Senato. Passa la fiducia, ma il governo scricchiola sull’Imu

Il Senato ha votato la fiducia al governo Letta. Hanno votato sì in 233, su 310 votanti. I voti contrari sono stati 59, gli astenuti 18. La maggioranza richiesta era di 156 voti. Erano presenti 311 senatori, hanno votato 310

 

ROMA – Nonostante la fiducia incassata al Senato da Enrico Letta, in questo nuovo Esecutivo iniziano ad emergere le tante differenze programmatiche che ogni formazione ha cavalcato durante la campagna elettorale. E quello sull’abrogazione dell’Imu sembra essere diventato uno dei punti chiave per la tenuta del governo. Lo ha fatto ben intendere  il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri: “Sull’Imu prima casa non si scherza. O si leva l’Imu o si leva Letta”, ha detto.
Berlusconi, dal canto suo,  si dice fiducioso, anche sulla sua restituzione: “Non potremmo partecipare a un governo che non attua queste misure perché abbiamo preso un impegno con gli elettori”,  ha ricordato il Cavaliere.
Anche il vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano interviene sulla scottante questione: ” C’è un fatto oggettivo, a giugno i cittadini non pagheranno l’Imu”. Tuttavia il Guardasigilli lascia intendere che  solo nel mese estivo non pagherà e a dicembre non ci sarà nessun innalzamento della rata.

Insomma, qualcosa non quadra e c’è molta confusione su questa tassa che molti definiscono ingiusta.
Intanto arriva tempestiva la replica del ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini: “Sull’Imu valgono le parole del  presidente del Consiglio. Il pagamento di giugno ha una scadenza, perciò serve un provvedimento entro pochi giorni, in questo senso ho parlato di rinvio e proroga, poi affronteremo il nodo del destino dell’Imu. Ma in tre giorni non si può operare in modo strutturale sull’Imu”. Per Stefano Fassina, invece, è necessario trovare un compromesso: “Il governo Letta non è il governo del Pdl. Il senatore Berlusconi eviti di creare subito problemi. Sull’Imu, come su ogni altri punto programmatico, non può passare la proposta del Pdl, come non può passare la proposta del Pd. È necessario un compromesso per andare avanti”.

“No a retromarce sull’Imu,  – incalza, invece, Barbara Saltamartini, del Pdl – . E’ necessaria massima chiarezza affinché non sorgano equivoci che possano inficiare la nascita del nuovo esecutivo politico. Quella sulla prima casa è un’imposta odiosa che non può gravare in futuro sugli italiani, è un punto fermo dal quale non possiamo prescindere. Dobbiamo concentrare gli sforzi per reperire la copertura che verrebbe a mancare attraverso il taglio della spesa pubblica e la rinegoziazione della stretta dell’austerità in Europa, chiedendo una proroga di due anni per il rientro sotto il tetto del 3 per cento deficit-Pil. Le possibilità e le soluzioni esistono, seppur la strada sia difficile, è l’unica da percorrere con coraggio”.

Insomma, il rischio che l’Imu possa incidere sul futuro governo è un dato di fatto.  Anche Altero Matteoli afferma convintamente che l’Imu non si pagherà più: “Franceschini è venuto da me a dire che i giornalisti avevano capito male. Mi ha cercato subito. Son contento che ha chiarito. Mi ha spiegato che per ora si sospende e mi ha detto che l’Imu sulla prima casa non si pagherà piu”. E poi, aggiunge Matteoli: “Se fosse stato diversamente io oggi non avrei votato”. “Siccome ci vuole un provvedimento per cancellarla  – precisa il senatore Pdl – per ora si sospende il pagamento di giugno per poi farlo”.

Sindacati, no abolizione dell’Imu, tutelare chi ha 1 casa

Susanna Camusso, non è molto d’accordo sull’abolizione dell’Imu. A meno che non riguardi esclusivamente le prime case: “Non va bene l’idea che si abolisca tout court l’Imu sulla prima casa perchè  così si sottraggono risorse per politche urgenti”.
Il segretario della Cgil ha aggiunto che “bisogna scegliere di dire che si difendono le persone che hanno una sola casa e non coloro che hanno venti ville e 37 appartamenti”. Nel documento approvato oggi dagli  esecutivi di Cgil, Cisl e Uil si chiede, infattii, di riformare l’Imu esonerando «solo i possessori di un’unica abitazione, con un tetto riferito al valore dell’immobile».

Monito dalla UE

Ma c’è un altro rischio che incombe sull’Italia in caso l’Imu fosse abrogato e a ricordarlo arriva il monito dall’Unione Europea: “Gli obiettivi di bilancio per l’Italia non cambiano e il nuovo governo dovrà dire come intende rispettarli senza nuovo indebitamento”, ha detto un portavoce della Commissione  a chi gli chiedeva se Bruxelles accetterebbe una abolizione dell’Imu.

 

Letta punta alla convenzione costituente

E’ un Enrico Letta un po’ preoccupato, quello che abbiamo visto oggi a Palazzo Madama, durante il suo intervento per chiedere la fiducia al Senato. Letta ha ammesso che “c’è un grande problema” e che “il carico di aspettative è eccessivo, rispetto alla oggettiva fragilità di quello che stiamo facendo”.
Insomma il premier ha messo le mani avanti, quasi volesse ricordare ai senatori che non esiste nessuna bacchetta magica, anche se, è bene ricordarlo, la crisi non ha travolto il nostro paese da pochi giorni, bensì da qualche anno.
L’unica possibilità, secondo il neo premier, è quella puntare alla convenzione costituente. “La squadra di Governo che lavorerà con il Parlamento cercherà di avere un rapporto corretto con le Camere, perché  negli ultimi 10 anni abbiamo vissuto un rapporto sempre più asimmetrico ed è chiaro chele nostre istituzioni non funzionano. Da qui il tema della Convenzione”, ha ribadito Letta. “La scelta che tutti insieme qui abbiamo fatto è figlia di una situazione d’emergenza, che noi affrontiamo con determinazione, buona volontà, energia e consapevolezza dei nostri limiti. Ma c’é un’emergenza, che non scompare perché la Camera ha dato la fiducia e oggi mi auguro la dia il Senato”. E poi: “Metto la convenzione al centro della riflessione, ribadisco qui che è un tema rispetto al quale proprio al Senato, con il presidente Schifani, si è fatto un lavoro molto forte, marcato e profondo che ha portato a tanti punti di convergenza possibili che spero possano essere utilizzati”.
Letta ha ribadito i 18 mesi, periodo in cui il governo dovrà porre delle soluzioni ai problemi cruciali del paese, sotto il comune denominatore di una responsabilità allargata.
“Dobbiamo cambiare su tante cose,- ha fatto presente il Presidente del Consiglio –  sulle regole ma anche su cose minori, come ad esempio la questione degli stadi. Noi dobbiamo lasciare tutto fermo perché fare qualcosa ci spaventa? Dobbiamo renderci conto che bisogna fare dei cambiamenti che servono a tutti nel senso della concretezza. Io avrei voluto un diverso esito elettorale ma la realtà è quella che abbiamo di fronte”. E “la realtà è il principale tema che un uomo politico deve mettere al centro della sua azione, oppure raccontiamo a noi stessi delle favole per stare tranquilli”.

Letta ha poi giustificato l’alleanza tra Pd e Pdl: “La  paura delle larghe intese, del mescolarsi, viene solo  se si pensa di avere una identità debole. Ma se si è convinti della propria identità, ci rendiamo conto che non ci sono alternative a quello che stiamo facendo. La premessa dunque è che  dobbiamo essere consapevoli dell’identità, non se siamo timorosi di quello che ognuno di noi è, pensa, ha costruito. Non penso che Silvio Berlusconi sia uno dall’identità debole, se ho capito bene il personaggio… Ma anche io penso di aver fatto un percorso di costruzione di un partito che è orgoglioso della propria identità, di quello che abbiamo fatto. Ma allora non dobbiamo avere timore perchè  di fronte alle politiche è possibile trovare soluzioni comuni. Se restiamo al nostro stendardo che copre l’identità debole, non si recupera quel principio di realtà, e la realtà è questa. Ovvero che  non ci sono alternative allo stare insieme”.

 

Damiano: “Adesso diventa centrale il programma di governo”

Oltre a quell difficile stare assieme, va anche ricordato che questo governo ha l’obbligo di garantire delle misure che non possono essere disattese. Come avverte Cesare Damiano: “Le questioni economiche e sociali assumono un carattere di assoluta urgenza, che non consente alcun rinvio. 
Nei prossimi giorni vanno varate misure, come quelle relative alla Cassa integrazione in deroga, che hanno bisogno di immediata copertura finanziaria. In caso contrario avremo altre centinaia di migliaia di lavoratori senza reddito che si aggiungerebbero agli attuali disoccupati. Una situazione socialmente insostenibile”, precisa Damiano.

“Ho presentato insieme ad altri colleghi del Partito Democratico un emendamento al Decreto relativo ai pagamenti della P.A.: in esso si chiede nell’immediato di aumentare di 1 mld la dotazione esistente. L’emendamento e’ stato giudicato inammissibile per estraneita’ di materia ed e’ quindi necessario trovare una soluzione alternativa, viste le dichiarazioni di accordo su questo argomento provenienti da tutti i partiti.  Oltre a questo andra’ rifinanziato il fondo per salvaguardare altri lavoratori che sono rimasti intrappolati e senza reddito a causa della riforma Fornero e va previsto un piano straordinario per l’occupazione, in particolare quella giovanile, attraverso una riduzione del cuneo fiscale. Il Paese reale ci chiede di risolvere con urgenza questi problemi: dobbiamo passare dalle parole ai fatti”.

 

 

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