Ilva, ipotesi commissariamento

 ROMA – In corso la riunione sull’Ilva tra il governo e i vertici dell’azienda.

Nel frattempo, i tecnici sono al lavoro, a palazzo Chigi: fra le varie ipotesi allo studio c’é quella di anticipare il commissariamento. Ipotesi prevista dalla legge 231/2012 cosiddetta ‘Salva Ilva’ di fronte a “eventuali criticità” nell’applicazione dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) che però vanno prima riscontrate dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

Stamattina prima parte dell’incontro

Stamattina la prima parte del vertice sul caso Ilva dopo il maxi sequestro da 8,1 miliardi al gruppo Riva e le conseguenti dimissioni del cda del colosso siderurgico. L’incontro è durato circa mezz’ora. Al vertice hanno preso parte il premier, Enrico Letta, il vice Angelino Alfano, il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante e l’amministratore delegato, Enrico Bondi.  Ieri pomeriggio al ministero dello sviluppo si è tenuto un altro vertice alla presenza dei ministri Zanonato, Orlando, i quadri dirigenziali dell’azienda e il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Il gruppo Riva, a margine dell’incontro, ha diramato un comunicato in cui ha parlato di rischio continuità per l’attività aziendale a causa del provvedimento di sequestro che potrebbe avere impatti sul cash flow dell’Ilva.  Intanto Emilio Riva, uno dei fondatori dell’Ilva, ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro il sequestro da parte della magistratura milanese di 1,2 miliardi di euro che, secondo l’accusa, sarebbero stati sottratti dalle casse dell’azienda, portati all’estero e fatti rientrare con lo scudo fiscale. L’operazione della magistratura milanese la scorsa settimana ha preceduto di poche ore l’operazione del tribunale di Taranto nell’ambito dell’inchiesta sul disastro ambientale, in cui gli 8,1 miliardi sono stati sequestrati perché ritenuti guadagni illeciti derivati dalle mancate opere di bonifica e messa in sicurezza degli impianti.

Torna la calma nello stabilimento

Nello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto sembra essere tornata la calma. Le maestranze attendono con preoccupazione l’esito del vertice a Palazzo Chigi con il presidente Enrico Letta, dal quale si spera arrivino indicazioni sul futuro della fabbrica e degli oltre undicimila dipendenti (15.000 con l’indotto). I timori sono rivolti soprattutto alle garanzie sulla corresponsione dei salari e sulla sicurezza dei posti di lavoro. Sempre nello stabilimento tarantino, da stamattina, i tecnici sono al lavoro per compiere ispezioni e verificare la rispondenza della relazione sull’adempimento degli obblighi previsti dall’Aia che l’azienda ha consegnato nei giorni scorsi al ministero dell’Ambiente. Potrebbe essere necessaria una settimana agli ispettori per stilare la propria relazione. Secondo la legge, il Garante che vigila sull’attuazione delle disposizioni di legge, avvalendosi dell’Ispra acquisisce le informazioni e gli atti necessari che azienda, amministrazioni ed enti interessati devono fornire tempestivamente segnalando al presidente del Consiglio e ai ministri dell’Ambiente e della Salute eventuali criticità riscontrate nell’attuazione dell’Aia e proponendo le idonee misure, ivi compresa l’eventuale adozione del provvedimento di amministrazione straordinaria.

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