita dalla procedura” Ue per deficit eccessivo,” Ed  ha ricordato che il decreto è il frutto del lavoro fatto negli ultimi due anni, visto che fino al 2011 l’andamento dell’indebitamento era ancora in ascesa: a fine 2011 lo stock di debiti della p.a. non ceduto alle banche ammontava a 80 miliardi di euro, contro i 61 miliardi del 2009 e i 74 miliardi del 2010.

 

 Passera.Non dovranno essere certificati i debiti

Il ministro Corrado Passera ha  sottolineato che fra le modalità di pagamento dei debiti della P.A. ci sarà anche la compensazione fra debiti e crediti: “Abbiamo allargato la tipologia di crediti che potranno essere compensati: non solo i debiti passati a ruolo”, ha affermato.  Riferendosi alle banche che hanno acquistato crediti delle imprese, Passera ha detto che in tal caso il pagamento avverrà attraverso emissioni ad hoc.  Nell’intento di semplificare le procedure, il decreto stabilisce che “l’impresa non dovrà certificare i crediti, ma sono le pubbliche amministrazioni a fare gli elenchi” dei debiti e dei creditori.

La certificazione e il censimento dei debiti della Pubblica Amministrazione verrà fatto “nell’ambito della prossima Finanziaria”: dei 40 miliardi del dl, 15 o 20 sono già ceduti e 3 o 4 dovranno essere compensati, “poi tutto si chiuderà”, stando a Passera. Per quanto riguarda il rimborso dei pagamenti entro il 30 di aprile  tutte le amministrazioni – ha detto il ministro Grilli-dovranno farci pervenire l’elenco e la richiesta di spazio finanziario. Entro il 15 di maggio provvederemo alla ripartizione degli spazi e delle risorse finanziarie pervenute”. Quando gli enti hanno disponibilità di cassa, “le amministrazioni potranno cominciare a pagare i debiti subito dopo la pubblicazione del decreto, che immagino sarà lunedì, ovviamente partendo dai debiti più anziani  per i quali  non bisogna aspettare il riparto-“

Oltre i 40 miliardi stabiliti oggi arriveranno ulteriori tranche “sia in termini di cassa che per le emissioni” con la Legge di Stabilità per il 2014. Quanto alla copertura dell’intera operazione- sempre Grilli ha detto che “dal 2015 in poi ci saranno tagli orizzontali, ma riteniamo che potranno essere sostituiti con molto anticipo da tagli più intelligenti realizzati dai governi futuri”.

 

La Cgia: non  conteggiati i debiti verso le piccole e medie imprese

 

Fra le prime reazioni quella della Secondo l’associazione degli artigiani, nei debiti della pubblica amministrazione, non sono conteggiati quelli spettanti alle piccole e medie imprese che porterebbero ad un importo complessivo tra i 120-130 miliardi di euro. Secondo la Cgia, nella relazione della Banca d’Italia i 91 miliardi stimati sono stati calcolati attraverso un’indagine campionaria condotta solo sulle imprese con più di 20 addetti. “Ciò vuol dire che le aziende con meno di 20 addetti – attacca Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia – che rappresentano il 98% del totale delle imprese presenti nel nostro Paese, non sono state monitorate. Pertanto, i 91 mld di debiti in capo della pubblica amministrazione sono decisamente sottodimensionati: se in tempi ragionevoli sarà possibile effettuare un nuovo monitoraggio, è molto probabile che il debito della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese lieviti a 120-130 miliardi

Tares, aumentio rinviati all’ultima rata del 2013

 

 Per quanto riguarda la Tares, il decreto dà ai Comuni la facoltà di intervenire sul numero delle rate e sulla scadenza delle stesse come previsto dal Salva Italia e prevede che a tutela del contribuente la deliberazione sia adottata dai Comuni almeno trenta giorni prima della data di versamento. Viene inoltre rinviato all’ultima rata relativa al 2013 il pagamento della maggiorazione di 0,30 euro per metro quadrato già previsto dal Salva Italia. Fino ad allora, ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Antonio Catricalà, “resta in piedi il meccanismo della Tarsu per le prime due rate: si pagherà quanto pagato l’anno scorso e non ci saranno sorprese. Il bollettino sarà inviato dalle amministrazioni. Sull’ ultima rata ci potrà essere un conguaglio”.

 

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